7 ' di lettura
Salva pagina in PDF

"Scuole al centro" è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, realizzato tra il 2018 e il 2021 dal Centro Servizi Formazione con la collaborazione di numerose organizzazioni sociali, educative, formative, culturali e di undici Istituti Comprensivi della provincia di Pavia. L’iniziativa intende progettare spazi scolastici come beni comuni, promuovere la prevenzione dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici, sostenere il rafforzamento della comunità educante e arricchire di contenuti e di esperienze i processi di apprendimento. Il progetto accompagna in ciascuno degli undici Istituti, per tre anni scolastici, due classi di scuola secondaria di primo grado (complessivamente ventidue classi e circa 370 alunni). 


Scuole, cantieri aperti

In questi anni, in tutto il Paese, le scuole sono state cantieri aperti: hanno elaborato piani per l’innovazione digitale, aperture prolungate ed estive, programmi per contrastare la dispersione scolastica, progetti di inclusione, esperienze di alternanza scuola-lavoro, riflessioni sull’architettura degli spazi (Vita 2016; Barrilà, Cau, Maino 2016). Gli istituti hanno assunto un ruolo di crescente rilievo nelle comunità locali anche operando in rete con altre scuole o progettando in partnership con altre organizzazioni private e pubbliche (Istat 2018). La gestione dell’emergenza Covid-19 inoltre, da un lato, ha reso ancora più evidente la funzione sociale, oltre che educativa, svolta dal sistema di istruzione; dall’altro, è stata ulteriore occasione di innovazione per rispondere ai problemi e ai bisogni posti dalle fasi di lockdown e di lockdown differenziato (Vita 2020). 


La Scuola ci appartiene

Nel contesto di riflessione e di azione sopra descritto, nell’ambito del progetto “Scuole al centro”, stiamo accompagnando e facilitando il percorso “La Scuola ci appartiene”, che ha coinvolto (e sta coinvolgendo) alunni e docenti nella progettazione collaborativa di undici spazi scolastici, uno per ciascuna scuola coinvolta.

Attraverso fasi di co-ideazione, momenti di concreta realizzazione e pratiche di utilizzo, gli spazi scolastici diventano luoghi di sperimentazione, ambienti per realizzare attività non convenzionali, agorà per aprire la scuola al territorio. 


I cataloghi di idee per la scuola bene comune 

Il percorso ha preso avvio nell’inverno 2019 a partire dalla redazione di due cataloghi di idee progettuali per la scuola bene comune. 

Il primo catalogo (Cau, Petrella 2019) è stato realizzato coinvolgendo i docenti in tre laboratori distribuiti sul territorio di intervento. Strutturati come focus group attraverso il metodo OPERA (Maino 2016), i laboratori hanno visto i partecipanti alternare momenti di riflessione personale, lavoro in sottogruppi e confronto in plenaria con l’obiettivo di rispondere collettivamente alla seguente questione:

A partire da un’analisi critica della vostra esperienza (punti di forza e punti di debolezza, successi, insuccessi e opportunità) quali idee, aspirazioni, spazi, iniziative, progetti (concreti) per rendere la scuola bene comune del territorio (area, città, quartiere) e della comunità di riferimento? 

Il catalogo prodotto è un inventario di 53 idee suddivise in 12 temi che spaziano dalla valorizzazione della biblioteca d’istituto alla realizzazione di un cinema scolastico, da progetti che mettono in connessione la scuola con la città a iniziative per fare didattica in ambiente naturale, da nuove modalità per fare orientamento a opportunità per coinvolgere i genitori. 

Il secondo catalogo (Cau, Petrella 2019) è stato costruito dagli alunni. Nel corso di undici laboratori realizzati nelle scuole, ragazze e ragazzi si sono confrontati su alcuni elementi (uno spazio della scuola che incuriosisce, un’attività interessante e non scontata da svolgere, un problema da risolvere o un elemento da migliorare) per redigere una serie di proposte progettuali per il proprio Istituto. La modalità di svolgimento è stata analoga a quella dei laboratori svolti con i docenti, ma la domanda è stata semplificata:

Come vorresti usare la scuola per fare cose che normalmente non si fanno a scuola? 

Sfogliando il catalogo messo a punto – un centinaio di idee, suddivise per Istituto Scolastico – si possono notare alcune proposte ricorrenti che mostrano come la scuola, anche dal punto di vista dei ragazzi, può evolvere. L’onnipresente aspirazione a utilizzare maggiormente la tecnologia digitale in classe, evidente nelle numerose richieste di sostituire i libri di scuola con il tablet, si accompagna al desiderio di una didattica in cui alla spiegazione del docente si alternino la visione di video e lo svolgimento di attività laboratoriali.

