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Il welfare italiano, ormai lo sappiamo bene, sta cambiando profondamente. I fenomeni socio-economici ed istituzionali in essere ormai da diversi anni, riassunti genericamente con la parola "crisi", hanno amplificato problemi strutturali che il nostro Paese si porta dietro ormai da diversi decenni, come l’invecchiamento della popolazione, i bassissimi tassi di natalità, la debole partecipazione femminile al mondo del lavoro e la scarsa produttività delle nostre imprese. Contemporaneamente, sia a causa del grande disavanzo pubblico andato ingrossandosi fin dagli anni ’80 sia per la congiuntura economica venutasi a creare più recentemente, si sono imposti vincoli di bilancio che hanno progressivamente intaccato la capacità dello Stato di fronteggiare efficacemente rischi e bisogni sempre più numerosi e complessi. Alcuni dei quali fortemente collegati alle problematiche sopra accennate.

Il generale aumento della povertà – che colpisce soprattutto giovani e famiglie numerose – i crescenti bisogni di ripensare la conciliazione tra vita e lavoro – soprattutto in tema di cura dei minori e degli anziani non autosufficienti – e ancora le problematiche legate all’occupazione – sia per quel che riguarda l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori più anziani sia per quel che riguarda l’ingresso nel mondo del lavoro dei più giovani – sono solo alcune delle grandi sfide che l’Italia è oggi chiamata ad affrontare. Il tutto in un quadro sociale in profondo mutamento a causa di fenomeni esogeni, come i flussi migratori, ed endogeni, come i cambiamenti delle strutture familiari e il generale sfaldamento dei legami comunitari e territoriali che per tanti anni sono stati punto di forza del nostro sistema Paese.

Come raccontiamo da quasi sei anni attraverso i nostri approfondimenti e le nostre ricerche, di fronte alla difficoltà del Pubblico di fornire risposte adeguate a molte delle questioni di cui sopra, diverse realtà appartenenti sia alla sfera privata che al Terzo settore, così come alcune Parti Sociali, hanno iniziato a sviluppare forme di secondo welfare (sai cosa significa?) integrative dell’azione della Pubblica Amministrazione.

Anche Confartigianato, la più grande rete europea di rappresentanza degli interessi e di erogazione di servizi all’artigianato e alle piccole imprese, da un paio di anni ha deciso di avviare un progetto nazionale denominato “Nuovo Sociale”, proprio per andare in questa direzione. L’iniziativa sarà ufficialmente presentata il 9 e 10 Novembre 2017 nel corso di un Convegno che si svolgerà a Milano. Di seguito vi presentiamo in anteprima alcune delle sue caratteristiche, che potete approfondire anche nella nostra intervista con Mario Vadrucci, Direttore Generale di INAPA Confartigianato, che trovate qui.

Confartigianato e il welfare: quale legame?

Se è vero che Confartigianato ha iniziato ad occuparsi “consciamente” di secondo welfare solo in tempi recenti, guardando alla storia dell’Organizzazione è evidente come questa abbia sempre interpretato il proprio ruolo di rappresentanza nel costante tentativo di promuovere un’idea complessiva di prosperità economica che permettesse il benessere delle società locali e dei suoi diversi componenti: imprenditori, lavoratori, famiglie, persone, protagonisti della vita della comunità. Per loro natura, infatti, i soggetti primari cui è rivolta l’attenzione di Confartigianato, ovvero i micro e piccoli imprenditori e la loro imprenditorialità, costituiscono una realtà inestricabile dalla storia dei territori in cui è da sempre articolata l’Italia, nonché delle vicissitudini delle comunità che su essi insistono. In tal senso si è basato anche lo sviluppo di diversi e numerosi servizi di Confartigianato e soprattutto delle sue espressioni territoriali.

La Confederazione nel tempo infatti ha sviluppato strutture in grado di rispondere alle esigenze emergenti in diversi momenti della vita delle persone – come il Patronato INAPA, il sistema dei CAAF Confartigianato, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati (ANAP) e l’Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive (ANCoS) –, realizzando tra l’altro, fino al 2014, anche un momento di confronto annuale su questi temi, il “Festival della Persona”, di cui poi si sono sfruttate le elaborazioni per la realizzazioni di “Nuovo Sociale”.

