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Lo scorso luglio, l’INPS ha pubblicato il secondo monitoraggio del REI relativo al primo semestre di funzionamento delle misura. Il rapporto contiene i dati relativi all’accesso al REI e alcune informazioni sui nuclei familiari beneficiari. In questo articolo analizziamo sinteticamente i principali dati.


Che cos’è il reddito di Inclusione

Il Reddito di inclusione (REI) è la misura strutturale di contrasto alla povertà, che (a partire dal 1° gennaio 2018) ha sostituito il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA). Il REI si compone di un beneficio economico, erogato a cadenza mensile e di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione (sociale e lavorativa) volto al superamento della condizione di povertà. Il progetto personalizzato è di competenza dei servizi sociali comunali.

Nella sua prima formulazione, il REI prevedeva una serie di requisiti relativi alle caratteristiche del nucleo familiare che già lo scorso gennaio sono stati modificati in senso estensivo (ne abbiamo discusso qui). In particolare, a differenza di quanto previsto inizialmente, a partire dal 1° gennaio 2018 tutti i disoccupati di età superiore ai 55 anni (e non solo quelli in possesso di specifici requisiti di disoccupazione) sono eleggibili. Tuttavia, la modifica più rilevante è operativa dallo scorso 1° luglio quando sono venuti meno tutti i requisiti familiari e la misura è quindi diventata universalistica. L’impatto di questa modifica tuttavia non emerge nel report qui analizzato poiché si concentra sul semestre gennaio-giugno 2018.  


I nuclei raggiunti dal REI

Nel primo semestre del 2018, il REI è stato erogato a 267 mila nuclei familiari raggiungendo 841 mila persone. A queste si aggiungono ulteriori 44 mila nuclei familiari che hanno beneficiato del SIA, avendone fatto richiesta nei mesi appena precedenti l’entrata in vigore del REI. Nel complesso quindi nel primo semestre del 2018 sono stati raggiunti dalle misure contro la povertà circa 311 mila nuclei e le persone coinvolte sono state oltre un milione (Figura 1).


Figura 1. Numero nuclei e persone beneficiarie del REI e del SIA


Fonte: Reddito di Inclusione, Osservatorio statistico, p. 3

 

Nel 70% dei casi, i benefici sono erogati nelle regioni del sud, il 18% nel nord e il restante 12% nelle regioni del centro (Figura 2). In particolare, Campania e Sicilia sono le regioni con il maggior numero assoluto di nuclei beneficiari (Tabella 1), in queste due regioni infatti si trovano il 50% del totale dei nuclei (oltre 131 mila) e il 53% (oltre 441 mila) del totale delle persone coinvolte. Seguono Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia che coprono un ulteriore 28% (oltre 74 mila) dei nuclei e il 27% (oltre 224 mila) delle persone coinvolte.

Osservando il fenomeno in termini relativi, vediamo che a livello nazionale i beneficiari sono in media 139 ogni 10.000 abitanti. Le variazioni regionali sono tuttavia significative: i valori più alti si registrano in Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente pari a 416, 409, 309) mentre quelli minimi in Friuli Venezia Giulia (pari a 15) e in Trentino Alto Adige (pari a 17).

 
 

Figura 2. Distribuzione percentuale dei nuclei beneficiari del REI per area geografica
 

 Fonte: Reddito di Inclusione, Osservatorio statistico, p. 3


Tabella 1. Percettori del REI e del SIA per regione e relativi importi 


Fonte: Reddito di Inclusione, Osservatorio statistico, p. 6

 

Considerando la distribuzione percentuale dei beneficiari del REI per numero di componenti, vediamo che i nuclei con 3 componenti rappresentano il 24% della distribuzione, seguono quelli con 4 componenti (23%), quelli con 2 (18%), quelli monocomponenti (17%), quelli con 5 (11%) e quelli con 6 (6%) (figura 3). Considerando invece la composizione dei nuclei familiari per l’intera popolazione, l’incidenza dei percettori di REI è massima nel caso dei nuclei con 6 e più componenti con un valore di 534 nuclei ogni 10.000.

Analizzando la composizione dei nuclei, emerge che quelli in cui sono presenti dei minori rappresentano il 63% (169 mila) dei beneficiari e coprono il 78% delle persone interessate. Il 18% (49 mila) hanno invece al loro interno almeno un disabile (18% delle persone interessate). 

 

Figura 3. Distribuzione % dei nuclei percettori per numero di componenti

Fonte: Reddito di Inclusione, Osservatorio statistico, p. 4

L’importo medio mensile è pari a 308 euro, ma varia a livello territoriale con un range che va da 242 euro per i beneficiari della Valle d’Aosta a 338 euro per la Campania. Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio più alto rispetto a quelle del Nord di 53 euro (+20%) e del Centro di 38 euro (+13%).

Per come è costruita la misura, l’importo medio varia sensibilmente in considerazione del numero di componenti il nucleo familiare, passando da 178 euro per i nuclei monocomponenti a 435 euro per i nuclei con 6 o più componenti.

La figura 4 mostra lo scarto fra l’importo medio erogato e quello erogabile in considerazione del numero di componenti il nucleo familiare. La differenza tra i due importi varia dai 10 euro dei nuclei monocomponenti ai 105 euro di quelli con 6 e più componenti. Questa differenza è dovuta al fatto che i nuclei percepiscono trattamenti assistenziali e/o redditi da lavoro (o assimilati) che impediscono la mancata erogazione dell’importo massimo del beneficio.

   

Figura 4. Importo mensile effettivamente erogato e importo potenzialmente erogato per numero componenti il nucleo

 
Fonte: Reddito di Inclusione, Osservatorio statistico, p. 5