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Dopo le vacanze estive si torna a parlare di welfare aziendale. Nei giorni scorsi infatti la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, intervenuta a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha fatto esplicito riferimento a quei benefit e servizi che fungono da integrazione alla normale retribuzione di lavoratori e lavoratrici. In particolare, come riportato dall’Ansa, Calderone ha affermato: “lavoreremo per migliorare la contrattazione di secondo livello in termini di potenziamento e ampliamento degli strumenti di welfare da mettere a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici e delle loro famiglie e per allargare le soglie di tassazione già agevolata, ricomprendendovi più voci“.

Di seguito facciamo il punto su cosa è allo studio del Governo e della sua maggioranza parlamentare su questi fronti.

Nuove soglie per buoni pasto e indennità di trasferta

Come riportato anche da alcune delle principali testate nazionali come Repubblica, Il Sole 24 Ore e TGCOM24 – a dimostrazione che il welfare aziendale è sempre meno un tema “di nicchia” e oggetto di una crescente attenzione – attraverso un Disegno di Legge presentato dalla senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini, nei prossimi mesi dovrebbero essere introdotte due novità rilevanti in materia di welfare aziendale.

La prima riguarda i buoni pasto. Come vi abbiamo già anticipato qui, l’obiettivo dell’intervento è quello di alzare la soglia esentasse a 10 euro. Attualmente infatti i buoni pasto non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente e sono deducibili fino a 4 euro (se cartacei) e a 8 euro (se digitali) al giorno. Si tratterebbe di una novità che avrebbe un impatto importante, dato che si tratta di un mercato che ha un valore annuo stimabile tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. E anche a causa del profondo cambiamento che è avvenuto in questo settore a seguito del “nuovo” tetto al 5% sulle commissioni che le società emettitrici possono richiedere agli esercenti (ve ne avevamo parlato in maniera approfondita qui) anche per il settore privato.

La rivoluzione dei buoni pasto: opinioni a confronto

La seconda novità riguarda le indennità di trasferta, cioè quella forma di compenso economico erogato alle aziende ai dipendenti temporaneamente inviati a lavorare fuori dalla loro sede abituale di lavoro per coprire le spese extra di vitto, alloggio e trasporto. In questo caso la soglia giornaliera esentasse per le trasferte dovrebbe passare a 131 euro per l’Italia e a 219 per l’estero1.

La promotrice di questo DDL, Paola Mancini ha detto a TGCOM24 che l’obiettivo è quello di incentivare “forme, anche innovative, di welfare aziendale“, per offrire “risposte concrete e immediate a esigenze reali e molto sentite nel mondo del lavoro, dove abbiamo la necessità di crescere in produttività e competitività e l’investimento sulle risorse umane rappresenta il passaggio decisivo per raggiungere tali obiettivi“.

Il Disegno di Legge è attualmente all’esame della commissione Lavoro del Senato e ci si aspetta che concluderà l’iter in tale sede entro ottobre.

Fringe benefit: un nuovo tetto per tutti?

Stando poi a quanto riportato da alcuni, pare che si stia ancora riaccendendo il dibattito attorno ai fringe benefit, cioè quegli strumenti di welfare aziendale che sono comunemente veicolati attraverso buoni spesa, buoni carburante, gift card o voucher acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi.

Come ampiamente riportato qui, negli ultimi anni i Governi che si sono susseguiti alla guida del Paese hanno messo mano alla normativa per garantire un aumento temporaneo della soglia di deducibilità dei fringe. Con l’ultima Legge di Bilancio il Governo ha deciso di modificare le soglie per l’intero triennio 2025-2027. Nello specifico, come già avvenuto nel 2024, sono state definite due soglie distinte: 1.000 euro per i lavoratori e le lavoratrici senza figli e 2.000 euro per coloro che hanno invece figlia a carico.

Welfare aziendale e fringe benefit: due novità che forse vi sono sfuggite

Stando a quanto trapela, allo scopo di stabilizzare la normativa e dare maggiore continuità alle imprese, l’idea sarebbe quella di garantire un aumento strutturale della soglia dei fringe benefit a 750 euro per tutti. Al momento non risulta che la proposta sia inclusa in alcun disegno di legge o provvedimento governativo e la notizia, per ora, non trova riscontro da altre fonti. Tuttavia, come spesso abbiamo avuto modo di sottolineare, la definizione di un tetto strutturale per i fringe benefit rappresenterebbe un passaggio importante per mettere ordine in una normativa che, come detto, è stata oggetto di ripetuti interventi temporanei che hanno spesso messo in difficoltà gli attori del mercato del welfare (in primis le imprese chiamate a confrontarsi con novità importanti quasi di mese in mese e quindi impossibilitate a fare programmazione e strategia in questo ambito). Vedremo se questa nuova definizione avverrà con interventi ad hoc o, come è accaduto negli ultimi anni, sarà ancora la Legge di Bilancio a definire tale aspetto.

L’importanza di accompagnare il cambiamento

Il welfare aziendale torna dunque al centro del dibattito politico, con l’Esecutivo che già oggi punta a rafforzare l’attuale normativa fiscale per incentivare ancora di più le imprese a fare welfare. Una conferma di come questo settore sia riconosciuto come strategico – non solo dal Governo – per aiutare le imprese sul fronte della produttività, per sostenere il ceto medio in termini economici e per favorire la conciliazione e rispondere ai bisogni sociali di lavoratori e lavoratrici.

Staremo ora a vedere quale sarà la strada che il Governo deciderà di seguire. A nostro avviso, nonostante sia da sottolineare questa “presa di coscienza” rispetto alla centralità del welfare aziendale, sarà essenziale nel prossimo futuro incentivare e accompagnare le imprese soprattutto nella predisposizione di misure e servizi di natura sociale, sanitaria e assistenziale, capaci di integrare concretamente il nostro sistema di welfare (come abbiamo spiegato qui e qui). Solo in questo modo il welfare d’impresa potrà essere uno strumento realmente in grado di integrare lo Stato sociale (così come concepito dal Legislatore quando è stata sviluppata l’attuale normativa).

Vi terremo quindi informati rispetto alle novità che saranno introdotte su questo fronte. Con la speranza e l’auspicio che la dimensione sociale sia sempre più valorizzata e promossa.

 

 

Note

  1. Ad oggi le soglie sono limitate a 46,48 euro al giorno per le trasferte in Italia e 77,47 euro al giorno per le trasferte all’estero.
Foto di copertina: Generata da OpenAI su prompt di Percorsi di secondo welfare