Lo sviluppo di rappresentanza e servizi, per la natura stessa dell’Organizzazione, si è sempre basato sull’aspetto territoriale. Confartigianato si compone infatti di 120 Associazioni provinciali e 20 Federazioni regionali caratterizzate da una forte autonomia e da una diffusione capillare, che permette di adeguare i propri schemi e modi operandi a quelle che sono le reali esigenze della multiformità territoriale italiana. Ad oggi, grazie al lavoro di quasi 11.000 addetti, sono ben 1.215 gli sportelli territoriali attivi, l’Organizzazione offre servizi a 1 milione e mezzo di imprenditori artigiani e 3 milioni di lavoratori. Si tratta di reti ampie e diffuse, da sempre contraddistinte per una collaborazione continuativa con Pubbliche Amministrazioni, Fondazioni e soggetti del mondo non profit e profit per la realizzazione di iniziative locali riguardanti il welfare e, più in generale, le questioni sociali.

Negli ultimi anni in particolare, anche a seguito delle previsioni della Legge di Stabilità 2015 che ha tagliato i fondi pubblici destinati ai Patronati, diverse Organizzazioni territoriali di Confartigianato si sono chieste se e come la propria presenza capillare all’interno delle comunità potesse essere, e soprattutto “ritornare ad essere”, un punto di forza per rilanciare il senso della funzione mediativa oggi e affrontare situazioni sempre più complesse da un punto di vista sociale. E così hanno iniziato a riflettere su come usare uno storico anche se usurato vantaggio competitivo per ripensare il proprio ruolo, andando incontro non solo ai bisogni dei propri associati ma delle comunità nel loro insieme.


Il Progetto nazionale per il “Nuovo Sociale”

A fine 2014 un nucleo di Associazioni territoriali e Federazioni Regionali, sostenute dalla Sede nazionale del Patronato INAPA, dell’ANAP e della Confederazione, ha avviato un percorso comune sotto forma progettuale, chiamato “Nuovo Sociale”. Lo scopo fondamentale era quello di rivitalizzare il ruolo di “attore sociale” dell’Organizzazione per rigenerare relazioni e legami che ricostituissero una base per il rilancio delle produttività dei sistemi locali. Per questo riposizionamento del ruolo della rappresentanza, l’àmbito specifico del welfare è stato inidivuato come lo spazio più adeguato per il dispiegamento della funzione di sostegno allo sviluppo locale. Un ambito, quello del welfare, considerato ideale di avviare processi di costruzione di risposte concrete alle esigenze di supporto di imprenditori, persone e famiglie in materia di provvidenze sociali, e cercando perciò soluzioni di “sistema” ed economie di scala che valorizzassero le peculiarità locali e permettessero di aprirsi alle trasformazione delle società locali. Gli obiettivi da perseguire in questo senso sono stati fondamentalmente tre: 

  • fornire interventi di welfare innovativo, cioè mettere a punto linee di azioni, servizi, iniziative e prodotti che potessero sia rispondere in maniera nuova alle specifiche esigenze di welfare di persone e imprese, sia indirizzarle verso un nuovo orizzonte di senso; inoltre, strutturare e praticare un sistema condiviso per monitorarne i risultati raggiunti;
  • favorire la realizzazione di progetti di welfare territoriale/comunitario mettendo in connessione gli attori locali per progettare e realizzare infrastrutture di servizi che potessero essere “cerniere” tra il settore pubblico, il privato – specialmente il privato sociale – ed ogni altro soggetto coinvolgibile in quest’opera di riprogettazione dello sviluppo locale;
  • contribuire alla diffusione di questo modo di fare welfare nelle comunità locali italiane, promuovendolo tra popolazione, istituzioni ed enti regolatori e rigenerando così responsabilità personali e corali nonché una nuova disponibilità a partecipare alla vita delle comunità.

Il lavoro, dapprima riflessivo e formativo per strutturare adeguate nuove competenze in merito, e poi fortemente operativo, ha coinvolto oltre 40 tra Associazioni territoriali e Federazioni Regionali. Oltre 250 persone per quasi due anni, anche grazie al supporto fornito da MBS Consulting a partire da gennaio 2016, si sono confrontate su ambiti strategici da affrontare, temi prioritari e processi operativi implementabili a livello sistemico. A metà 2017 è stata avviata una fase di realizzazione e sperimentazione di alcuni nuovi servizi pensati all’interno di appositi gruppi di lavoro costituiti da referenti tecnici appositamente demandati dalle Associazioni locali firmatarie dell’impegno progettuale: il welfare aziendale/comunitario; l’assistenza in loco per esigenze, bisogni e preoccupazioni di vita delle famiglie e dei loro membri; l’assistenza sanitaria personalizzata per i nuclei famigliari. Oltre a diversi altri ambiti.

