Sostenere media indipendenti è una priorità democratica.
Negli ultimi anni, la libertà di stampa ha subito pressioni crescenti. In Europa e non solo, i media indipendenti sono stati oggetto di acquisizioni ostili, pressioni politiche e difficoltà economiche. I modelli tradizionali – da un lato il finanziamento pubblico, dall’altro il mercato – non bastano più a garantire un’informazione libera e di qualità.
Il caso del quotidiano polacco Rzeczpospolita, minacciato dall’acquisizione da parte di un’impresa controllata dallo Stato, ha mostrato come i governi possano usare leve economiche per ridurre il pluralismo. Allo stesso tempo, la dipendenza da pubblicità o abbonamenti spinge molti media a privilegiare contenuti sensazionalistici a scapito della profondità.
Esiste però un ulteriore modello che dimostra che qualità editoriale e sostenibilità economica possono andare di pari passo e tutelare la democrazia.
La «terza via»: pluralità di capitali per pluralità editoriale
La “terza via” nasce per rispondere a queste fragilità sistemiche. Si tratta di un modello innovativo che mette insieme fondazioni filantropiche, investitori a impatto, editori indipendenti, istituzioni finanziarie e attori privati. Il principio fondante è semplice ma potente: nessun attore deve avere controllo esclusivo, ma tutti devono condividere una missione comune a tutela dell’indipendenza editoriale.
Plūrālis, esempio concreto di questo approccio, è un veicolo di investimento costituito per proteggere i media indipendenti a rischio. Creato dal Media Development Investment Fund (MDIF)1, ha coinvolto il media group Mediahuis (Belgio), la media house Schibsted (Norvegia), e le fondazioni Erste Foundation (Austria) e Oak Foundation. Questa diversificazione non è solo finanziaria, ma anche di visione e responsabilità democratica.
Il ruolo cruciale della filantropia: de-risking e leva collettiva
Le fondazioni filantropiche possono rendere possibile ciò che da sole le logiche di mercato non riescono a garantire. Attraverso l’uso di capitali concessional – ovvero fondi pazienti, a basso rendimento e in posizione di “prima perdita” capaci di incentivare altri investimenti assumendosi i maggiori rischi2 – la filantropia crea le condizioni per attrarre capitali aggiuntivi, privati o pubblici.
Nel caso di Plūrālis, la Oak Foundation ha offerto una significativa garanzia iniziale che ha diminuito il rischio l’investimento per altri soggetti, generando un effetto moltiplicatore. Questo approccio è particolarmente efficace nei contesti più fragili: dove il mercato non arriva e lo Stato può essere un attore ostile, la filantropia può colmare il vuoto e creare spazio per soluzioni sostenibili.
Un invito all’azione per il Terzo Settore italiano
Fondazioni, enti filantropici e soggetti del Terzo Settore italiani sono già protagonisti in molti ambiti sociali. Ora è il momento di includere la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione tra le priorità strategiche.
Non si tratta solo di finanziare giornali: significa difendere la democrazia, sostenere il pluralismo, contrastare la disinformazione. E si può fare in modo innovativo, partecipando a veicoli di investimento condivisi, sostenendo fondi ibridi, promuovendo reti di media locali e indipendenti.
In questo contesto, la “terza via” rappresenta una risposta concreta a una falla strutturale del mercato: quella che penalizza l’informazione di interesse pubblico perché non immediatamente redditizia. È qui che la filantropia, insieme a investitori a impatto, può agire in modo determinante.
Sostenere media indipendenti contribuisce direttamente a rafforzare numerosi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030. In particolare:
- l’SDG 16, che promuove istituzioni responsabili, accesso all’informazione e lotta alla corruzione;
- l’SDG 17, attraverso la costruzione di partnership multi-attore per la coesione sociale;
- indirettamente, obiettivi legati alla salute, all’istruzione, alla parità di genere e alla riduzione delle disuguaglianze, perché un’informazione libera è alla base di qualsiasi agenda di sviluppo efficace.
L’informazione di qualità è un bene comune. E per proteggerla serve un’alleanza consapevole, paziente e coraggiosa.
Note
- Media Development Investment Fund è un fondo di investimento senza scopo di lucro con un’esperienza trentennale nell’offerta di finanziamenti in forma di debito e capitale proprio, accompagnati da consulenza strategica, a media indipendenti in Paesi dove l’accesso a notizie e informazioni affidabili è minacciato. MDIF investe in media indipendenti in tutto il mondo che forniscono notizie diversificate e favoriscono lo scambio di informazioni e opinioni necessario alle persone per costruire società libere e prospere. Al centro della sua missione vi è la convinzione che un’informazione tempestiva, accurata e pertinente sia essenziale per le società libere: essa consente una partecipazione più ampia alla vita pubblica, rafforza il senso di comunità, chiede conto delle loro azioni a chi detiene il potere e tutela i diritti dell’individuo.
- Concessional e first-loss capital sono forme di investimento che consentono di attrarre ulteriori capitali, dal momento che chi concede il capitale iniziale assume su di sé il rischio di perdita più elevato, incentivando così l’intervento di investitori che altrimenti non sarebbero entrati nell’operazione. Questo tipo di finanziamento si è dimostrato efficace nell’attrarre ulteriori investimenti, moltiplicando spesso ogni dollaro investito in capitale agevolato con diversi dollari di capitale privato.