Recentemente, il Gruppo Cooperativo Gino Mattarelli (CGM) ha avviato un’imponente iniziativa in tema di welfare aziendale. Il progetto – di cui vi abbiamo parlato anche in un nostro precedente articolo – è stato presentato anche nel corso della XIII Convention di CGM, dal titolo "Tutta un’altra impresa! Sociale, creativa e sostenibile", tenutasi l’1 e il 2 febbraio scorso a Milano.

Gruppo CGM: un’offerta di welfare aziendale per le imprese

All’interno del nostro lavoro vi abbiamo spesso parlato del potenziale ruolo del mondo cooperativo nel mercato del welfare aziendale. Grazie ad alcune dinamiche e caratteristiche che contraddistinguono il settore – come la presenza di una cultura solidaristica, l’elevata presenza di lavoratrici donne e la democraticità dei processi decisionali – i beni e i servizi di welfare destinati ai lavoratori possono divenire un volàno di sviluppo per il mercato cooperativo. Il welfare aziendale può infatti giocare un duplice ruolo: alcune cooperative sociali possono essere contemporaneamente erogatrici di servizi e beneficiarie di prestazioni di welfare. Questo implementerebbe, da un lato, le loro possibilità di “business” (che, a sua volta, potrebbe essere incentivato anche da partnership con provider privati di servizi di welfare) e, dall’altro, un’economia attenta al bene comune e alla reciprocità.

In questo senso, le potenzialità del welfare aziendale sono state intuite dal Gruppo CGM che, a novembre 2017, ha avviato un progetto volto a sostenere le imprese nella costruzione di piani di welfare aziendale. Grazie alla sua rete, composta da 65 consorzi territoriali e oltre 760 cooperative sociali, CGM ha strutturato un’offerta di welfare aziendale per le imprese. L’offerta di CGM prevede: sostegno alle aziende nelle fasi di analisi dei bisogni aziendali e monitoraggio, progettazione condivisa dei piani di welfare, una piattaforma digitale che consente l’accesso ai servizi realizzate dalle cooperative della rete CGM. La novità è che il progetto si rivolge a tutte le imprese, incluse le stesse cooperative aderenti al Gruppo CGM nel caso in cui decidano di offrire servizi e misure di welfare aziendale ai proprio dipendenti.

Attraverso il portale, i dipendenti possono spendere il proprio conto welfare, richiedere rimborsi, usufruire di convenzioni e sconti per servizi implementati da realtà associate. Le prestazioni disponibili si divino in tre macro-aree:

  • servizi per le persone, che riguardano: l’assistenza fiscale e legale (counseling giuridico, 730, Unico persone fisiche, Isee, fiscalità locale), l’area del benessere (sport, wellness, personal trainer, massaggi, corretta alimentazione), l’orientamento professionale e la formazione (corsi di self empowerment, lingue, full immersion, coaching), le coperture assicurative, viaggi e vacanze (on demand, pacchetti innovativi, selezione dedicata), l’ambito della cultura, del risparmio e del tempo libero (corsi, sport, teatro, cinema, scontistiche su beni e servizi), time saving (personal concierge, disbrigo pratiche, colf);
  • servizi per i figli e la crescita, che comprende: cura dell’infanzia (asili nido, scuole materne, ludoteche e altri servizi prima infanzia, babysitting), campus e soggiorni (campus estivi e invernali 90 giorni, soggiorni estivi per ragazzi in Italia e all’estero), sostegno allo studio e supporto alla genitorialità (ripetizioni, laboratori, doposcuola, disturbi dell’apprendimento, bisogni educativi speciali, testi scolastici, orientamento agli studi, scuola per genitori, consulenze specialistiche), orientamento e formazione (supporto per application e università all’estero, lingue, certificazioni internazionali, inserimento lavorativo), tempo libero (sport, corsi e laboratori);
  • servizi per la famiglia, cioè tutto ciò che riguarda: servizi domiciliari (assistenza domiciliare e infermieristica, fisioterapia, logopedia, educatore professionale, trasporto sociale), servizi residenziali (strutture, servizi di sollievo specialistico, altri servizi erogati in struttura), orientamento e supporto ai familiari care giver (supporto psicologico, mediazione familiare, case management, assistenza amministrativa, informazioni su servizi e agevolazioni), formazione ai care giver, servizi di intermediazione e ricerca badanti, strumenti a supporto (fornitura ausili, domotica, televigilanza, telecontrollo).

