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Il 18 dicembre su Corriere Buone Notizie, inserto settimanale del Corriere della Sera, è stata pubblicata un’inchiesta curata da Percorsi di secondo welfare sulle Società di Mutuo Soccorso. Di seguito trovate il commento firmato da Valentino Santoni sul ruolo che le mutue hanno nell’attuale sistema di welfare italiano, a cavallo tra sistema sanitario nazionale e nuove possibilità offerte dagli attori privati; qui invece potete trovare l’articolo di contesto firmato dal giornalista del Corriere Davide Illarietti e l’infografica a cura di Sabina Castagnaviz.


Secondo i dati Eurostat, l’Italia spende quasi il 30% del PIL per il welfare state
. Questa percentuale non si discosta molto da quella degli altri Stati membri dell’UE. Tuttavia, se si osservano più da vicino le differenti voci di spesa, il sistema italiano appare ancora fortemente sbilanciato sul fronte pensionistico, a danno di tutti gli altri ambiti di intervento. Come spesso evidenziato dalle ricerche che si occupano di sanità, a causa di una progressiva restrizione del budget, negli ultimi anni sono aumentate le liste di attesa per visite e operazioni. Ciò, a sua volta, ha portato ad un incremento della spesa effettuata di tasca propria dai cittadini (out of pocket) e, in molti casi, anche della rinuncia alle cure. Tali dinamiche non possono che peggiorare: il progressivo invecchiamento della popolazione renderà infatti necessario aumentare le risorse destinate a rispondere ai crescenti bisogni socio-sanitari degli anziani.

Ma è possibile oggi mitigare queste problematiche? Apparirà strano, ma una risposta importante per il futuro può arrivare dal passato. Si tratta delle Società di Mutuo Soccorso (SMS), realtà nate nell’Ottocento con l’obiettivo di sostenere i lavoratori nei momenti di bisogno grazie alla reciproca assistenza fra gli iscritti. Da sempre il principio su cui si basano è semplice: socializzare rischi privati costruendo una risposta solidaristica. Nate come forma di tutela per i lavoratori, col tempo le SMS si sono aperte a tutti i cittadini, rimanendo ancora oggi società senza scopo di lucro che – a differenza delle assicurazioni – non hanno clienti, bensì soci. È anche per questo che alla base del loro agire permangono gli ideali di condivisione e solidarietà: valori racchiusi in quello che si può definire il loro motto, "versare poco, versare tutti". Grazie alla costituzione di fondi mutualistici è infatti possibile generare un effetto moltiplicatore che consente a tutti gli iscritti di accedere a prestazioni socio-sanitarie nel momento in cui si manifesta un bisogno.

L’azione delle SMS può essere cruciale per riportare in auge valori più che mai attuali. Per rafforzare il loro ruolo, sarà tuttavia necessario investire su alcuni aspetti. Il primo riguarda la loro capacità di integrarsi maggiormente con il sistema sanitario pubblico, in un’ottica sempre più sussidiaria, così come indicato dalle riforme sanitarie del ’92 e del ‘99. Il secondo è correlato alle dinamiche del welfare aziendale e contrattuale, che possono offrire nuove opportunità di sviluppo e di crescita, di fronte alle quali la mutualità deve presentarsi attrezzata, restando al contempo fedele ai propri principi fondativi. Infine, è auspicabile una diffusione sempre maggiore di esperienze di mutualità territoriale, promosse da Regioni e istituzioni locali, aperte e calibrate sulle esigenze dei cittadini di un determinato territorio. È questo ad esempio il caso di Sanifonds Trentino, fondo sanitario promosso nel 2013 dalla Provincia di Trento, e delle recenti iniziative avviate dalla Provincia di Bolzano e dalla Regione Val d’Aosta, a cui potrebbero aggiungersi a breve quelle di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che hanno inserito questa competenza aggiuntiva nell’Accordo sull’"autonomia differenziata" firmato con il Governo nel marzo 2018.

Questo articolo è stato pubblicato su Buone Notizie del 18 dicembre 2018 ed è stato realizzato nell’ambito della collaborazione tra Percorsi di secondo welfare e il settimanale del Corriere della Sera.