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Rafforzare le competenze digitali del Terzo Settore italiano formando figure capaci di promuovere la cultura digitale e guidare percorsi di innovazione nelle organizzazioni. È l’obiettivo di Non Profit Digital Leaders, progetto promosso da TechSoup Italia – SocialTechno selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale nell’ambito del bando Digitale Sociale.

Cuore del progetto, come vi abbiamo raccontato, è l’approccio “Train the Trainers” che prevede la formazione intensiva di circa 80 Digital Leader che “a cascata” formeranno oltre 5.000 persone, tra volontari e operatori all’interno delle 11 organizzazioni partner del progetto. In pratica, i Digital Leader riceveranno una preparazione mirata coordinata da TechSoup, per poi attivare percorsi formativi nelle proprie realtà di appartenenza e accompagnare le persone che vi operano nel raggiungimento di una vera maturità digitale.

Un obiettivo molto ambizioso che, come ci ha spiegato Fabio Fraticelli di TechSoup, il progetto intende non solo raggiungere ma anche certificare. Non Profit Digital Leaders non si limiterà infatti a rendicontare le ore di formazione e stimarne l’effetto sui beneficiari, ma anche dimostrare attraverso i dati che quella formazione ha cambiato la situazione, generando un impatto concreto e misurabile nelle organizzazioni.

Bipasha Nath, PhD Candidate in Social Sciences for Sustainability and Well-Being dell’Università di Firenze, è la ricercatrice responsabile dello sviluppo dello strumento di assessment della maturazione digitale delle organizzazioni che partecipano al progetto Non Profit Digital Leaders. A lei abbiamo chiesto di raccontarci meglio come funziona lo strumento e quali vantaggi può offrire al progetto. E non solo ad esso.

Quale metodologia utilizzerete per valutare il livello delle competenze digitali di partenza di chi prenderà parte a Non Profit Digital Leaders?

La strategia di valutazione prevede un design sequenziale con metodo misto per i due gruppi partecipanti.

Il primo round prevede interviste semi-strutturate con i Digital Leader (Gruppo 1) per raccogliere le loro percezioni e il loro feedback sul programma Non Profit Digital Leaders. Il secondo round includerà una survey rivolta ai beneficiari del programma che saranno formati “a cascata” dai Digital Leaders (Gruppo 2). Successivamente, membri selezionati del Gruppo 2 saranno invitati a sostenere interviste semi-strutturate per chiarire e approfondire i risultati della survey.

Data la novità di questo programma, soprattutto nel contesto delle organizzazioni del Terzo Settore, abbiamo pensato fosse necessario utilizzare metodologie sia qualitative che quantitative. In questo senso, infatti, mentre le interviste consentono di ottenere approfondimenti dettagliati su esperienze individuali, motivazioni, carenze e opportunità di crescita, le survey garantiscono la raccolta di dati standardizzati, su larga scala e auto-riportati, nonché la convalida incrociata dei risultati delle interviste.

Quali parametri saranno presi in considerazione per valutare se la formazione erogata nell’ambito del programma abbia effettivamente migliorato le competenze delle persone che parteciperanno ai percorsi personalizzati?

Il programma già prevede valutazioni obbligatorie dei corsi erogati, che aiuteranno a determinare l’avanzamento delle digital skills e delle competenze su una serie di argomenti come la raccolta fondi, la gestione dei progetti, la comunicazione e altro ancora.

Parallelamente, i partecipanti dovranno dimostrare di aver acquisito una mentalità digitale agile, in grado di intraprendere con successo la maturità digitale nelle rispettive organizzazioni. Questa sarà valutata attraverso costrutti quali l’orientamento agli obiettivi (possibilità di migliorare la propria capacità di raggiungere target/obiettivi), la flessibilità cognitiva (agilità verso il pensiero innovativo e l’esplorazione di nuove idee), un atteggiamento adeguato al cambiamento, la capacità di navigare con successo negli ambienti digitali.

Ma come farete a stimare la maturità digitale raggiunta dalle organizzazioni basandovi sui dati individuali?

Le organizzazioni non operano in modo isolato rispetto alle persone che vi operano, il che richiede un collegamento tra azioni individuali e capacità organizzative.