Oltre alla piattaforma il progetto CGM prevede che le cooperative interessate ad occuparsi di welfare aziendale possano essere affiancate da “welfare manager” e beneficiare del più generale sostegno offerto dalla rete CGM per sviluppare soluzioni di welfare in grado di rispondere ai bisogni che emergono tra i dipendenti e personalizzare – dove richiesto – soluzioni e servizi.

La partnership con Jointly

Per dar vita a questa iniziativa, CGM ha stretto una partnership con il provider milanese Jointly. Jointly – oltre a mettere a disposizione la sua rete di fornitori e, quindi, arricchire il paniere di prestazioni disponibili – ha portato in dote le sue competenze tecnologiche, fornendo la piattaforma welfare. In questo modo, le imprese clienti potranno avere accesso ad un’offerta “personalizzabile”: grazie alla quantità di società di servizi coinvolte e grazie alla caratteristiche del portale, le realtà clienti potranno differenziare il loro piano di welfare in base alla regione in cui ha sede l’azienda, al numero di dipendenti, alle caratteristiche della popolazione aziendale, ai bisogni sociali espressi, ecc.

CGM a sua volta mette a disposizione di Jointly la sua rete di cooperative e imprese sociali operante sull’intero territorio che potrà così arricchire la già ampia e articolata rete di fornitori con cui opera Jointly.


Welfare aziendale: quali opportunità dal mondo cooperativo?

La recente esperienza del Gruppo CGM ci spinge a riflettere su quelli che possono essere i “legami” esistenti tra il welfare aziendale e il mondo della cooperazione. Come già accennato, il welfare aziendale può rappresentare un importante motore di crescita per l’economia cooperativa, e in particolare per quella sociale. Il “valore” del welfare aziendale per il mondo cooperativo si può manifestare attraverso due dimensioni: una “interna”, in quanto l’insieme dei servizi e prestazioni realizzate a favore dei soci e dei lavoratori delle cooperative consentono a questi ultimi di avere un sostegno concreto in materia di welfare integrativo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (come evidenziato anche da Pavolini in un suo recente volume); una “esterna”, in quanto il sistema cooperativo (anche attraverso reti e/o consorzi) – dato il suo know-how – può strutturare un’offerta di servizi destinata a altre imprese (profit e non), entrando così all’interno del mercato del welfare aziendale.

Ma come mostra il caso di CGM, cooperative e imprese sociali possono svolgere un ruolo ancora più articolato. Oltre che “semplici” fornitori di servizi possono diventare aggregatori di prestazioni e misure di welfare aziendale mettendo in rete cooperative che offrono servizi diversi configurandoli dentro un pacchetto integrato di misure (ed essere parte di un consorzio diventa un fattore facilitante in questo senso) e/o operatori che dentro il mercato del welfare aziendale intermediano tra domanda e offerta aggiungendosi (ma diversificandosi) al bacino di provider oggi sul mercato.

Tali opportunità sono dettate da alcune qualità intrinseche del settore. In primo luogo, vi è la presenza di una “logica della condivisione” e di un approccio mutualistico molto marcato, che facilitano l’implementazione di un progetto condiviso a sostegno dei dipendenti. In secondo luogo, le realtà cooperative possiedono maggiori competenze – grazie all’esperienza nel settore in cui operano – rispetto a un’impresa for profit nella creazione e nella gestione di servizi di welfare. Infine, grazie a quelle che sono le logiche di fondo del mondo cooperativo (cura dell’altro, assistenza, mutualismo, ecc.), viene data una particolare attenzione alla cura della persona e quindi alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici.

