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Continuano gli approfondimenti di Percorsi di Secondo Welfare sulle politiche e servizi per il “durante e dopo di noi” in Italia. Dopo la nostra analisi della proposta di legge in discussione al Parlamento e l’articolo dedicato alle attività di ANFFAS, vi proponiamo un’intervista a Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione CON IL SUD. Questa realtà è nata nel 2006 grazie ad una sinergia tra l’ACRI, l’Associazione di rappresentanza delle casse di risparmio e delle fondazioni di origine bancaria e il Forum Permanente del Terzo Settore, per promuovere lo sviluppo sociale e culturale delle Regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Puglia).

Attualmente Fondazione CON IL SUD (che quest’anno festeggia dieci anni di attività) opera con diversi strumenti come i bandi rivolti al terzo settore e la promozione di fondazioni di comunità, basandosi sull’assunto che lo sviluppo del Sud non può basarsi esclusivamente sulla crescita economica bensì deve passare attraverso la promozione delle comunità e della società civile. Il sostegno economico della Fondazione è infatti sempre vincolato alla presenza di precisi requisiti come l’impatto sociale e territoriale, la trasparenza, la sostenibilità e il coinvolgimento dei cittadini.

Un approccio che ritroviamo anche negli interventi per la disabilità: l’obiettivo della Fondazione non è il mero incremento dei servizi ma l’integrazione sociale delle persone con disabilità,orientando gli interventi alla domiciliarità e all’autonomia attraverso una valorizzazione del ruolo del terzo settore. Vengono sostenuti progetti innovativi ma replicabili che hanno un effettivo impatto non solo sulle persone con disabilità ma sull’intera comunità in cui queste vivono.

Il ruolo di Fondazione CON IL SUD, e più in generale delle fondazioni d’erogazione, è quello di sostenere la capacità progettuale del terzo settore promuovendo sperimentazioni innovative, catalizzando le risorse culturali, sociali e civiche dei territori e ponendosi come centro d’elaborazione di nuove idee e nuovi modi di pensare le politiche di welfare. Se una fondazione d’erogazione orienta i propri strumenti d’erogazione, come i bandi, alla domiciliarità può fungere da stimolo per le organizzazioni del terzo settore e i professionisti a elaborare nuovi modi di organizzare i servizi alla persona e di approcciarsi alle situazioni di fragilità supportandone poi la progettualità con la propria esperienza. Un’erogazione non è infatti solo un trasferimento di risorse finanziarie ma anche di idee, competenze ed esperienze che consente alla fondazione erogatrice di costruire reti e partenariati territoriali, come ci spiega il Presidente di Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo


Com’è strutturata l’offerta di servizi per la disabilità ed in particolare il “dopo di noi” nelle Regioni del Sud? Che ruolo giocano il terzo settore e gli enti di erogazione come le fondazioni bancarie, le fondazioni di comunità e la stessa Fondazione CON IL SUD?

Nel Mezzogiorno si registrano numerose carenze in materia di servizi alle persone con disabilità, compresi quelli per il “dopo di noi”. È comunque importante sottolineare che l’assistenza ai disabili richiede alle famiglie un forte impegno anche nella fase in cui i genitori sono ancora in vita (“durante noi”). Spesso è proprio il terzo settore che fa fronte a queste carenze, integrando le risorse pubbliche in sintonia con il principio di sussidiarietà. Oggi le organizzazioni di terzo settore svolgono un ruolo fondamentale non solo come fornitori di servizi socio-sanitari ma anche come soggetti attivi nella progettazione e realizzazione concertata degli interventi, grazie all’apprezzata capacità di leggere i bisogni dei cittadini, a volte in anticipo rispetto all’ente pubblico. Le Fondazioni rivestono un ruolo molto importante poiché spesso vanno ad integrare le risorse pubbliche, sempre più scarse per tali servizi. In diversi casi le Fondazioni riescono a sostenere sperimentazioni innovative in tale ambito. Lo sviluppo, la qualificazione e l’innovazione dei servizi socio-sanitari, non in via sostitutiva dell’intervento pubblico, rappresenta una delle linee d’intervento della Fondazione CON IL SUD sin dalla sua costituzione.


Come si sono articolate le linee d’intervento di Fondazione CON IL SUD in materia di disabilità e “dopo di noi”?

