Buoni pasto

I buoni pasto sono probabilmente i benefit di welfare aziendale più utilizzati – e apprezzati – da imprese e dipendenti. Nel 2023 sono stati usati da 3,5 milioni di persone, generando un mercato stimato in 4,5 miliardi di euro. Capire come funziona questo sistema e quali sono gli interessi in gioco è quindi importante nell’ottica del secondo welfare. In questa sezione raccogliamo approfondimenti, interviste e contributi utili.

Una ricerca di SDA Bocconi per Edenred Italia ha cercato di quantificare il valore di questi strumenti molto apprezzati da chi lavora e sempre più diffusi nel nostro Paese. Dall’analisi emerge un impatto positivo in termini occupazionali e di PIL, che potrebbero aumentare con l’innalzamento della soglia di defiscalizzazione. Ma prima serve attenzione ai possibili impatti della nuova normativa.
Il Ddl Concorrenza prevede una norma che cambierà l’attuale mercato. Occorre intervenire per evitare conseguenze che potrebbero danneggiare soprattutto lavoratrici e lavoratori, per cui i ticket sono apprezzati strumenti di welfare aziendale.
Ora la norma passa al Senato, che per rispettare le scadenze del PNRR dovrebbe dare l’approvazione definitiva entro l’anno. Il limite del 5% alle commissioni applicabili a bar, ristoranti, supermercati e altri esercizi commerciali potrebbe cambiare radicalmente il mercato di quello che, negli anni, è diventato il principale strumento di welfare aziendale in Italia. Una norma sovietica o pro-mercato?
Un recente emendamento al disegno di legge in discussione alla Camera andrebbe a introdurre un tetto massimo al 5% sulle commissioni che le società emettitrici possono richiedere agli esercenti. Se la norma fosse confermata andrebbe a cambiare radicalmente il mercato dei buoni pasto.
Si tratta di strumenti regolati dalla stessa normativa fiscale del welfare aziendale, sicuramente molto presenti nella vita di lavoratori e lavoratrici, per cui rappresentano un'importante forma di integrazione del salario.