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Il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del Consiglio regionale della Lombardia ha promosso la realizzazione di cinque studi su ambiti in cui la pandemia di Covid-19 ha lasciato il segno. Quanto accaduto nel 2020 rappresenta infatti un punto di rottura che richiede ai decisori pubblici di ripensare le policy che la Lombardia offre per affrontare problemi emergenti in diversi ambiti.

Gli studi, realizzati grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano e con Polis Lombardia, sono disponibili sul sito istituzionale del Consiglio regionale. Secondo Welfare ha scelto di dare visibilità a questi prodotti di ricerca nella consapevolezza che essi possano essere utili a individuare possibili interventi che vadano anche oltre i confini lombardi.

Dopo gli approfondimenti sugli ambiti formazione e occupazione per i giovani, salute e povertà e inclusione sociale, di seguito si approfondiscono i contenuti di “Le nuove sfide per le imprese: sostenibilità e digitale“, relativo all’Area sviluppo economico.

L’impatto del Covid-19

L’emergenza seguita alla pandemia da Covid-19 ha determinato una recessione economica che ha colpito duramente il sistema produttivo lombardo, innescando alcuni cambiamenti che potrebbero diventare strutturali, soprattutto in alcuni settori economici.

Il calo del fatturato registrato nei mesi del lockdown potrebbe comportare anche la cessazione di attività per molte imprese. Secondo le elaborazioni di PoliS-Lombardia su una rilevazione ISTAT, in Lombardia una percentuale pari al 1,9% delle imprese coinvolte nel censimento permanente non riprenderà l’attività dopo la pandemia.

In questo contesto, non ancora consolidato, il policy maker (regionale, nazionale ed europeo) è chiamato a uno sforzo di creatività sinergica per orientare il sistema produttivo e le imprese, specie di piccole dimensioni, verso traiettorie di sviluppo che tengano conto dei vincoli e delle opportunità ereditati da questa crisi.

Lo studio realizzato per il Consiglio regionale, ricorrendo al paradigma della resilienza, ripercorre le misure adottate da Regione Lombardia per contrastare gli effetti avversi della crisi sulle imprese e prova a individuare le sfide future con cui si dovranno misurare le politiche regionali per consentire al sistema produttivo lombardo di agganciare le nuove leve dello sviluppo.

Quali lezioni dalla crisi

La crisi innescata dalla pandemia ha evidenziato alcuni limiti del sistema produttivo regionale di cui si dovrà fare tesoro nei prossimi anni per disegnare politiche pubbliche in grado di rendere il sistema produttivo più resiliente a questo tipo di shock. Alcuni sono noti, come ad esempio la fragilità finanziaria, altri sono emersi in tutta la gravità nel corso di questi mesi.

Uno dei punti dolenti è lo scarso livello di digitalizzazione delle imprese soprattutto se comparato ai concorrenti europei: limitato ricorso alle vendite online, carenze nelle competenze digitali nell’utilizzo delle tecnologie informatiche, scarso utilizzo delle piattaforme collaborative sono limiti che hanno condizionato le imprese nella fase delicata coincisa con il lockdown e con il ricorso massiccio allo smartworking.

Esiste poi un importante gap di sostenibilità del sistema produttivo regionale. Secondo i dati censuari ISTAT la quota di imprese lombarde che ha intrapreso azioni per ridurre l’impatto ambientale è inferiore alla media nazionale di circa 2 punti percentuali, inoltre anche le attività di responsabilità sociale e a beneficio del tessuto produttivo locale sono sensibilmente meno diffuse rispetto a quanto osservato nel Paese. Inoltre, per effetto della pandemia, secondo le analisi della Banca d’Italia, le imprese lombarde hanno rimandato gli investimenti per rendere più sostenibili i processi produttivi.

A fronte di questa situazione, il sistema imprenditoriale lombardo si è comunque mostrato resiliente alla crisi. Secondo le indagini ISTAT, il 70,1% delle imprese lombarde con almeno tre addetti ha dichiarato di essere in piena attività durante la seconda ondata. All’estremo opposto quelle chiuse che non prevedono di riaprire sono solo l’1,9%. Tale evidenza è suffragata anche dalle indagini congiunturali di Unioncamere Lombardia: l’indice di produzione industriale lombardo ha performato meglio di quello nazionale durante tutto il periodo pandemico.

