Il progetto, volto a favorire l’adozione di una prospettiva di genere per la pianificazione urbana della città, intende creare spazi condivisi e reti di sostegno per a smantellare oppressioni strutturali verso le donne e le minoranze.
La società civile svolge un ruolo fondamentale, fornendo servizi sanitari a chi cerca di passare dall'Italia alla Francia. Scopriamo come raccontando quanto accade a Ventimiglia e Oulx, le due città simbolo della migrazione di transito su questo confine.
Grazie al progetto “Gender Gap reduction in urban projects in Bologna” il capoluogo emiliano ha integrato la prospettiva di genere nelle politiche relative alla progettazione di edifici pubblici, spazi e mobilità sostenibile. Un'azione di grande interesse che però, per diventare sistemica, ha bisogno di un lavoro sui dati per dimostrare il divario esistente.
Cosa ha fatto nei quattro anni del primo mandato, quali impegni ha preso in campagna elettorale e che decisioni ha già assunto sulle politiche sociali da quando è di nuovo Presidente.
Una prospettiva di genere su quel che accade al confine tra Italia e Francia può aiutare a comprendere meglio le difficili condizioni vissute da chi è in transito verso altri Paesi.
A due anni dalla pubblicazione della prassi di riferimento sulla parità di genere quante aziende hanno implementato questa normativa? Che ruolo hanno avuto gli incentivi statali nella sua diffusione? E quale potrebbe essere il futuro di questa prassi nei prossimi anni?
Maria Carla De Cesari su Il Sole 24 Ore racconta i risultati di un’indagine di Confprofessioni, da cui emerge che la genitorialità incide quasi il doppio sulle carriere femminili rispetto a quelle maschili.
Le città sono storicamente progettate secondo un immaginario maschile, che spesso ignora i bisogni e le esperienze quotidiane delle donne. L’adozione del “gender mainstreaming” nella pianificazione urbana può permettere di superare alcuni limiti di questo approccio.
Bonus per le nuove nascite, quoziente famigliare per le detrazioni e congedi parentali più ricchi sono le novità maggiori. Ma anche quest'anno, secondo gli esperti, serviranno per aiutare le famiglie, e non per far crescere le nascite
Chi è titolare di partita Iva può organizzare il proprio lavoro con maggiore flessibilità rispetto a chi ha un rapporto da dipendente, soprattutto a causa delle minori tutele. Eppure, tra enti previdenziali e fondi europei, qualcosa si muove.
Grazie a un lavoro di analisi svolto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore è possibile fare alcune valutazioni sull’applicazione della Prassi di riferimento 125:2022 nelle aziende che la adottano.
Per chi è occupato nelle PMI le difficoltà nel trovare un equilibrio tra vita e lavoro sono molto forti, ma anche nelle grandi imprese la situazione non è rosea. Come si può intervenire?
I mutamenti culturali, sociali e medico-scientifici richiedono un costante aggiornamento di politiche e servizi sanitari, che però faticano a stare al passo.
Una ricerca di ActionAid, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e B2Research, svela quanto e come Governo, Parlamento ed enti locali affrontano il tema della violenza di genere e cosa ne pensano gli italiani.
Un’analisi di Openpolis e Con i Bambini evidenzia l’impatto devastante della violenza familiare sui bambini e la necessità di interventi educativi per promuovere una cultura di parità e rispetto.
🎧 Nella quinta puntata del podcast Intrecci raccontiamo NoiNo.org, un progetto che previene la violenza maschile contro le donne attraverso laboratori, eventi teatrali e percorsi formativi che coinvolgono alunne, alunni e docenti delle scuole di Bologna e dell'Appennino.
Bilanciare vita e lavoro è un bisogno sempre più avvertito ma ancora molto difficile da soddisfare adeguatamente in Italia. A tratti sembra qualcosa di raro ed eccezionale, soprattutto per alcune categorie.
A destra il tema delle nascite è usato per rafforzare posizioni valoriali. A sinistra invece si fatica inserirlo concretamente nelle agende politiche progressiste. E così si sviluppano misure fuori fuoco, insufficienti e inefficaci per affrontare un problema che intanto si fa sempre più complesso.
Gianpiero Dalla Zuanna su Neodemos esplora le differenze territoriali tra stati e regioni italiane, evidenziando come l'assenza di figli sia strettamente correlata al reddito disponibile.
Con l’attribuzione del lavoro produttivo agli uomini e di quello riproduttivo alle donne, la società ha “risolto” il problema della cura scaricandolo quasi completamente sulle donne, ingabbiate in un ruolo che sin da piccole le mortifica e le opprime. Ma cambiare si può e dipende molto anche dagli uomini, oltre che dalle leggi.
Una ricerca del Collegio Carlo Alberto, in collaborazione con la Fondazione Ufficio Pio e la città di Torino, mette in luce come la scarsa informazione, la cultura familiare e le difficoltà economiche influiscano sulla bassa frequenza nei servizi per la prima infanzia nel nostro Paese.
Un'analisi delle disparità di genere nel mercato del lavoro con un focus su disoccupazione femminile e disuguaglianze salariali che alimentano la povertà di genere e richiedono politiche di welfare più inclusive.
Oggi la della quantità, che riguarda ad esempio il numero di lavoratrici o il pay gap, sta passando in secondo piano rispetto a quella della qualità, legata alla riqualificazione delle competenze. Il PNRR potrebbe essere l'occasione per affrontarle entrambe, ma il tempo è sempre meno.
Se ne è discusso all'Università degli Studi di Milano durante un evento parte del Festival “Il Tempo delle Donne” del Corriere della Sera. A confrontarsi sul tema la nostra direttrice scientifica Franca Maino insieme a Maurizio Ferrera, Ilaria Madama, Claudia Moneta, Marzia Sica e Barbara Farina.
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