digital welfare

I sistemi reputazionali delle piattaforme digitali oggi vengono intesi sempre più spesso come il cardine di un nuovo dispositivo di controllo sui servizi e su chi li offre. Ma come si declina questa dimensione nel campo del welfare, in cui il fulcro del lavoro sono le relazioni stesse?
Il termine "abilitare" permette di fare diverse riflessioni sulle piattaforme di welfare italiane. Abilitare significa infatti costruire un ambiente gradevole in cui muoversi facilmente e rapidamente, significa facilitare il matching fra domanda e offerta e, ancora, significa attivare logiche di community building.
I dati raccolti nell'ambito del progetto WePlat indicano che, rispetto ad altri settori, le piattaforme di welfare operanti nel nostro Paese presentano caratteristiche ibride in termini di gerarchia, mercato e rete. Una complessità che porta con sé varie conseguenze.
Stiamo raccogliendo esperienze interessanti, che ci aiutino a raccontare storie di enti del Terzo Settore che hanno usato gli strumenti del digitale per cambiare il loro lavoro, in meglio. Se ne conosci, ti chiediamo di segnalarcele.
Quali sono le competenze necessarie per le nuove modalità lavorative? Come possiamo evitare che il divario digitale si acuisca sempre più? Ecco alcune riflessioni sul lavoro da remoto.
A seguito della pandemia il lavoro agile è divenuta una pratica sempre più diffusa. Molte organizzazioni sono ora chiamate a garantire azioni di formazione per i loro dipendenti e collaboratori. Per attuare lo smart working è infatti necessario garantire un aggiornamento costante e un cambio di prospettiva nel considerare le nuove problematiche. Ecco alcune riflessioni su come favorire la formazione per il lavoro agile.
Le piattaforme digitali nel campo del welfare sono uno strumento sempre più diffuso. Se da una parte riescono a facilitare l'incontro tra domande e offerta, dall'altra rischiano però di eliminare il processo di intermediazione tra beneficiari e servizi sociali. Affiancare questi strumenti digitali con luoghi di informazione fisici potrebbe evitare il processo di disintermediazione tra bisogni e utenti. Ce ne parla Valentino Santoni.