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È stata pubblicata la XI edizione dell’Osservatorio su Finanza e Terzo settore realizzato da AICCON e Intesa Sanpaolo. Commentando i risultati dell’indagine svolta, riferita al 2021, il direttore di AICCON Paolo Venturi ha sottolineato come “la transizione in atto spinge il Terzo Settore verso una domanda più “sartoriale” e strategica di servizi e soluzioni bancarie. Un segnale da associare sia alle trasformazioni interne al settore, come la riforma e le trasformazioni digitali, sia alle spinte al cambiamento e all’investimento che provengono dal contesto post-pandemico e dal PNRR”. Secondo Venturi, l’Osservatorio conferma in tal senso che ci troviamo in “una fase decisiva e istituente che necessita di nuove competenze e di una visione trasformativa guidata da metriche d’impatto sociale”. Di seguito segnaliamo i principali contenuti della rilevazione.

Il rapporto del Terzo Settore con le banche

In linea con la precedente rilevazione del 2020, continua a crescere anche nel 2021 la soddisfazione di cooperative e imprese sociali in merito alla propria relazione con gli istituti bancari (+7,1%). Tale soddisfazione è legata soprattutto alla presenza di personale dedicato e formato sulle esigenze e specificità delle organizzazioni del Terzo Settore (36,6%) e di un modello di servizio ad hoc (26,2%). Emerge in questo senso la crescente rilevanza per il Terzo Settore non solo di un’offerta di prodotti specifica, ma piuttosto di una strategia che si rifletta nei modelli organizzativi propri della banca. È interessante notare anche come cooperative e imprese sociali percepiscano sempre più la banca quale consulente ed accompagnatore (+5%) piuttosto che nel tradizionale ruolo di solo erogatore di credito (-4%).

Fabbisogni finanziari

Per quanto riguarda l’analisi degli investimenti e la copertura dei fabbisogni finanziari, la XI edizione dell’Osservatorio diversamente dal passato si è posta l’obiettivo di concentrare l’analisi sul biennio 2020-2021 al fine di poter leggere eventuali segnali di discontinuità sulle preferenze di investimento di cooperative e imprese sociali durante la pandemia.

Secondo i dati raccolti dall’indagine, il 70% dei soggetti intervistati (circa 250 cooperative sociali e imprese sociali srl) ha effettuato investimenti negli ultimi 2 anni (un dato in calo rispetto al 94% del 2019) e la principale fonte di copertura è stata l’autofinanziamento (47,7%) – cui fanno ricorso in particolare le cooperative di tipo misto A+B (50,7%) e le cooperative di tipo A (49,8%) – seguito dai finanziamenti erogati dagli istituti bancari (30,4%), canale cui hanno fatto particolare ricorso nell’ultimo biennio le cooperative di tipo B. In particolare, da un’analisi comparativa delle ultime due edizioni dell’Osservatorio emerge che:

  • aumenta il ricorso a risorse bancarie da parte di cooperative e imprese sociali (+2%, dopo un trend al ribasso dal 2018) a fronte di una diminuzione della capacità di autofinanziamento (-3,8%, dopo che aveva segnato un trend positivo dal 2018);
  • c’è una maggiore apertura a risorse di investitori privati (+1,4%, era in calo costante dal 2018), soprattutto per effetto di un più forte interessamento a tali capitali da parte dei Consorzi (7,6%) e delle srl imprese sociali (18,7%).

Investimenti futuri: come e perché

Anche le risposte sulla previsione di futuri investimenti sembrano confermare alcune delle tendenze osservate nell’ultimo biennio, ovvero un maggior ricorso al credito bancario (31,6%; +4%) – principalmente da parte dei Consorzi di cooperative (50%) – e ai capitali di investitori privati (8,9%; + 0,8%) – preferiti dalle srl imprese sociali (24,1%). Si conferma anche un minor ricorso all’autofinanziamento (45,8%; -4,6%), scelta questa che dichiarano di preferire le cooperative di tipo misto A+B (55,3%).

In continuità con le preferenze rilevate nella scorsa rilevazione, cooperative e imprese sociali dichiarano di utilizzare tali risorse principalmente per potenziare il proprio capitale umano (30,4%) e migliorare l’accesso alla tecnologia (20,4%), ma anche per ridisegnare i servizi offerti (12,4%) e sviluppare nuove funzioni aziendali (12%). Un sintomo della capacità ricettiva e reattiva di tali organizzazioni in risposta ai mutati scenari.

La finanza a impatto sociale

Per quanto riguarda la conoscenza degli strumenti di finanza a impatto sociale, l’indagine rileva una crescente familiarità da parte di Consorzi e srl imprese sociali con la tematica e, più in generale, un aumento dell’utilizzo da parte delle organizzazioni interrogate (+8,9%), crescita in particolare trainata dalle cooperative di tipo A (+25%) e dai Consorzi di cooperative (+10,7%).

Lo strumento più conosciuto e utilizzato risulta essere quello dei finanziamenti agevolati (68,8%) – come il Fondo Rotativo per le imprese del MISE o fondi con provvista agevolata BEI -, seguito dalle obbligazioni solidali (25%) e dagli strumenti di social venture capitalism (18,8%).

Inoltre, il 55,2% delle organizzazioni ha avviato percorsi di misurazione di impatto sociale delle proprie attività. Su questo tema si evidenzia un’esigenza in termini di supporto formativo (nell’ambito dell’offerta di non financial services da parte degli istituti di credito), insieme ad altri aspetti legati, ad esempio, alla costruzione di nuovi modelli organizzativi, all’educazione finanziaria e alle modalità di realizzazione di campagne di crowdfunding.

L’Outlook sull’impresa sociale

Per il secondo anno consecutivo l’Osservatorio si arricchisce con l’Outlook Intesa Sanpaolo dell’Impresa Sociale, un’analisi curata da Ipsos Italia e AICCON, in collaborazione e con il patrocinio di Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali, volta a rilevare il sentiment e le prospettive future di sviluppo delle imprese sociali.

L’indagine restituisce una quota crescente di imprese sociali che nel corso dei primi mesi del 2022 hanno incrementato il numero di dipendenti (+17% sul 2021), migliorato il risultato economico (+16% sul 2021) ed il margine di profitto (+9% sul 2021). Nonostante ciò sono la crescente incidenza dei costi di produzione e lavoro e la scarsa disponibilità di manodopera specializzata o con esperienza a preoccupare una fetta crescente di imprese sociali rispetto al prossimo futuro.

L’Outlook offre poi una vista sempre più chiara sulle tendenze che caratterizzeranno le imprese sociali del futuro: organizzazioni che sempre più ampliano il proprio raggio d’azione – il 36% ha operato nel corso del 2022 in nuovi settori d’intervento – ed aprono i propri confini favorendo processi di ibridazione – il 78% ha collaborato con soggetti aventi forma giuridica differente dalla propria e il 50% ha ricercato all’esterno competenze complementari a quelle già presenti internamente.

 

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