Paolo Foschini, in un recente articolo pubblicato su Buone Notizie del Corriere della Sera, mette in luce il ruolo fondamentale svolto dai volontari nelle carceri italiane, evidenziando al contempo la mancanza di un registro nazionale che ne certifichi la presenza e l’operato.
Secondo le stime dell’Osservatorio Antigone, attualmente si conta 1 volontario ogni 16 detenuti, un dato in netto calo rispetto al periodo pre-pandemico. L’articolo sottolinea come l’80% delle attività sociali e formative in carcere sia gestito dal Terzo Settore che colma molte lacune dello Stato, che però destina solo una minima parte delle risorse alla rieducazione dei detenuti. Secondo un’analisi dell’Università Bocconi, solo 8 centesimi dei 150 euro giornalieri spesi per ogni detenuto sono destinati ad attività volte al recupero. Tutto il resto viene garantito grazie all’impegno dei volontari.
Foschini evidenzia dunque le richieste dei volontari che lavorano in carcere volte a un maggiore riconoscimento del loro ruolo: più dialogo con le istituzioni, partecipazione e una migliore comunicazione. Senza il loro contributo, qualsiasi riforma del sistema penitenziario rischia di rimanere incompiuta.