Ma se i libri diventano digitali, ciò non significa che le biblioteche scolastiche perdano senso: anzi, si trasformano per ospitare gruppi di studio e club ludici in spazi rilassanti e accoglienti. Le idee dei ragazzi, insomma, spingono a superare il modello della didattica tradizionale costituito da un susseguirsi di lezioni frontali a cui si assiste seduti al banco. Si immagina poi di tornare a scuola al pomeriggio per coltivare un interesse o semplicemente per incontrare gli amici (in molte realtà la scuola è la sola opportunità di socializzazione), si propone di prendersi cura degli spazi scolastici (soprattutto il giardino, spesso dimenticato), si prefigura di organizzare raccolte fondi per finanziare le attività proposte.

 

Lo sviluppo di alcune idee progettuali   

Nel corso di un secondo ciclo di undici laboratori, svoltosi nella primavera 2019, gli alunni si sono cimentati nell’elaborazione di progetti più complessi. Già nell’ambito del primo ciclo avevamo condiviso con ragazze e ragazzi che il lavoro svolto assieme non era un semplice esercizio, ma rappresentava lo sviluppo di un progetto vero, concreto, da realizzare (ogni scuola dispone di un budget di 4.000 euro messo a disposizione da Scuole al centro, eventualmente da cofinanziare con altre risorse). A partire dalle idee di massima inserite nei cataloghi, abbiamo quindi ragionato con i ragazzi sulla fattibilità delle proposte, scartando quelle non concretamente praticabili e sviluppando quelle plausibili.

Inoltre, abbiamo svolto un’attività di esplorazione critica degli spazi scolastici finalizzata a individuare luoghi della scuola nei quali collocare le idee progettuali. In alcuni casi, l’esplorazione partiva da una rosa di spazi già selezionati dai docenti e dal dirigente scolastico; in altri casi, l’esplorazione è servita ad accendere l’interesse e ad alimentare la discussione attorno a luoghi poco conosciuti, sui quali non vi era un’aspirazione o una visione chiara.

Una volta abbinate le idee agli spazi, piccoli gruppi di cinque-sei alunni hanno sviluppato le idee in progetti più articolati. Per farlo hanno utilizzato il supporto di un canvas che abbiamo realizzato ad hoc. I canvas sono mappe (spesso prodotte in forma di poster) che rendono visibili contemporaneamente diverse questioni da affrontare durante la progettazione; aiutano un gruppo di lavoro a porre diversi contenuti in relazione tra loro e con il risultato atteso. Possono essere utilizzati per l’elaborazione a più mani di un progetto, o di un testo, quando si vuole favorire il confronto, l’ingaggio, la partecipazione, la collaborazione di tutti i partecipanti. (Cau e Maino 2019).

Nel nostro caso abbiamo indicato cinque questioni:

qual è l’idea progettuale? Cosa mi serve per realizzarla? Chi posso coinvolgere? Quali sono le risorse necessarie? Quanto tempo mi occorre?

Ponendo al centro del canvas l’idea progettuale prescelta, ciascun gruppo si è messo al lavoro per arricchirla di nuovi elementi, trasformandola in una proposta più concreta. I gruppi hanno poi presentato le proposte ai compagni e ai professori, raccogliendo commenti e suggerimenti. L’esito è un catalogo dei progetti suddivisi per Istituto Scolastico, che ragazzi e ragazze hanno consegnato a docenti e dirigente. 

Il confronto con i docenti e la scelta dei progetti da realizzare 

Il catalogo dei progetti realizzato dai ragazzi è stato successivamente discusso con i docenti e i dirigenti delle scuole tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
Nel corso di una serie di laboratori con gli insegnanti, di confronti a distanza, di scambi di e-mail, abbiamo analizzato e confrontato le idee progettuali messe a punto, individuando il progetto sul quale la scuola ha inteso investire. Esito di questa fase di lavoro è stata la definizione di undici progetti esecutivi, uno per ogni Istituto Scolastico coinvolto.

Cinque Istituti hanno definito il progetto di una biblioteca; un Istituto il progetto di una sala video; tre lavoreranno sul giardino della scuola; due su spazi laboratoriali e polifunzionali. La maggior parte dei progetti si basa comunque sull’acquisizione di attrezzature e arredi che consentano l’uso flessibile degli spazi progettati e lo svolgimento di diverse attività.

