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La Fondazione Cariplo ha pubblicato nel mese di marzo il Quaderno di approfondimento n. 30, intitolato “Il collocamento mirato e le convenzioni ex-art.14. Evidenze e riflessioni”. Lo studio è curato dall’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) e si fonda su due analisi – una quantitativa e l’altra qualitativa – che si sono proposte di descrivere a livello nazionale e lombardo l’implementazione del collocamento mirato (previsto dalla Legge n. 68/1999) e delle convenzioni che permettono alle aziende di affidare commesse di lavoro a cooperative sociali di tipo B (ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. 276/2003). Il Quaderno si conclude con il racconto di alcune esperienze significative realizzate nel campo dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Collocamento mirato e convenzioni ex-art.14: di cosa parliamo?

Il primo capitolo del Quaderno è dedicato a una revisione dei principali riferimenti normativi nazionali e internazionali nel campo dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Dopo aver menzionato i principi generali definiti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, il volume si concentra sulla Legge 68/1999, che ha introdotto il collocamento mirato. Questo istituto, che ha superato il precedente collocamento obbligatorio, ha tentato di ridisegnare in ottica promozionale le opportunità lavorative delle persone con disabilità considerando “le persone disabili come persone dotate di capacità differenti da valorizzare nel contesto lavorativo” (p. 12). Il collocamento mirato, a differenza di quello obbligatorio, mira a valorizzare le peculiarità della persona con disabilità e “si focalizza su strumenti di inserimento personalizzato che tengono conto delle particolari esigenze di questa categoria di lavoratori e che permettono di valutarli adeguatamente nelle loro capacità lavorative” (p. 12). Il legislatore ha comunque previsto delle quote riservate a lavoratori con disabilità che le imprese con determinate caratteristiche sono obbligate a rispettare.

Il legislatore ha individuato nel “sistema delle convenzioni” una modalità alternativa per assolvere agli obblighi in capo alle aziende. Tra le diverse convenzioni possibili (descritte nel Quaderno) un’attenzione particolare è dedicata a quelle realizzate su base territoriale, ridisegnate dall’art. 14 del D.Lgs. 276/2003 (la cosiddetta “riforma Biagi”). Attraverso questi accordi quadro le imprese aderenti possono affidare delle commesse di lavoro alle cooperative sociali di tipo B (composte per almeno il 30% da lavoratori in condizioni di svantaggio). Queste convenzioni, stilate coinvolgendo le parti sociali e i servizi deputati all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, permettono alle aziende di coprire le quote d’obbligo, favorendo allo stesso tempo l’inserimento lavorativo in contesti protetti di persone in difficoltà.

Il Quaderno, dopo un breve approfondimento sulla normativa regionale lombarda, dà poi spazio al dibattito attuale sull’efficacia delle normativa in materia di disabilità e lavoro: secondo le più recenti rilevazioni – e secondo il parere di esperti e associazioni – l’istituto del collocamento mirato fatica a promuovere un effettivo incrocio tra domanda e offerta di lavoro, specialmente per le persone con un elevato livello di istruzione (che preferiscono utilizzare canali “standard” di ricerca del lavoro). Più in generale lo stesso percorso di inserimento lavorativo raramente è improntato a un’ottica autenticamente promozionale e personalizzata. Il progetto di inserimento è infatti ancora prevalentemente fondato “su una descrizione della condizione personale del lavoratore, senza indicazione di quali azioni debbano compiersi perché il lavoratore sia messo nelle condizioni di poter lavorare nel contesto fisico e organizzativo del luogo di lavoro prescelto” (p. 25).

I principali risultati delle indagini

Il gruppo di ricerca che ha curato il quaderno ha realizzato un’indagine quantitativa basata sul monitoraggio dello stato di attuazione della Legge 68/1999 (condotto periodicamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali) e sui dati aggiornati in merito ai servizi provinciali di avviamento al lavoro. L’analisi prosegue attraverso un approfondimento di tipo qualitativo che ha interrogato stakeholder nazionali e locali sui punti di forza e le criticità del collocamento mirato e delle convenzioni ex-art.14.

