inclusione sociale

The purpose of the projet INCASI is to conduct comparative research in the area of social inequalities, in this case in relation to Europe and Latin America. Through this network we hope to foster a space for collective reflection and the development of synergies between network partners that allow us to undertake innovative studies whose outputs have an impact on academic and policy debates on the subject. The project will also contribute to informing the design of public policies to tackle social inequalities.
Anche quest’anno, la Fondazione Bertelsmann Stiftung ha pubblicato il rapporto che misura la giustizia sociale in Europa attraverso un apposito indice. Dopo un periodo di generale declino della giustizia sociale, il 2015 ha registrato un leggero miglioramento. Tuttavia, la condizione sociale dei paesi europei rimane significativamente peggiore rispetto al periodo pre-crisi. Considerando i sotto-indicatori, i dati più interessanti riguardano la giustizia intergenerazionale.
Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, Oxfam International ha pubblicato la sua fotografia sulla distribuzione della ricchezza mondiale. Secondo l'organizzazione, nonostante la ricchezza sia cresciuta in tutte le aree del mondo, la mancata redistribuzione sta allargando i divari sociali, riversandone gli effetti tanto nei paesi in via di sviluppo, il cui progresso viene fortemente limitato, che in quelli sviluppati, dove si riduce la sostenibilità dei servizi pubblici e peggiora la qualità del lavoro. Paradisi fiscali e calo dei redditi da lavoro tra le principali cause.
Il CILAP EAPN Italia, sezione italiana dell’European Anti Poverty Network (EAPN), ha di recente pubblicato un rapporto di ricerca interamente dedicato alle donne in povertà in Italia e in Spagna. La ricerca, realizzata attraverso un’analisi documentale e una serie di interviste in profondità, è stata finanziata dalla Commissione Europea e ha visto la partecipazione, oltre che del CILAP EAPN, di EAPN Spagna.
Oltre a fornire diversi dati aggiornati, il Rapporto sulle condizioni di vita dei pensionati pubblicato dall'Istat evidenzia il ruolo che le pensioni svolgono nel mettere al riparo da situazioni di disagio economico e sociale. All’interno dei nuclei familiari vulnerabili, come ad esempio quelli composti da genitori soli, la presenza di un reddito da pensione è infatti in grado di dimezzare il rischio di povertà della famiglia.
L’Istat ha pubblicato i risultati della seconda indagine sulle persone senza dimora, che monitora l’evoluzione della grave emarginazione adulta in Italia. Nel 2014 si stima che 50 mila 724 persone in questa condizione abbiano utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in uno dei comuni oggetto della rilevazione: un valore in aumento rispetto al 2011, quand'era stata realizzata la prima indagine condotta dall'Istituto Nazionale di Statistica.
Nel nostro Paese c'è un grande bisogno di distinguere “ciò che funziona” da ciò che “non funziona” in modo da migliorare e rendere meno costoso il sistema di welfare. Eppure in Italia i casi in cui si è provato ad usare metodologie rigorose per verificare l’efficacia di un intervento sociale sono assai limitate. Uno sforzo in questa direzione è stato fatto dal progetto “Riunioni di famiglia”, che ha sperimentato l’utilizzo delle Family Group Conferences per migliorare il benessere dei ragazzi in difficoltà.
Il Governo stanzierà 300 milioni per dare ai diciottenni 500 euro da spendere in attività culturali: teatri, musei, cinema e libri. Un incentivo positivo, visto l'interesse reale dei giovani per questi ambiti. La misura però non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali che vedono il Sud e gli immigrati profondamente svantaggiati, violando così il principio dell’eguaglianza di opportunità. A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.
Un finanziamento di 600 milioni di euro dallo Stato, più 100 milioni derivanti da Fondazioni, Comuni e Terzo Settore. E' quanto la Legge di stabilità, secondo le anticipazioni fatte dal Premier Renzi, destinerà alle misure di contrasto alla povertà nel nostro Paese. Se la misura sarà confermata in sede parlamentare, rappresenterà un passo decisivo verso l'implementazione di una politica di lotta alla povertà più efficace, strutturale e ricca di risorse.
Un milione e mezzo di famiglie vive nel nostro paese in povertà assoluta. Di queste, 600.000 comprendono minorenni, per un totale di un milione di bambini e ragazzi poveri che non sono in grado di accedere a beni e servizi considerati essenziali per vivere in modo dignitoso: cibo, abiti, la disponibilità di un’abitazione. Proprio per superare tale situazione, nella prossima legge di stabilità potrebbe essere previsto un finanziamento strutturale di un miliardo di euro all’anno. Una cifra mai vista per la lotta alla povertà in Italia.
“In Italia l’accesso alla conoscenza e alla cultura rimane un problema per tanti bambini, in particolare per chi nasce in contesti familiari svantaggiati”. E’ questa l’amara considerazione che emerge dal rapporto “Illuminiamo il futuro 2030” di Save the Children pubblicato negli scorsi giorni e frutto di una ricerca partita nel 2014, dedicata interamente alle povertà educative. Secondo Save the Children eliminare la povertà educativa e spezzare le catene della diseguaglianza tra minori sono obiettivi possibili.
Il Rapporto di Save the Children punta il dito su una vera e propria piaga scoperta del nostro modello sociale e di intervento pubblico. I livelli di povertà educativa degli studenti sono troppo bassi e nel Mezzogiorno sono addirittura indecenti. Save the Children formula raccomandazioni molto ragionevoli e alla nostra portata: più scuole, insegnanti più motivati e attenti al problema, azioni mirate nei confronti di chi rischia di più, tempo pieno, attività extracurriculari. Dovrebbe essere già tutto previsto dalla «Buona Scuola». Purtroppo però le leggi non bastano.
L'emergere di nuovi bisogni e la crescita della domanda di prestazioni e tutele sociali ha determinato negli ultimi anni una trasformazione quantitativa e qualitativa del fenomeno povertà. In Europa, oggi, 123 milioni di persone (il 24,5% della popolazione) sono a rischio povertà. In questo contesto risultano sempre più necessarie misure innovative di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale per assicurare nuove forme di tutela, per contribuire alla crescita e allo sviluppo, e per garantire stabilità sociale.