Nello sviluppo della progettazione con i docenti delle diverse scuole, ci siamo confrontati con alcune questioni significative, in parte non previste, che hanno arricchito l’esperienza e che hanno fatto emergere punti di attenzione da considerare:

  • in non poche scuole, il percorso proposto – con la messa a disposizione di un budget – ha contribuito a rendere espliciti progetti latenti, sogni nel cassetto, dando il coraggio di fare un passo avanti e, in alcuni casi, stimolando le scuole a investire ulteriori risorse;
  • in alcuni Istituti Scolastici, il percorso di ideazione dei progetti e di rigenerazione degli spazi ha consentito di innescare o rinnovare collaborazioni fruttuose con i Comuni di riferimento, che sono intervenuti cofinanziando i progetti e partecipando alla progettazione;
  • in diversi contesti, definire e mettere a disposizione un oggetto concreto su cui lavorare ha consentito di allargare il gruppo dei docenti interessati e coinvolti, favorendo collaborazioni inedite tra colleghi.


L’impatto di Covid-19

Dal 4 marzo 2020, quando tutte le scuole del Paese sono state chiuse, l’evolversi del nostro percorso ha fatto i conti con l’emergenza Covid-19 e con l’alternarsi di fasi di lockdown e di lockdown differenziato. Nel nostro cronoprogramma, l’anno scolastico 2020-2021 non sarebbe dovuto essere solo il periodo dell’allestimento degli spazi, ma anche quello della sperimentazione d’uso da parte degli alunni che li avevano progettati. Si trattava di dare loro un nome e un’identità, di utilizzarli definendo un programma di attività, di inaugurarli coinvolgendo genitori, comunità educante, attori del territorio. La definizione puntuale e la conseguente realizzazione di questa fase del processo non hanno potuto essere realizzate.

Tuttavia, i progetti procedono: alcuni Istituti Scolastici hanno acquisito le attrezzature e gli arredi previsti, altri stanno mettendo a punto l’elenco degli acquisti anche in risposta alle necessità emerse durante la pandemia. Alcuni spazi rigenerati, grazie alla flessibilità d’uso a cui abbiamo fatto riferimento, sono provvisoriamente utilizzati come aule per la didattica, in modo da garantire il suo svolgimento ottemperando alle norme di distanziamento fisico.

Da parte nostra, stiamo lavorando a una sistematizzazione dell’esperienza attraverso un working paper e una serie di video didattici che pubblicheremo nei prossimi mesi e che potranno essere utilizzati anche da altre scuole che vorranno prendere spunto dal nostro percorso.

Infine, speriamo di poter programmare per la primavera2021 momenti di inaugurazione dei nuovi spazi con le ragazze e i ragazzi protagonisti della progettazione. Alunne e alunni che abbiamo conosciuto bambini, quando frequentavano la prima media, e che tra pochi mesi, ormai ragazzi, dopo due anni decisamente straordinari, chiuderanno un ciclo di istruzione per intraprendere nuove avventure. 

Riferimenti 

Akama Y., Pink S., Sumartojo S. (2018), Uncertainty & possibility, Londra, Bloomsbury.
Barrilà L., Cau M., Maino G. (2016), La scuola come bene comune: il ruolo delle partnership PPNP, secondowelfare.it, 12 febbraio 2016.
Cau M. e Maino G. (a cura di, 2017), Progettare in partnership, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli.
Cau M. e Maino G. (2019) Learning Community Canvas. Una mappa per animare comunità di pratica, in “Quaderni di Economia Sociale”, n. 1/2019, pp. 41-45.
Cau M., Petrella V. (2019), Un catalogo di idee per la scuola bene comune della comunità locale, percorsiconibambini.it, 24 marzo 2019.
Cau M. e Petrella V. (2019), Co-progettare beni comuni scolastici con i bambini, percorsiconibambini.it, 24 luglio 2019.
Cau M. e Petrella V. (2020), La Scuola ci appartiene: un percorso partecipato di rigenerazione di spazi scolastici, percorsiconibambini.it, 11 settembre 2020.
Istat (2018), Rapporto annuale 2018. La situazione del Paese, Roma.
Klinenberg E. (2019), Costruzioni per le persone, Milano, Ledizioni.
Lorenzoni F., La scelta dei banchi rivela un’idea di scuola e di società, internazionale.it, 4 agosto 2020.
Maino G. (2016), Come usare OPERA per #partecipare, mainograz.com, 8 dicembre 2016.
Tosi L. (a cura di, 2019), Fare didattica in spazi flessibili. Progettare, allestire e utilizzare ambienti di apprendimento, Roma, Giunti.
Vita, Che scuola sarà, agosto 2016.
Vita, Una nuova scuola si può fare, settembre 2020.