work-life balance

È il tema al centro del Quaderno 15 di Fondazione Marco Vigorelli, curato da Franca Maino. Un documento che attraverso analisi, riflessioni ed esperienze concrete esplora le nuove vulnerabilità sociali e il ruolo strategico delle politiche di conciliazione per favorire l'inclusione. Tra i contributi anche un un articolo a firma della nostra Chiara Agostini.
Il Piano nazionale per la famiglia 2025-2027, il documento del Dipartimento per le Politiche della Famiglia che racchiude strategie e interventi per promuovere politiche di supporto ai nuclei familiari, individua il welfare aziendale come un ambito prioritario su cui investire. Ma perché la cosa funzioni serve un impegno concreto.
La città brianzola ospiterà due giornate di incontri, laboratori e confronto per mettere al centro l’infanzia come bene comune e costruire, a partire dal territorio, un’alleanza tra famiglie, scuole, istituzioni e comunità. E parteciperà anche Percorsi di secondo welfare.
Il Piano Nazionale per la Famiglia prevede un rinnovato ruolo per queste strutture, dove dovrebbero iniziare a operare anche i cosiddetti Family welfare manager per coordinare politiche sussidiarie sui territori.
Il prezzo del difficile equilibrio tra vita e lavoro in Italia è pagato soprattutto dalle donne. Gli uomini che si dedicano ai compiti di cura sono però in crescita: tra politiche insufficienti, buone pratiche e cambiamenti culturali, anche loro sono alla ricerca dell’unicorno della conciliazione.
Al via l'iniziativa finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma CERV per migliorare le politiche di conciliazione vita-lavoro, contrastare gli stereotipi di genere e promuovere buone pratiche tra imprese e istituzioni in Italia, Lituania e Spagna. Percorsi di secondo welfare è partner scientifico del progetto.
Fuori dalle grandi città vita e lavoro si riescono a bilanciare meglio? Molto dipende dai servizi, come gli asili nido. Lo Stato infatti fatica a farli arrivare anche nelle aree meno abitate, ma dove partono è spesso merito degli attori del secondo welfare.
Chi è titolare di partita Iva può organizzare il proprio lavoro con maggiore flessibilità rispetto a chi ha un rapporto da dipendente, soprattutto a causa delle minori tutele. Eppure, tra enti previdenziali e fondi europei, qualcosa si muove.
Oggi la della quantità, che riguarda ad esempio il numero di lavoratrici o il pay gap, sta passando in secondo piano rispetto a quella della qualità, legata alla riqualificazione delle competenze. Il PNRR potrebbe essere l'occasione per affrontarle entrambe, ma il tempo è sempre meno.
Se ne è discusso all'Università degli Studi di Milano durante un evento parte del Festival “Il Tempo delle Donne” del Corriere della Sera. A confrontarsi sul tema la nostra direttrice scientifica Franca Maino insieme a Maurizio Ferrera, Ilaria Madama, Claudia Moneta, Marzia Sica e Barbara Farina.
Le imprese possono avere un ruolo importante nella promozione della genitorialità responsiva, per il sostegno alla natalità e per costruire le basi di una buona crescita per le bambine e i  bambini. Vediamo come.
Sebbene diversi indicatori mostrino come in città l'occupazione femminile sia ampiamente migliore rispetto alla media italiana, andare oltre i numeri permette di comprendere la complessa relazione tra quantità e qualità dell’occupazione e gli svantaggi che si "cumulano" sulle donne.