La Fondazione ha promosso tre Bandi in materia socio-sanitaria, mettendo a disposizione 14 milioni di euro per interventi di natura diversa ma sempre con particolare attenzione al tema dell’integrazione dei disabili, alla loro inclusione lavorativa e al potenziamento o avvio di strutture per il “dopo di noi” in cui accogliere e prendersi cura dei disabili per i quali siano venuti meno la presenza e l’aiuto di familiari.


Fondazione CON IL SUD ha finanziato alcuni progetti inerenti al “dopo di noi”: può descriverli?

Una delle esperienze di maggiore successo che ha affrontato il tema dell’assistenza di lungo periodo a persone adulte con disabilità è stata sostenuta dalla Fondazione nel Comune di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. L’iniziativa, promossa dall’associazione di Familiari “Disabili San Cataldo”, ha portato all’avvio di una comunità residenziale per disabili, gestita secondo i principi del mutuo aiuto tra operatori, familiari e persone con lievi disabilità coinvolte anch’esse in attività di supporto e assistenza agli ospiti della struttura. L’inserimento degli ospiti avviene gradualmente attraverso diversi ricoveri temporanei che consentiranno un più facile ingresso nel momento in cui sarà necessaria una sistemazione definitiva. La partecipazione economica delle famiglie vene ridotta grazie all’avvio di attività collaterali in grado di sostenere i costi della struttura e promuovere un’integrazione lavorativa degli utenti.


I servizi per il “dopo di noi” si caratterizzano per una particolare attenzione alla domiciliarità e ai percorsi personalizzati verso l’autonomia della persona disabile. Vi sono altre attività di Fondazione CON IL SUD, non strettamente orientati al “dopo di noi”, che potrebbero inserirsi in questo filone?

In generale, l’obiettivo di tutti i progetti che la Fondazione sostiene in ambito socio-sanitario riguarda lo sviluppo o il rafforzamento delle autonomie, sia per le persone anziane che disabili. In diversi casi viene posto l’accento sulla domiciliarità degli interventi ma, nello stesso tempo, si punta ad alleviare il carico dei familiari e dei caregiver fornendo loro servizi di supporto.


In Parlamento è in discussione una proposta di legge sul “dopo di noi”. Qual è la vostra valutazione? Che impatto potrà avere sulle Regioni del Sud se approvata?

Visto il vuoto legislativo esistente sul tema, ogni azione che abbia la finalità di colmarlo è utile e necessaria. In quest’ottica, una proposta di legge sul “dopo di noi” è sicuramente un segnale positivo per tutte quelle famiglie che fino ad oggi vivevano una situazione di solitudine rispetto alla disabilità dei propri figli. Ci auguriamo che ora il cammino prosegua nell’ottica della concretezza e soprattutto che la gestione di queste risorse sia attuata in collaborazione prima di tutto con le famiglie, gli enti locali e con il prezioso supporto delle organizzazioni di terzo settore. È certamente necessario valutare i criteri di attuazione e di accesso alle risorse a disposizione.


La proposta di legge in discussione in Parlamento prevede esplicitamente la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità attraverso processi di integrazione sociale. Come s’inserisce questo aspetto nel progetto di welfare comunitario avviato da Fondazione CON IL SUD?

Il progetto di welfare comunitario promosso dalla Fondazione CON IL SUD si basa proprio sullo sviluppo delle autonomie dei disabili al fine di favorirne il reinserimento sociale, lavorativo e abitativo, con il contributo congiunto di terzo settore, famiglie e pubblico. Occorre sviluppare un sistema integrato e multidimensionale che accompagni le persone disabili in questo percorso.


Quali sono le sfide da affrontare in materia di disabilità nelle regioni del Sud? Organizzazione dei servizi, formazione del personale, integrazione sociale, inserimento lavorativo, eventuali pregiudizi… In questo campo che ruolo possono giocare le fondazioni, in particolare Fondazione CON IL SUD?

La principale sfida in tale ambito riguarda la piena inclusione nella società delle persone disabili in tutte le sfere della vita quotidiana, dalla scuola al lavoro, alla possibilità di sperimentare un abitare autonomo e di accedere alla rete dei servizi. Per un reale percorso d’integrazione occorre coinvolgere la famiglia, la società civile e tutta la comunità in generale. La scarsità di risorse implica una visione di lungo periodo che affronti il tema del “dopo di noi” già nel ‘durante noi’ attraverso strategie e strumenti che migliorino il benessere delle persone con disabilità, riducendo contestualmente i costi per la collettività. Le fondazioni, compresa la Fondazione CON IL SUD, possono contribuire a sostenere iniziative esemplari in questa direzione, in grado di diventare modelli efficienti e replicabili in diversi territori.

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