Le interviste ai testimoni significativi di livello nazionale si sono concentrate, in particolare, sui possibili fronti di miglioramento delle convenzioni ex-art.14. Gli intervistati sottolineano la necessità di operare rispettando l’obiettivo ultimo di questo strumento, cioè l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Le convenzioni non devono quindi rappresentare per le imprese una strada più facile per soddisfare gli obblighi di assunzione, ma devono sviluppare un “pensiero programmatico” (p. 52) che sostenga le aziende nel “comprendere per quali attività e mansioni richiedere un lavoratore disabile da inserire nel proprio contesto organizzativo” (p. 52). In questo senso le commesse lavorative in convenzione dovrebbero essere realizzate il più possibile all’interno dei contesti aziendali stessi. I testimoni coinvolti nella ricerca hanno manifestato, più in generale, l’importanza di accompagnare con cura il percorso di inserimento dal punto di vista dell’impresa e della persona. Da un lato è necessario un lavoro di preparazione del contesto lavorativo, che dovrebbe essere adeguatamente formato, mentre dall’altro deve essere sviluppata l’efficacia dei servizi al lavoro nel promuovere la costruzione di un solido profilo professionale delle persone con disabilità (anche in continuità con gli strumenti offerti dalla Legge 69/1999).

Gli stakeholder locali – referenti provinciali del servizio per il collocamento mirato, rappresentanti del mondo del Terzo Settore e del mondo imprenditoriale for profit attivi in Lombardia – hanno evidenziato diverse strade per il miglioramento di entrambi gli strumenti approfonditi dal Quaderno. Per quanto riguarda il collocamento mirato gli esperti coinvolti hanno innanzitutto sottolineato la possibilità di attribuire un peso differente alle diverse forme di disabilità nel mondo del lavoro: in questo modo i datori di lavoro sarebbero maggiormente incentivati ad accogliere lavoratori con patologie e disabilità più serie o maggiormente stigmatizzate (come li disagio psichico). In questo senso è comunque necessario un lavoro di sensibilizzazione culturale nelle aziende, affiancato dalla predisposizione di strumenti e percorsi che accompagnino effettivamente l’inserimento della persona nel contesto lavorativo (perché eventuali difficoltà non debbano essere gestite solo dall’azienda). Gli intervistati sottolineano perciò la necessità di migliorare la qualificazione del personale dei servizi che presidiano il collocamento mirato (con competenze specifiche sugli aspetti sociali, psicologici e clinici correlati all’inserimento). Di seguito, l’indagine evidenzia una difficoltà di fondo nel promuovere l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, poiché le necessità del mercato spesso non coincidono con i profili professionali delle persone con disabilità. Se da un lato quindi è necessario sfruttare appieno gli strumenti predisposti dalla Legge 68/1999, che permettono di costruire un dettagliato profilo delle esigenze e delle capacità dei lavoratori con disabilità, dall’altro si rende essenziale una disponibilità al dialogo da parte delle imprese, in modo da facilitare l’equilibrio tra esigenze aziendali e disponibilità professionali.

Sul fronte delle convenzioni ex-art.14 le indicazioni degli intervistati locali appaiono in linea con quelle degli stakeholder nazionali. A livello territoriale si sottolinea però la necessità di migliorare l’efficacia dei servizi deputati all’inserimento lavorativo, anche attraverso l’individuazione di strumenti di governance più adatti a favorire la trasmissione delle informazioni e il confronto tra tutti i portatori d’interesse locali.

È proprio questo l’aspetto fondamentale che gli autori evidenziano nelle conclusioni del volume. Coerentemente con quanto emerso dalle interviste agli stakeholder locali, l’efficacia del collocamento mirato e delle convenzioni ex-art.14 è infatti strettamente legata al buon funzionamento dei servizi locali. Il ruolo di regia di questi enti appare come una pre-condizione necessaria, soprattutto, per l’efficacia e la diffusione delle convenzioni.

Riferimenti

La pagina di Cariplo dedicata al Quaderno di approfondimento n. 30