La maturità digitale a livello organizzativo sarà ricavata da dati aggregati a livello individuale raccolti attraverso il suddetto approccio sequenziale a metodo misto. A livello individuale, la maturità digitale implica l’aggiornamento/riqualificazione delle skill e l’applicazione di nuovi strumenti, conoscenze e competenze. A livello organizzativo, si manifesta attraverso l’integrazione sostenibile delle tecnologie e delle capacità digitali nei processi decisionali, nella cultura aziendale e nei processi.

I due livelli devono evolvere insieme per garantire un risultato desiderabile. Pertanto, analizzando i progressi, o la stagnazione, delle percezioni e delle competenze in una serie di dimensioni (elencate sopra, ndr) rispetto a un modello di maturità recentemente proposto, possiamo valutare la solidità della maturità digitale delle organizzazioni partecipanti. Mentre i dati quantitativi raccolti tramite sondaggi si concentreranno principalmente su considerazioni individuali, i dati qualitativi raccolti tramite interviste semi-strutturate approfondiranno le strutture organizzative, consentendo una valutazione completa della maturità digitale.

Qual è il valore aggiunto di fare una simile misurazione dell’impatto?

Credo ci siano almeno cinque elementi di valore che possiamo citare.

Primo, la valutazione a livello macro e micro. Utilizzando un’analisi multilivello e con metodo misto, si cerca di colmare il divario tra il contributo individuale e il supporto organizzativo necessario per la maturità digitale. Ciò garantisce che le competenze dei dipendenti non vengano valutate isolatamente, ma siano inserite nel contesto organizzativo.

Secondo, il rigore metodologico. L’enfasi su due metodi aumenta le possibilità di convalida incrociata dei risultati, riducendo i bias, triangolando le osservazioni chiave e mitigando i limiti metodologici. Si prevede che i risultati del sondaggio e delle interviste saranno complementari, facilitando la raccolta di dati generalizzabili e standardizzati, nonché di approfondimenti sfumati e ricchi di contesto.

Terzo elemento di valore: la scalabilità e replicabilità. Mentre il sondaggio garantisce la raccolta di dati da ampi campioni attraverso strumenti convalidati, le interviste forniscono framework basati su contesti organizzativi reali. Questa combinazione migliora la riproducibilità delle componenti della ricerca in altri studi e contesti.

Quarto, si potranno fornire preziose raccomandazioni pratiche. Valutando il livello di maturità per parametro all’interno di ciascuna organizzazione partecipante, sarà possibile formulare raccomandazioni per la definizione delle priorità strategiche, la progettazione dei flussi di lavoro, l’allocazione delle risorse e l’integrazione di interventi adeguati. Vi è inoltre una maggiore possibilità di fornire approfondimenti basati sui dati per manager e top leader, adattati alle esigenze delle organizzazioni del terzo settore.

Quinto e ultimo, ma non meno importante, le implicazioni teoriche dell’analisi. Il modello proposto si inserisce nel dibattito esistente sulla maturità digitale, ampiamente dominato dalle organizzazioni orientate al profitto. Può essere utilizzato per approfondire la nostra comprensione degli approcci di leadership in un team/organizzazione digitalmente agile, perfezionando le attuali strutture dei meccanismi di gestione del capitale umano e dei talenti e rafforzando i quadri di monitoraggio e valutazione. È importante sottolineare che mira a consolidare i diversi punti di vista di ricercatori e professionisti fornendo un modello coerente e unificato.

Ritenete quindi che questo approccio possa essere scalato anche in altri contesti?

Credo sia utile ricordare come oggi manchino framework adeguati che analizzino la maturità digitale specificamente all’interno delle organizzazioni del Terzo Settore.

Il fatto che i partecipanti al nostro lavoro di analisi siano persone che operano nel Terzo Settore rende questo studio rilevante e significativo al di là del progetto. Nonostante l’orientamento specifico del modello, come spiegato nella risposta alla domanda precedente, esso può essere adattato anche ad altri contesti, sia all’interno del Terzo Settore italiano, sia a quelli operanti al di fuori del contesto nazionale.

Gli strumenti validati possono inoltre costituire la base per ulteriori ricerche in settori come l’istruzione e la sanità. I costrutti e il protocollo rimangono appropriati nei campi degli studi organizzativi, del management, dello sviluppo sostenibile, dei sistemi informativi, della gestione della conoscenza, della pianificazione strategica e altro ancora. Ciò è particolarmente significativo poiché la maturità digitale non può essere affrontata attraverso una sola lente, ma deve invece comprendere prospettive interdisciplinari e multidimensionali.

 

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