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A pochi giorni dal lancio del Reddito di Emergenza (REM), la nuova misura di sostegno economico rivolta ai nuclei familiari in difficoltà a seguito dell’emergenza COVID-19, l’INPS ha fatto sapere che molte delle domande fino ad ora presentate non potranno essere accolte perché prive di una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) valida. La DSU è una certificazione necessaria all’elaborazione dell’ISEE, che è lo strumento previsto per la selezione della platea dei destinatari del REM.

Che l’ISEE non fosse uno strumento idoneo a individuare i beneficiari del REM era già stato sottolineato dal Forum Disuguaglianze e Diversità (Forum DD) e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) quando ancora la misura era in via di definizione (si veda qui). Questa “coalizione di scopo”, che oltre alle organizzazioni menzionate vede protagonista il docente dell’Università di Trento Cristiano Gori, aveva infatti avvertito che l’obbligo di presentazione di un ISEE valido rende le procedure di accesso estremamente complesse e quindi particolarmente inadeguate nel caso di una misura emergenziale come il REM. Peraltro, la soglia ISEE fissata (15.000 euro) è anche decisamente alta per una misura di questo genere e non è quindi utile al suo scopo. È infatti verosimile che con una soglia di questo tipo l’utenza sia piuttosto selezionata sulla base degli altri due criteri previsti, ovvero il reddito e il patrimonio.

Inoltre, nell’esprimere un parere sulla misura (si veda qui), Forum DD e ASviS avevano anche sottolineato la necessità che il lancio del REM fosse accompagnato dalla realizzazione di una campagna informativa volta a raggiungere tutte le persone in condizione di bisogno.

Il comunicato dell’INPS ci dice purtroppo che le preoccupazioni erano fondate e che i punti sollevati da Forum DD e ASviS sono centrali: le persone non sono adeguatamente informate e quando cercano di accedere alla misura si scontrano con la difficoltà di presentare l’ISEE in un tempo che peraltro è estremante breve (le richieste di REM possono infatti essere avanzate fino al prossimo 30 giugno). 

In questo quadro, se veramente si vuole offrire una risposta ai nuclei colpiti dall’emergenza sanitaria e che ad oggi non hanno ancora beneficiato di nessun sostegno è necessario che il Governo intervenga al più presto eliminando il criterio dell’ISEE, realizzando una capillare campagna informativa e prolungando la finestra temporale utile alla presentazione delle domande.