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Rafforzare le competenze digitali nelle organizzazioni del Terzo Settore italiano, formando figure capaci di promuovere la cultura digitale e guidare percorsi di innovazione all’interno delle realtà non profit. È questo l’obiettivo di Non Profit Digital Leaders, progetto promosso da TechSoup Italia – SocialTechno Impresa Sociale selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale nell’ambito del bando Digitale Sociale.

Non Profit Digital Leaders, in particolare, nasce per rispondere a uno dei principali nodi critici che limitano l’adozione di strumenti e processi digitali nel non profit italiano: la carenza di competenze digitali adeguate e contestualizzate.

Abbiamo chiesto a Fabio Fraticelli, Chief Executive Officer di TechSoup, di spiegarci quali sono obiettivi e approccio di questo progetto che punta a generare una trasformazione digitale capillare e sostenibile all’interno del Terzo Settore italiano.

Fabio, ci spieghi in breve cos’è Non Profit Digital Leaders e cosa intende fare?

Non Profit Digital Leaders è un progetto formativo sulle competenze digitali che abbiamo lanciato proprio in questi giorni. Un progetto ambizioso, perché mira a trasformare radicalmente l’approccio al digitale nel Terzo Settore italiano, e innovativo, perché pensato e costruito a partire da una reale e profonda conoscenza delle dinamiche tipiche di un settore atipico come il non profit.

Con SocialTechno (impresa sociale che realizza il programma TechSoup in Italia, ndr), da anni sperimentiamo come lo sviluppo di competenze digitali adeguate rappresenti la vera chiave per l’innovazione nel Non Profit. Ora con questo progetto, possibile grazie al sostegno del Fondo per la Repubblica Digitale, vogliamo rispondere esattamente a questa necessità, costruendo un percorso strutturato che permetterà alle organizzazioni di sviluppare internamente le competenze necessarie per gestire la propria trasformazione digitale.

Non si tratta solo di insegnare l’uso di specifici strumenti, ma di promuovere un vero e proprio cambiamento culturale che metta il digitale al centro dei processi operativi e strategici delle realtà non profit.

Il progetto propone un approccio particolare, il cosiddetto “Train for Trainers”, di cosa si tratta?

Il modello “Train the Trainers” è la vera innovazione metodologica di questo progetto.

Abbiamo scelto di non limitarci a erogare formazione diretta agli operatori, ma di creare un effetto moltiplicatore molto più potente. Formeremo 73 Digital Leaders, figure selezionate all’interno delle organizzazioni partner, che diventeranno veri e propri “ambasciatori del digitale” nelle loro realtà.

Questi Digital Leaders riceveranno una formazione intensiva e altamente specializzata, acquisendo non solo competenze tecniche, ma anche capacità di formazione e di change management. Una volta formati, saranno loro stessi a trasferire conoscenze e competenze ai colleghi e volontari delle proprie organizzazioni. È un approccio che garantisce sostenibilità nel tempo e un impatto molto più profondo, perché la formazione viene calata nel contesto specifico di ogni organizzazione e adattata alle sue peculiari esigenze.

Attraverso questo approccio volete aiutare le organizzazioni a raggiungere la “maturità digitale”. Nel concreto, questo cosa significa? E soprattutto, come farete a capire se questa maturazione c’è effettivamente stata?

Quando parliamo di “maturità digitale” ci riferiamo a una condizione in cui un’organizzazione non profit è in grado di utilizzare consapevolmente strumenti e processi digitali per migliorare sia la propria efficienza operativa che l’impatto sociale delle proprie attività. Nel concreto, significa superare l’approccio frammentario all’adozione del digitale per arrivare a una gestione strategica della trasformazione tecnologica.

Per misurare questo percorso di maturazione, abbiamo sviluppato in collaborazione con l’Università di Firenze uno strumento specifico di assessment che verrà utilizzato in diversi momenti di Non Profit Digital Leaders. Non si tratta di un semplice test, ma di un vero e proprio sistema di misurazione che considera molteplici dimensioni: dalla competenza tecnica del personale all’infrastruttura IT, dalla digitalizzazione dei processi interni alla capacità di utilizzare il digitale nelle attività di comunicazione e fundraising.

Questo ci permetterà di avere una fotografia precisa della situazione iniziale di ogni organizzazione, di monitorare i progressi durante il percorso e di verificare i risultati finali in modo oggettivo e misurabile.

Vi siete posti un obiettivo molto sfidante: 100.000 ore di formazione destinate a più di 5.000 persone complessive per permettere alle organizzazioni di raggiungere la citata maturità digitale. Come vi muoverete per centrarlo?

È certamente un obiettivo ambizioso, ma abbiamo strutturato il progetto per renderlo raggiungibile grazie a un ecosistema digitale integrato appositamente sviluppato. Stiamo implementando una piattaforma formativa che consentirà l’erogazione di contenuti sia in modalità sincrona che asincrona, permettendo la massima flessibilità di fruizione.

Il nostro catalogo formativo comprenderà oltre 80 moduli online che toccheranno tutte le principali aree di competenza digitale rilevanti per il non profit. Ma non ci limiteremo a offrire contenuti standardizzati: per ciascuna organizzazione partner svilupperemo percorsi personalizzati, calibrati sulle specifiche esigenze e sul livello di partenza.

Un’altra leva fondamentale sarà l’attivazione di una comunità di pratica tra i Digital Leaders, che saranno accompagnati dagli esperti di Tebat. Questa dimensione collaborativa permetterà di condividere esperienze, risolvere problemi comuni e accelerare i percorsi di apprendimento. Infine, la certificazione delle competenze acquisite da parte di IFOA rappresenterà non solo un riconoscimento formale, ma anche un importante elemento motivazionale per tutti i partecipanti.

Questo progetto darà quindi un grande supporto alle organizzazioni partner, ma pensi che indirettamente possa essere utile anche alle altre migliaia di realtà del Terzo Settore che, come spesso ci diciamo, ancora faticano affrontare le sfide della trasformazione digitale?

Assolutamente sì, e questo è uno degli aspetti più importanti del progetto. Non Profit Digital Leaders è stato concepito fin dall’inizio come un’iniziativa con un impatto che va ben oltre le organizzazioni direttamente coinvolte.

Innanzitutto, tramite Percorsi di secondo welfare, che cura la comunicazione istituzionale, ci impegneremo a diffondere metodologie, strumenti e risultati del progetto, rendendo disponibili le buone pratiche a tutto il Terzo Settore italiano.

Inoltre, l’esperienza maturata ci permetterà di affinare e validare un modello di intervento per la trasformazione digitale del non profit che potrà essere replicato su scala più ampia. Come SocialTechno, con una community di oltre 29.000 Enti di Terzo Settore, abbiamo la possibilità di portare questa conoscenza a un pubblico molto vasto.

Infine, voglio sottolineare che questo progetto si inserisce perfettamente nella mission del Fondo per la Repubblica Digitale, che non si limita a sostenere singole iniziative ma punta a identificare e scalare le migliori pratiche per informare le future politiche nazionali in tema di digitalizzazione. La nostra ambizione è che Non Profit Digital Leaders possa diventare un caso studio di riferimento per l’intero settore, contribuendo a colmare quel gap di competenze digitali che oggi rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo e all’innovazione nel Terzo Settore italiano.