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Nei giorni scorsi Fondazione Cariplo ha presentato la prima edizione del bando “AmbiEnte Digitale” per sostenere le organizzazioni del Terzo Settore attive in campo ambientale in un percorso di innovazione e transizione digitale. A seguito di un’indagine svolta grazie al supporto di TechSoup, è infatti emerso come oggi, di fronte alle sfide poste dal Covid-19, molti enti percepiscano la necessità di puntare sulla digitalizzazione per rinnovare le proprie attività ma, al contempo, riscontrino grandi difficoltà nello sviluppo di strategie che vadano in tale direzione. Da qui il lancio di uno strumento che possa aiutare le organizzazioni che si occupano di ambiente in questa fase. 

Covid-19, il Terzo Settore, ambiente e digitalizzazione 

Negli ultimi mesi la pandemia globale di Covid-19 ha comportato cambiamenti radicali e improvvisi in tutti gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini, ma ha anche impattato fortemente sulle organizzazioni non profit. Tra di esse ci sono tante realtà attive in campo ambientale che, come la gran parte delle organizzazioni del Terzo Settore, hanno dovuto fare i conti con l’esigenza di innovazione e trasformazione delle proprie attività per rispondere ai bisogni imposti dalla "nuova normalità".

Per approfondire il livello di “maturità” digitale delle organizzazioni del Terzo Settore attive in campo ambientale, l’Area "Ambiente" e l’Ufficio "Osservatorio e Valutazione" della Fondazione Cariplo, in collaborazione con Techsoup Italia, hanno predisposto un questionario dedicato agli stakeholder della Fondazione che operano nel campo dell’ambiente. Dall’indagine è emerso anzitutto come le tecnologie digitali non siano più viste come un semplice strumento di facilitazione dell’organizzazione interna del lavoro: gli enti iniziano a dimostrare un maggiore interesse per gli investimenti in digitalizzazione, specialmente in settori come l’engagement, la sensibilizzazione ambientale e le attività formative ed educative. Lo sviluppo delle tecnologie digitali in questi ambiti però, oltre alla disponibilità di risorse e strumenti adeguati, richiede la definizione di una strategia di innovazione digitale che sia funzionale alle attività dell’organizzazione.

Questo risultato trova conferma nel dato sulle difficoltà riscontrate dagli enti durante l’emergenza Covid-19: l’86% delle organizzazioni rispondenti è stato messo a dura prova nello svolgimento delle attività rivolte al pubblico a causa della sospensione o chiusura di luoghi e servizi (es.: scuole, aree protette e parchi, eventi e festival, turismo) ma, nonostante questo, l’84% dichiara di non avere un piano formalizzato o un’idea chiara di come procedere nella transizione digitale.

Un riscontro che ci pare particolarmente in linea con quanto emerso nella nostra recente inchiesta pubblicata su Corriere Buone Notizie, in cui evidenziavamo come gran parte delle organizzazioni del Terzo Settore, pur percependo la portata del cambiamento in atto, in questo frangente non possiedono strumenti adeguati per concretizzare i cambiamenti digitali di cui avrebbero bisogno. 


Gli obiettivi di AmbiEnte Digitale

Proprio per tali ragioni è stato pensato il bando “AmbiEnte Digitale”, che intende rispondere a questi bisogni di innovazione interpretandoli come opportunità di rafforzamento, sviluppo e trasformazione degli enti, stimolando nuovi modi di pensare le proprie attività e il loro impatto sul territorio, anzitutto attraverso il miglioramento delle competenze e l’utilizzo delle tecnologie digitali.

Il bando, in tal senso, intende sostenere i progetti attivati in almeno uno dei seguenti ambiti:

  • implementazione di programmi di sviluppo delle abilità digitali sia attraverso la formazione, sia attraverso l’inserimento di risorse umane dedicate;
  • innovazione dell’organizzazione interna del lavoro tramite l’impiego di strumenti digitali orientati a migliorarne l’efficienza e l’efficacia;
  • innovazione e diversificazione dei servizi e delle attività svolte in funzione dell’impiego dello strumento digitale per le attività di formazione, engagement e sensibilizzazione;
  • innovazione e diversificazione dei servizi e della attività svolte in funzione dell’impiego dello strumento digitale per una nuova fruizione di aree naturalistiche, parchi e aree protette (es.: e-tour e gite digitali, guide virtuali tramite sistema QR code o geolocalizzazione);
  • attivazione di forme di volontariato e attivismo digitale;
  • preparazione a eventuali periodi di emergenza per garantire lo svolgimento delle proprie attività in modo efficace ed efficiente.

Il contributo richiesto potrà essere compreso tra i 10.000 € e i 40.000 euro e non dovrà essere superiore all’80% dei costi totali di progetto. Complessivamente Fondazione Cariplo metterà a disposizione 385.000 euro.

Il bando rimarrà aperto fino al 30 settembre 2020. Il testo completo è disponibile qui.


Verso un impegno più ampio?
 

In attesa di vedere come andrà "AmbiEnte Digitale", già ora appare chiara l’esigenza di allargare il supporto alla digitalizzazione anche ad altri segmenti del Terzo Settore. Che essa venga direttamente da Cariplo o da altri soggetti poco importa. La pandemia, come spiegava Fabio Fraticelli sempre nell’inchiesta uscita su Buone Notizie, ha reso infatti evidente la necessità di investire nella digitalizzazione

Dopo anni passati a rimandare, tanti enti del Terzo Settore stanno prendendo atto – spesso in maniera brusca – che è arrivato il momento di fare scelte importanti sul ruolo della tecnologia all’interno delle proprie organizzazioni. Per molti di essi la questione è rapidamente diventata strategica, perché in assenza di interventi il rischio è quello di vedere depotenziata la propria capacità d’intervento e, in alcuni casi, addirittura veder minacciata la propria esistenza.

E poichè non esistono formule magiche per dare il via a processi complessi come questi, l’auspicio è che le organizzazioni possano essere accompagnate da soggetti pubblici e privati che a vario titolo possiedono competenze utili a definire percorsi adeguati in tal senso. Ci sono ovviamente le Fondazioni di origine bancaria, ma in questo senso potrebbe essere molto significativo l’intervento del sistema filantropico nel suo complesso. E poi non vanno dimenticati i tanti soggetti privati che si occupano di ICT – che in questi mesi già si sono mossi per dare respiro al Terzo Settore in difficoltà – ma anche le Pubbliche Amministrazioni, che potrebbero porre attenzione al tema inserendo in bandi e progetti rivolti al Terzo Settore risorse dedicate specificamente al tema della digitalizzazione. 

Come sottolineava Fraticelli la situazione attuale rappresenta una grande opportunità, ma al contempo rischia di diventare "la pietra tombale di tanta parte del Terzo Settore italiano".