La Presidenza del Consiglio dell’UE ha organizzato a La Hulpe una conferenza di alto livello sull’attuazione della Carta europea dei diritti sociali (per intenderci, è la conferenza a cui è intervenuto anche Mario Draghi, il cui discorso ha suscitato tanto dibattito in Italia), durante la quale è stata adottata una dichiarazione interistituzionale per rinnovare l’impegno verso la Carta.
Questo perché la Commissione ha iniziato a implementare i principi della Carta attraverso il Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali approvato a Porto 2021, ma le azioni si sono concentrate principalmente sui primi due capitoli (Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro” e “Condizioni di lavoro eque”) trascurando l’implementazione del terzo capitolo (“Protezione sociale e inclusione”). Questo anche se i dati, tra cui una recente la ricerca di EuSocialCit, evidenziano carenze riguardanti i sussidi di disoccupazione, la protezione del reddito minimo, le pensioni e l’abitazione su cui sarebbe prioritario intervenire anche in ottica europea.
Come spiegano Bea Cantillon, Maurizio Ferrera e Marteen Keune in un articolo pubblicato da Social Europe, senza progressi su questi fronti sarà infatti difficile raggiungere gli obiettivi 2030 dell’UE per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà. Una maggiore attenzione e investimenti sono necessari per garantire un’implementazione efficace della Carta, includendo misure come l’aumento dei finanziamenti sociali dell’UE, il rafforzamento dei processi politici e la garanzia di redditi minimi adeguati. Inoltre, per garantire un accesso efficace ai diritti sociali, è fondamentale dedicare risorse strumentali come informazione, orientamento e consulenza, oltre a semplificare le procedure di applicazione e migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici.