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Banca Etica ha presentato la nuova edizione della propria indagine sulle scelte degli italiani per il 5 per mille, lo strumento fiscale di partecipazione diretta che permette ai contribuenti di destinare senza costi aggiuntivi una quota dell’IRPEF a un’organizzazione impegnata in attività sociali. Le scelte dei cittadini su questo fronte sono uno specchio degli orientamenti culturali e valoriali degli italiani: quante persone scelgono di ricorrere al 5 per mille? Che tipo di organizzazioni vengono privilegiate? Quali le differenze tra i diversi territori? Di seguito proponiamo una sintesi dei principali dati raccolti da Banca Etica sul 2020.

La crescita dello strumento e l’incognita del tetto

Sono circa 14 milioni i contribuenti che nel 2020 hanno scelto di destinare il 5 per mille a un’organizzazione non profit, pari a circa un terzo del totale dei contribuenti. Un dato incoraggiante, che mostra però anche gli ampi spazi di crescita dello strumento.

Al fine di sostenere il Terzo Settore nel corso della pandemia di Covid-19, il contributo del 5 per mille relativo all’anno fiscale 2019 è stato erogato nel corso del 2020, con un anno di anticipo rispetto al solito. Nel 2021 verrà distribuito, invece, il contributo relativo all’anno 2020: i fondi erogati dallo Stato grazie a tali scelte saranno pari a 518,5 milioni di euro. Si sfiorerà così il tetto attualmente fissato dal Governo pari a 520 milioni (che il prossimo anno fiscale sarà aumentato di 5 milioni).

Visto l’aumento dell’utilizzo dello strumento negli ultimi anni, le organizzazioni del Terzo Settore continuano a chiedere un ulteriore innalzamento di questo limite. Complessivamente tra il 2006 (anno di introduzione del 5 per mille) e il 2020 l’importo è cresciuto del 53,5%, mentre il numero di persone che ha scelto di devolvere il 5 per mille è aumentato del 35,7%. Rispetto al 2019 la crescita nel 2020 è stata del 2,6%.


Le regioni che raccolgono di più

Il 2020 conferma le tendenze sulla ripartizione del 5 per mille nelle regioni italiane. Le aree che raccolgono i contributi maggiori sono, infatti, quelle in cui storicamente si è maggiormente sviluppato il non profit e in cui hanno sede le organizzazioni più grandi: Lombardia (36,4%), Lazio (18,4%), Emilia-Romagna (6,8%), Piemonte (6,4%) e Veneto (5,9%). Le altre 16 regioni hanno raccolto il restante 26,1%; 8 di esse hanno percentuali di raccolta inferiori all’1% rispetto al totale.

Se le regioni che raccolgono di più sono sempre le stesse, Banca Etica segnala tuttavia aree che registrano una crescita interessante tra 2019 e 2020, come Marche (+9,9%), Basilicata (+7,4%) e Campania (+7,2%).

Tipologia di beneficiari

Secondo lo studio di Banca Etica circa il 52% degli importi del 5×1000 è andato a organizzazioni di volontariato e dell’associazionismo (che rappresentano il 58,5% dei beneficiari complessivi), il 36,6% a Fondazioni (4,2%), il 2,9% a cooperative sociali (8,3%), il 3,3% a Comuni e Pro Loco (12,4%), il 3,1% a associazioni sportive e dilettantistiche (16,1%) e il 2,2% a organizzazioni che si occupano di ricerca scientifica (0,5%).


Alle organizzazioni più grandi le quote maggiori

Tra il 2006 e il 2020 la platea delle organizzazioni beneficiarie è più che raddoppiata passando da 29.840 enti beneficiari a 68.976 (+131,2%). Tale aumento ha comportato una diminuzione dell’importo medio erogato alle organizzazioni in questo periodo: si è passati da 11.325 euro nel 2006 a 7.518 euro nel 2020, con una riduzione del 33,6%.

Lo studio evidenzia inoltre una forte concentrazione delle erogazioni su alcune organizzazioni che raccolgono la gran parte della cifra complessiva, a fronte di una galassia polverizzata di piccole organizzazioni che riescono a raccogliere importi molto contenuti. Le ragioni sono diverse, ma senza dubbio le organizzazioni più grandi oltre a essere più note sono in grado di mettere in campo sostanziosi investimenti nel marketing (spot, mailing, ecc.) che permettono di raggiungere pubblici più vasti. Le più piccole, invece, si basano soprattutto sul radicamento territoriale, le relazioni con gli stakeholders, la fidelizzazione dei simpatizzanti che, per quanto sviluppate, non riescono a permettere loro di raggiungere volumi significativi.

Per chiarire meglio, nel 2020 le prime 10 organizzazioni destinatarie del 5 per mille hanno raccolto più di 138,976 milioni di euro, pari al 26,7% di tutte le somme destinate agli enti destinatari. Se prendiamo in considerazione le prime 50 organizzazioni la somma supera i 218,732 milioni di euro (su, ricordiamo, 518,5 milioni di euro e quasi 69.000 organizzazioni beneficiarie)


Come rendere più equa la distribuzione

Secondo Banca Etica questa è una tendenza fisiologica che potrebbe però essere corretta con meccanismi per calmierare e redistribuire, in modo da limitare divaricazioni eccessive.

Una soluzione, sostengono i curatori del report, potrebbe essere quella destinare a questa finalità – attraverso la modifica del regolamento per DPCM – una quota dei cosiddetti fondi inoptati, ovvero quelle risorse potenziali riconducibili a dichiarazioni dei redditi in cui i contribuenti non esprimono preferenze per la devoluzione del 5×1000 (si tratta di oltre 24 milioni di contribuenti, circa il 60% del totale)

In questo senso un fondo ad hoc, di almeno 100 milioni di euro, potrebbe essere alimentato da queste risorse e essere destinato alle organizzazioni di piccole e medie dimensioni. Una quota potrebbe inoltre essere spesa per migliorare la comunicazione del 5 per mille in quelle regioni in cui lo strumento è meno utilizzato.

Riferimenti

Il 5 per mille per lo sviluppo del non profit