2 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Nei giorni scorsi la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti e il Presidente di UNI – Ente Italiano di Normazione – Giuseppe Rossi hanno presentato la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022. Il documento è intitolato “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performance Indicator – Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni“. Si tratta della “certificazione di genere” prevista dal PNRR, uno strumento che dovrebbe essere funzionale alla riduzione del divario di genere nell’ambito lavorativo.

Promuovere la parità di genere e la leadership femminile sono obiettivi che troviamo sia nel terzo dei Millennium Development Goals (MDGs) proposti dalle Nazione Unite, sia nel quinto goal dell’Agenda 2030. Oltre che per motivi socioculturali, la valorizzazione del talento femminile diventa elemento fondamentale anche a livello di crescita economica. La PdR in questo senso sottolinea che “la distribuzione dei talenti e delle capacità tra uomini e donne è la stessa e le donne in media detengono un capitale umano e una produttività non inferiore a quella degli uomini”.

È infatti un dato di fatto che la parità di genere favorisce lo sviluppo di un Paese e un contributo diretto alla formazione del PIL e alla crescita economica. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, se le lavoratrici fossero numericamente pari ai lavoratori, in Italia il PIL aumenterebbe infatti dell’11%.

La Ministra Elena Bonetti ha spiegato che “la certificazione di genere aiuterà le imprese nella progettazione di politiche che investono in lavoro femminile. È uno strumento che rende concreto il principio secondo cui l’investimento sul talento femminile è conveniente per il Paese ed è conveniente per il tessuto imprenditoriale“.

A tale scopo la prassi prevede la misurazione, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni. L’obiettivo è quello di colmare il divario attuale incorporando un nuovo paradigma per generare un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo sul fronte della parità di genere.

Per rendere efficaci le azioni, sono stati definiti degli indicatori – KPI – raggruppati in 6 aree di valutazione. Sono infatti diverse le variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere:

  • cultura e strategia;
  • governance;
  • processi HR;
  • opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;
  • equità remunerativa per genere;
  • tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Il monitoraggio per misurare il grado di maturità dell’organizzazione sarà a cadenza annuale con verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alla varietà degli interventi messi in atto o delle correzioni attivate.

Riferimenti

Prassi UNI/PdR 125:2022