5 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Il 31 marzo Fondazione Cariplo ha presentato il nuovo bando sociale “Welfare di comunità e innovazione sociale”. L’intento è quello di avviare sperimentazioni che, coinvolgendo le diverse anime della comunità, permettano di porre in rete le risorse e le forze presenti sui territori delle province lombarde, di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola per rispondere più efficacemente ai bisogni dei singoli e delle famiglie.

Per raggiungere questo obiettivo ambizioso Cariplo ha deciso di mettere sul piatto una cifra considerevole, 10 milioni di euro, destinata agli attori pubblici e privati che sceglieranno di intraprendere un percorso di programmazione territoriale, aperta e partecipata, finalizzato a cambiare il welfare locale. I soggetti interessati saranno invitati a mettersi insieme, confrontarsi e proporre congiuntamente idee che possano cambiare il volto delle politiche sociali che, come è sotto gli occhi di tutti, ormai da diversi anni faticano a fornire risposte ai rischi e bisogni cui si trovano quotidianamente esposti i cittadini.

Le reti pubblico-private che si costituiranno in questi mesi avranno tempo fino al 30 maggio per presentare idee progettuali finalizzate alla realizzazioni di sistemi territoriali di welfare comunitario, che dovranno essere capaci di produrre innovazione in merito alle modalità di risposta alle problematiche sociali. Le proposte migliori che saranno selezionate da Fondazione Cariplo verranno quindi sostenute ed accompagnate nelle successive fasi di realizzazione e lo sviluppo.

Dallo Stato alla comunità: una nuova idea di welfare

“Di solito non sono enfatico, ma oggi ho deciso di lasciarmi andare: siamo qui per provare una vera e propria rivoluzione”: queste le parole di Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, nel corso della presentazione del nuovo bando sociale. Guzzetti ha ricordato come ci sia stato un periodo felice per il welfare in cui, grazie a tante risorse disponibili, si pensava che attraverso l’intervento pubblico si potesse rispondere a tutti i bisogni sociali, “ma oggi non è più così”. “La vera domanda che dobbiamo porci oggi è: se si può convertire il welfare statale in un welfare di comunità? La comunità, la persona, il territorio, si possono affiancare allo Stato nella risposta ai bisogni sociali?”.

Guzzetti ha indicato come di fronte a questa questione cruciale anche le fondazioni di origine bancaria non possano più limitarsi alla mera erogazione di denaro, ma devono “accettare le sfide presenti ed intraprendere strade innovative per rispondervi”. Il nuovo bando di Cariplo in questo senso mira a realizzare una vera innovazione sociale che possa anzitutto cambiare i paradigmi culturali che vedono l’attore pubblico quale unico soggetto capace di tutelare il benessere sociale dei cittadini. "Noi però non ci rassegniamo all’arretramento dello Stato e vogliamo coinvolgere tutti coloro che sul territorio sono interessati ad affrontare insieme i problemi del welfare italiano”.

Alberto Fontana, coordinatore della Commissione area servizi alla persona di Cariplo, ha quindi spiegato che: “abbiamo capito che si può creare uno stato sociale capace di creare processi partecipativi che non lascino solo nessuno” e che “un’alleanza tra pubblico e privato è oggi il modo migliore per rispondere ai bisogni dei cittadini”. In quest’ottica Fontana ha ricordato l’esperienza del bando sull’Amministrazione di Sostegno, che si è contraddistinto per l’impegno congiunto di terzo settore e istituzioni pubbliche e che ha dimostrato come le persone “vogliono, possono e sono capaci di aiutarsi l’un l’altro” se posti nelle condizioni adeguate per farlo. “Il nostro stato sociale” ha concluso Fontana “è stato costruito nel secondo dopoguerra da persone diverse con idee fra loro diverse. Oggi con questo bando vogliamo fare la stessa cosa: prendere idee diverse, permettere loro di confrontarsi e così costruire politiche sociali nuove”.


Integrare le reti e rafforzare i legami

Giovanni Fosti, ricercatore del Cergas dell’Università Bocconi, e Mauro Magatti, sociologo ed economista dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, hanno quindi presentato alcuni dei tratti peculiari del progetto. 

Fosti ha sottolineato come oggi, a causa della situazione sociale e di fronte all’incapacità di sistematizzare le risposte ai bisogni, “abbiamo un modello di welfare che rischia di andare verso il fai da te”. Il bando in questo senso sarà “una provocazione per i territori, che saranno spronati a ragionare innanzitutto su dove e come sono cambiati i bisogni” e che aiuterà ad andare verso un meccanismo di condivisione dei problemi capace di attivare risposte, misure e risorse nuove che evitino "l’individualizzazione della fragilità". Foschi ha quindi affermato che “la partecipazione al bando sarà già una vittoria, perché permetterà di aggregare attori del territorio che altrimenti non si metterebbero insieme. Questa cosa di per sé sarà giù una grande innovazione sociale” e “chi supererà la call for ideas non dovrà considerarsi un vincitore, ma un esploratore, perché lavorerà per tutti nell’elaborazione di una strada del tutto nuova".