Da alcuni mesi hanno iniziato a evidenziarsi i primi positivi risultati. L’ambizione ora è che i progetti più significativi avviati su base territoriale possano diventare patrimonio di conoscenza reciproca per tutte le Organizzazioni che sono parte di Confartigianato (l’ambizione è che i servizi pensati, sviluppati e attualmente in fase di implementazione possano arrivare a regime entro il 2020), ma anche per ogni altro soggetto, pubblico e privato, che interviene a vario titolo nell’arena del welfare e del Sociale.


Un incontro nazionale per raccontare la proposta

A quasi due anni dall’avvio di questa macchina imponente, Confartigianato ha scelto di organizzare un momento di incontro per rendere nota la strada fatta e le prospettive di sviluppo futuro

E così il 9 e 10 Novembre a Milano, presso l’Auditorium di Fondazione Cariplo, si svolgerà un convegno con l’obiettivo di contestualizzare il fenomeno del welfare all’interno delle dinamiche sociali ed economiche italiane, raccontare il percorso svolto finora attraverso il Progetto nazionale per il “Nuovo Sociale” ed illustrare la strategia e le linee di intervento pensate da Confartigianato per il futuro. L’intento è diffondere la conoscenza del Progetto tra tutte le Organizzazioni di Confartigianato, ma anche di confrontarsi con Istituzioni, Parti sociali e soggetti di mercato a partire dal modello di welfare innovativo, inclusivo e a trazione territoriale che sta prendendo forma su diversi territori. Un modello che sia la base per il “modello italiano” di competere oggi nel mondo.

Mentre la  la seconda rappresenterà un momento di presentazione delle esperienze di welfare sociale realizzate o in via di sperimentazione, nonché di confronto con ogni altro stakeholder interessato, con l’obiettivo di favorire nuove forme di collaborazione e co-progettazione. 

La giornata del 9 novembre sarà dedicata alla presentazione dell’idea di Confartigianato e al confronto con le Istituzioni. Il programma prevede gli interventi di saluto di Eugenio Massetti, Presidente Confartigianato Imprese Lombardia, e Giorgio Merletti, Presidente Confartigianato Imprese. A seguire Maurizio Ferrera, Docente della Statale di Milano e referente scientifico di Percorsi di secondo welfare, e Andrea Rapaccini, Presidente di MBS Consulting, offriranno interventi utili a contestualizzare la situazione in cui si trova il sistema di welfare italiano. Cesare Fumagalli, Segretario Generale Confartigianato Imprese, presenterà quindi la proposta di Confartigianato Imprese per il nuovo welfare, a cui seguira il confronto con Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Roberto Maroni, Presidente Regione Lombardia, Sergio Chiamparino, Presidente Regione Piemonte, Cristina Tajani, Assessore a Politiche del Lavoro Comune di Milano, e Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo e Acri. La giornata sarà conclusa da Mauro Magatti, docente di Sociologia presso l’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano, che offrirà una sintesi di quanto emerso nel corso dei lavori.

La giornata del 10 novembre sarà aperta dal saluto di Giampaolo Palazzi, Presidente Associazione Nazionale Anziani e Pensionati, e dall’introduzione di Mario Vadrucci, Direttore Generale di INAPA. Seguirà un inquadramento di obiettivi e logiche del Progetto per il "Nuovo Sociale" attraverso agli interventi di Franca Maino, Direttrice di Percorsi di secondo welfare, e Giuseppe Roma Presidente dell’Associazione per le Città Italiane “RUR”. Spazio quindi alle esperienze "concrete" sul sistema di welfare di Confartigianato con gli interventi di Dario Bruni, Presidente San.Arti, Daniela Rader, Presidente nazionale del Movimento Donne Impresa, Matto Mancinelli e Senior manager MBS Consulting, a cui si aggiungranno alcune testimonianze diAssociazioni, associati e persone su iniziative e servizi di welfare in materia di welfare territoriale. Seguira un confronto con Gigi Petteni, Segretario Confederale CISL, e Claudia Fiaschi, Vice Presidente Confcooperative Italiane. Le conclusioni del convegno saranno affidate a Angelo Carrara, Delegato nazionale al welfare del Presidente di Confartigianato Imprese.