Pillole
Povertà e inclusione

La raccomandazione UE per “un adeguato reddito minimo”

Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un atto per spingere i Paesi membri a “combattere la povertà e l'esclusione sociale e a perseguire livelli elevati di occupazione”.
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Promuovere un adeguato sostegno al reddito mediante un reddito minimo, un accesso effettivo ai servizi abilitanti ed essenziali per le persone che non dispongono di risorse sufficienti e favorire l’integrazione nel mercato del lavoro di chi può lavorare”. È l’obiettivo della raccomandazione adottata lo scorso 30 gennaio dal Consiglio dell’Unione Europea che ha come obiettivo “combattere la povertà e l’esclusione sociale e a perseguire livelli elevati di occupazione”.

Sebbene tutti gli Stati membri dispongano di reti di sicurezza sociale – si legge nel comunicato che annuncia il provvedimento – , i progressi compiuti per renderle accessibili e adeguate sono stati disomogenei. Il Consiglio raccomanda pertanto agli Stati membri di fornire e, ove necessario, rafforzare solide reti di sicurezza sociale combinando un adeguato sostegno al reddito mediante prestazioni di reddito minimo e altre prestazioni monetarie e in natura di accompagnamento e dando accesso ai servizi abilitanti ed essenziali”.

L’Italia ha avuto diversi schemi di reddito minimo negli ultimi anni: il Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA), il Reddito di Inclusione (REI) e, infine, il Reddito di Cittadinanza che l’attuale Governo Meloni ha deciso di depotenziare e sostituire con una nuova misura, che sarà ideata nel corso di quest’anno e dovrebbe entrare in vigore nel 2024. La raccomandazione – che ricordiamo è un atto giuridico non vincolante dell’Unione Europea, contenente un invito agli Stati membri a seguire una certa linea – dovrebbe essere presa in seria considerazione dal nostro Paese.

In particolare, come ha recentemente ricordato anche Maurizio Ferrera, l’impegno pubblico per lo sviluppo di una forma adeguata di reddito minimo dovrebbe conciliarsi soprattuto con lo sviluppo di un mercato del lavoro capace di sviluppare offerte “congrue” per i beneficiari della misura. In linea con quanto richiesto dal Consiglio UE.

 

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Foto di copertina: Markus Spiske, Pexels