Politiche regionali tra emergenza e trasformazione

Le politiche regionali adottate dalla Giunta regionale nel periodo tra febbraio 2020 e marzo 2021 sono state classificate utilizzando un nuovo quadro concettuale che fa riferimento al paradigma della resilienza trasformativa, introdotto dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea.

Le politiche di Regione Lombardia hanno inizialmente cercato di tamponare gli effetti della crisi economica adattando gli strumenti esistenti alla situazione contingente, sperimentando soluzioni che potranno tornare utili anche nello scenario post pandemico.

Sono proprio le politiche cosiddette “emergenziali” ad avere assorbito gran parte delle risorse che si sono concentrate soprattutto sul sostegno all’accesso al credito con una serie di aggiustamenti e innovazioni incrementali sugli strumenti esistenti, che hanno consentito di aumentare l’importo dei sussidi concessi e di raggiungere un maggior numero di imprese, anche grazie alla riforma del Quadro temporaneo degli aiuti di Stato, approvato dalla Commissione Europea.

In alcuni casi le misure sono state adattate per tenere conto della virtualizzazione delle relazioni fisiche di fatto rese impossibili dai vincoli sugli spostamenti, lasciando inalterati tutti gli altri aspetti relativi alle finalità e agli strumenti utilizzati. I casi più emblematici hanno riguardato le politiche per l’internazionalizzazione o per le fiere o di formazione per gli operatori turistici.

Superata la fase più acuta della crisi emergenziale, sono state adottate alcune misure a carattere trasformativo che hanno cercato di orientare le imprese a nuovi modelli di business tenendo conto delle lezioni apprese durante la pandemia. È possibile cogliere i principali assi di questo cambiamento negli interventi per il rafforzamento patrimoniale delle imprese e in quelli a favore della diffusione della Green Economy. I più significativi riguardano tuttavia gli interventi a supporto della digitalizzazione delle imprese che hanno conosciuto nel corso della pandemia un successo in termini di domande accolte senza precedenti.

Digitalizzazione e sostenibilità

Di particolare interesse per gli sviluppi futuri delle politiche regionali sono le misure che accompagnano la diffusione degli strumenti di e-commerce tra le piccole imprese e più in generale ne supportano i processi di transizione digitale. Gli strumenti di supporto alla digitalizzazione delle imprese intervengono infatti su un fronte piuttosto critico del sistema produttivo nazionale e regionale.

Come riconosce anche il testo del PNRR, infatti, una delle priorità per accrescere la competitività del sistema produttivo, è quella di far maturare l’intensità digitale delle imprese, con interventi che consentano di recuperare un gap competitivo che, oltre a coinvolgere le reti e le tecnologie, riguarda anche le competenze dei lavoratori. Non solo. Le tecnologie digitali possono rendere il made in Lombardy più competitivo, fertilizzando i processi produttivi, assicurando una gestione migliore delle catene di subfornitura, innovando prodotti, e in generale accrescendo la sostenibilità delle attività produttive.

Le politiche regionali si sono mostrate meno lungimiranti sul fronte della sostenibilità. Quest’ultima, pur essendo un driver per la redditività di lungo periodo delle imprese, non è ancora stata pienamente riconosciuta. La legislazione regionale a favore delle imprese (l.r. 11/2014) infatti si basa su un’idea di sostenibilità che non ha ancora assimilato le indicazioni dell’Agenda ONU 2030 e di quanto poi ripreso nei principi del new Green Deal europeo e che non tiene conto degli sviluppi dei mercati finanziari. La crescente attenzione degli operatori del mercato del credito per i fattori di performance non finanziaria delle imprese (ESG) suggerisce di esplorare con convinzione strumenti di accesso ai mercati finanziari che sposino anche criteri di valutazione del comportamento sostenibile delle imprese.

 

Riferimenti

Dal Bianco A., Scarpinato M., Ugas I., Zucchella A. (2021), Le nuove sfide per le imprese: sostenibilità e digitale, Studi sui nuovi scenari per le politiche regionali promossi dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, Consiglio Regionale della Lombardia.