Rassegna Stampa
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Secondo Anseb la nuova norma sui buoni pasto costerà 180 milioni di euro l’anno alle aziende

Per l'Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto l'introduzione del tetto del 5% sulle commissioni rischia di generare costi aggiuntivi per le imprese e compromettere la sostenibilità del welfare aziendale.
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Come abbiamo approfondito qui e qui, i buoni pasto rappresentano uno strumento strategico per il  welfare aziendale. Il Ddl Concorrenza  approvato alla fine dello scorso anno ha introdotto una novità importante: un tetto massimo del 5% sulle commissioni che le società emettitrici possono applicare a ristoranti, bar e supermercati che accettano i buoni. Questo limite, già in vigore nel settore pubblico, è diventato obbligatorio anche per il settore privato a partire dal 2025.

La misura è destinata a incidere su un mercato che vale 4,5 miliardi di euro, coinvolge migliaia di aziende e interessa circa 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori. Per comprendere meglio le sue implicazioni, nel mese di dicembre, dopo un primo articolo di presentazione della norma, abbiamo raccolto le opinioni di alcuni attori chiave del settore. Tra questi l’onorevole Giovine, che ha presentato l’emendamento contenente la norma, e i rappresentanti di Up Day, 360 Welfare e Satispay, tre realtà diverse per dimensioni, strategie e visioni sulla norma. Inoltre Valentino Santoni, ricercatore di Secondo Welfare ed esperto di welfare aziendale, ci ha aiutato a individuare gli aspetti più critici di questa riforma.

Recentemente, anche Anseb (Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto) ha espresso la sua posizione su Il Sole 24 Ore: l’imposizione del tetto del 5% sulle commissioni genererà costi aggiuntivi per le aziende pari a 180 milioni di euro l’anno. “Questa dinamica porterà a un impoverimento del welfare aziendale e a una riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori, ha dichiarato Matteo Orlandini, presidente di Anseb.

La norma è entrata in vigore per i nuovi contratti dal 1° gennaio 2025, mentre per quelli già esistenti l’adeguamento sarà obbligatorio entro il 1° settembre dello stesso anno. Tuttavia, restano ancora alcuni interrogativi, come evidenziato sempre da Anseb: se i costi dei servizi offerti dalle società emettitrici venissero inclusi nella commissione, si rischierebbe un’ulteriore compressione della concorrenza.

Secondo Orlandini, questa riforma è, di fatto, anticoncorrenziale poiché limita la libera determinazione dei prezzi e penalizza la sostenibilità del mercato a vantaggio della grande distribuzione organizzata. Anseb, infine, si è dichiarata disponibile al dialogo con il governo per individuare soluzioni che rafforzino il potere d’acquisto dei lavoratori e la sostenibilità del sistema, suggerendo, tra le possibili misure, l’innalzamento della soglia di detassazione dei buoni pasto da 8 a 10 euro.

Lavoro: Anseb, norma buoni pasto costa 180mln ad aziende ed erode welfare
Il Sole 24 Ore Radiocor, 2 febbraio 2025