Mauro Magatti ha indicato come questo bando non deve essere interpretato in senso ordinario ma in senso straordinario, “Cariplo oggi fa una cosa nuova rispetto al passato: chiede esperienze nuove, provenienti dal basso, che non siano solo positive ma che possano diventare prototipi”. In questo senso alle comunità sarà chiesto uno sforzo d’innovazione sociale, ma questo potrà essere compiuto nel solco di una tradizione – italiana ma soprattutto lombarda – ben definita, che sarà certamente di aiuto. “Nella nostra società il legame è spessp associato a qualcosa che ti blocca, ti incatena, ti lega. Etimologicamente “legame” significa invece “abbraccio”, qualcosa che ti tiene insieme, ti valorizza e non ti limita”. In questo senso “il bando mira alla creazione di un’alleanza che funzioni da moltiplicatore” e che quindi “avrà successo solo se sarà capace di usare le risorse di Cariplo per aggregare intorno a sé nuove risorse e soggetti presenti sul territorio”.


Obiettivi principali e tempistiche del bando

Lo staff dell’area servizi alla persona di Cariplo ha quindi esposto più nel dettaglio gli obiettivi e le tempistiche a cui dovrà attenersi chi deciderà di partecipare al bando.
Nella fase di Call for Ideas, che si concluderà il 30 maggio 2014, gli enti interessati potranno inviare le proprie idee progettuali per realizzare sistemi territoriali di welfare comunitario capaci di produrre innovazione sulle modalità di risposta a un problema sociale. In questo primo momento le reti locali saranno chiamate ad attivare processi di analisi su risorse e bisogni dei territori, effettuando una diagnosi dei principali problemi e proponendo una strada innovativa per affrontarli. Le risposte, come detto, dovranno presentare un alto tasso d’innovazione, come nuovi assetti territoriali, alleanze inedite e governance più inclusive che possano permettere anche ad attori non convenzionali di dare risposte sociali più efficaci ed efficienti. “Non si tratta necessariamente di creare qualcosa di nuovo” ha sottolineato Filippo Petrolati “ma può anche voler dire trasformare quello che già esiste, prima di tutto attraverso un cambiamento culturale”. In questo senso l’obiettivo è facilitare il passaggio da un concetto di welfare riparatorio, emergenziale, a un welfare preventivo, non solo assistenziale ma promozionale.

Uno degli aspetti su cui gli attori locali dovranno in particolare concentrarsi sarà quello della governance, intesa come leva per la realizzazione di servizi maggiormente efficienti ed inclusivi. “Come si sottolinea anche nel Rapporto sul secondo welfare” ha sottolineato Monica Villa, “uno dei rischi maggiori a cui si può andare incontro è quello di creare incastri distorti tra pubblico e privato: si dovrà stare attenti a creare una vera sussidiarietà circolare, che possa mettere insieme tutti gli attori del territorio per guardare ai problemi da un punto di vista condiviso”. In questo senso “l’ente pubblico dovrà continuare ad essere garante dell’equità, allontanandosi dalla gestione diretta dei servizi, per essere quello che investe in formazione delle risorse di gestione della rete. Di contro terzo settore dovrà uscire da una mera ottica di esternalizzazione per diventare davvero motore di innovazione”.

Entro giugno 2014, la fondazione Cariplo selezionerà le idee migliori e tra luglio e novembre 2014 si svolgerà lo studio di fattibilità dei progetti indiviudati nella prima parte del bando. In questa fase le idee selezionate beneficeranno di un percorso di accompagnamento metodologico garantito da fondazione Cariplo, volto a trasformare l’idea in studio di fattibilità per un progetto triennale. Entro dicembre 2014 verranno quindi selezionati gli studi di fattibilità valutati più coerenti con le linee guida del bando. L’implementazione dei progetti selezionati sarà finanziata per tre anni e beneficerà di un accompagnamento sostenuto da fondazione Cariplo, volto a sviluppare nuove sinergie con attori non convenzionali e piani di fundraising per costruire la sostenibilità degli interventi una volta terminato il sostegno finanziario di Cariplo. In quest’ultima fase lo sviluppo delle progettualità selezionate sarà oggetto di monitoraggio costante per verificare l’andamento dei processi e registrare i risultati ottenuti, volti a favorire l’apprendimento e la diffusione degli interventi sostenuti e ad alimentare il dibattito sui temi del welfare di comunità.

 

Riferimenti

La pagina sul sito di Fondazione Cariplo dedicata al bando

Testo del bando "Welfare di comunità e innovazione sociale"

Il video di presentazione "Welfare in azione"
 

Potrebbe interessarti anche:

Il Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia

Il capitolo del Primo Rapporo sul secondo welfare dedicato alle fondazioni di origine bancaria

Progetto Amministratore di Sostegno: passi avanti nella tutela delle persone fragili

 

 

Torna all’inizio