Ma cooperative e imprese sociali possono rivelarsi un partner strategico dentro partnership multi-attore per una serie di ulteriori ragioni. Sono abituate a operare in partnership e in molti casi possono contare su reti pre-esistenti e già sperimentate che possono diventare “contenitori” nuovi per lanciare piani di welfare condivisi o per aggregare un’offerta di servizi che sia plurale ma al contempo sappia valorizzare la storia e le competenze delle singole cooperative.

Il mondo cooperativo si distingue anche per la capacità di fornire servizi ad alta intensità professionale per rispondere a criticità e bisogni sociali complessi, fornire una lettura dei bisogni, accompagnare e prendere in carico, alimentando un rapporto di fiducia con la controparte. Questo permette di andare oltre le “piattaforme”, per valorizzare l’unicità degli interlocutori (imprese, lavoratori, loro famiglie), proporre piani di welfare personalizzati e dare centralità alla parte più “sociale” del welfare aziendale. A questo scopo si rivelano di vitale importante le nuove figure professionali su cui il mondo cooperativo ha scelto di investire. Si tratta di “welfare manager” come nel caso di CGM (o di “care manager” come nel caso della Rete Comete) opportunamente formati che sanno affiancare le imprese nel comprendere i bisogni e nel definire il pacchetto di misure e servizi da includere nel piano di welfare.

Essere parte di una rete (ad esempio, un consorzio di imprese) favorisce la contaminazione e lo scambio di esperienze e si rivela essere in molti casi fonte di dinamismo e di sollecitazioni a migliorarsi anche sotto il profilo dell’imprenditorialità. Può inoltre favorire la riduzione dei costi di gestione e la condivisione di strumenti.

Infine, la funzione sociale delle cooperative può agire come fattore di traino per il ripensamento di modelli plurali, sostenibili e territoriali. Il loro coinvolgimento può infatti favorire processi di integrazione tra pubblico e privato: co-progettando e co-producendo piani di welfare aziendale cooperative e imprese sociali concorrono a mantenere un livello di servizi alla persona che oggi rischia di venire meno in connessione con la crisi del welfare state e ad orientare e canalizzare le risorse dentro un sistema di promozione sociale in cui l’ente pubblico non scompare ma al contrario assume un ruolo di regia e coordinamento. Così facendo – e potendo contare sulla conoscenza del territorio – il mondo cooperativo può contribuire anche a svolgere una funzione di raccordo del welfare locale.


Le sfide da affrontare

Nel generale contesto di sviluppo del welfare aziendale va prestata molta attenzione ai rischi connessi alla creazione di un sistema integrato – rispetto alla protezione sociale pubblica – di servizi di welfare in azienda. Vanno anche comprese le sfide che riguardano più da vicino il Terzo Settore e il mondo della cooperazione che, come abbiamo visto, guardano con crescente interesse a questo sviluppo.

Le cooperative, abituate ad interfacciarsi e a lavorare con il pubblico, devono ora imparare a interagire con i soggetti profit ripensando la loro offerta di servizi. Devono saper superare la logica dell’essere meri fornitori per puntare a diventare dei veri proprio partner dentro relazioni (quando non vere e proprie reti) con il mondo profit e con il pubblico. Devono sperimentare e possibilmente consolidare nuovi modelli di intervento che sappiano coniugare elementi comuni (es. la piattaforma) e le specificità delle singole imprese e/o gli elementi distintivi (oltre che i bisogni) di un dato territorio. Devono infine saper mediare tra l’interesse (in alcuni casi convenienza) ad entrare in un mercato – quello del welfare aziendale – oggi in forte espansione e le traiettorie che le singole cooperative vorrebbero intraprendere, puntando a valorizzare entrambi.