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In Italia, un esercito di oltre 3 milioni di persone si prende cura di anziani e disabili nel contesto familiare. Sono i i cosiddetti caregiver familiari. Coloro cioè che volontariamente e gratuitamente assistono, in funzione solo di legami affettivi, una persona cara consenziente in condizioni di non autosufficienza, a causa dell’età, di una malattia, di una disabilità.

Una fetta importante della popolazione italiana, prevalentemente donne di età compresa tra i 45 ed i 55 anni, svolge dunque una fondamentale azione sussidiaria, gratuita, rispetto al sistema di welfare nazionale esistente. Nonostante i numeri imponenti, l’Italia ad oggi è però uno dei pochi Paesi in Europa dove non è stata riconosciuta professionalmente e tutelata da un punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo la figura del caregiver familiare.

In altri Stati infatti, si è già proceduto a riconoscere e tutelare il ruolo del caregiver. La Gran Bretagna, per esempio, con l’approvazione del Carers (Recognition and Service) Act nel 1995 e successivamente con il Carers and Disabled Children Act del 2000, ha riconosciuto al familiare che assiste una persona cara il diritto alla valutazione della propria condizione di bisogno esistenziale indipendentemente da quella della persona assistita, configurando, quindi, un diritto soggettivo autonomo.

Italia sempre più vecchia: serve un intervento legislativo sui caregiver

I dati oggi disponibili, relativi a questo fenomeno, dicono però che ormai non è più rinviabile un intervento legislativo sul tema, ed infatti la Commissione Lavoro del Senato della Repubblica è impegnata, proprio in questi giorni, a valutare ed esaminare un testo normativo in materia.Tre le proposte di legge presentate sul tema, che recano come primi firmatari, rispettivamente, i Senatori Cristina De Pietro (Misto), Laura Bignami (Misto) e Ignazio Angioni (PD), ora impegnati nella stesura di un testo unico che possa disciplinare questo imponente e crescente fenomeno.

Già perché basta leggere il rapporto Censis del 2015 per sapere che in Italia il 5,5 per cento della popolazione soffre di difficoltà funzionali gravi e che quasi 1,5 milioni di cittadini hanno necessità di cure per tutta la giornata, per la maggior parte tendenzialmente nella propria abitazione.

Così come è sufficiente scorrere i dati dell’Istat o leggere un qualunque quotidiano per rilevare che nello stivale la tendenza all’aumento della popolazione anziana (65 anni e oltre) prosegue arrivando a rappresentare una fetta pari al 21,7 per cento del totale (60.795.612 persone) e che aumentano parallelamente gli ultraottantenni (i cosiddetti «grandi vecchi») che crescono ogni anno di un punto decimale toccando quota 6,5 per cento della popolazione alla fine del 2014. E poi c’è l’esercito degli ultracentenari, 19.000 (3.000 uomini e 16.000 donne) sempre alla fine del 2014, numero quasi triplicato negli ultimi 10 anni.

Insomma, un italiano su cinque risulta essere anziano e dunque potenzialmente bisognoso di cure e assistenza. Per certi versi, una good news, perché cresce l’aspettativa di vita per ognuno di noi, ma anche un alert che non va e non può essere sottovalutato dato che una conformazione del tessuto sociale di questo tipo richiede interventi finalizzati alla rivisitazione e all’ammodernamento del nostro sistema di welfare assistenziale.


Le possibili strade percorribili

Di questo è pienamente convinta la Senatrice Laura Bignami che proprio ieri ha riunito associazioni del settore, parlamentari e giornalisti nella Sala Nassiriya del Senato della Repubblica per condividere e promuovere una serie di emendamenti, con l’obiettivo di rendere la regolamentazione dei caregiver familiari coerente e completa rispetto alle reali esigenze.

In particolare, secondo la Senatrice Bignami, i punti sui quali è necessario intervenire sono quelli che riguardano anzitutto le finalità e la figura giuridica del caregiver familiare. Non secondaria l’esigenza palesata di riportare il riconoscimento e la gestione delle misure in favore dei caregivers familiari nelle mani dello Stato, onde evitare che le Regioni, sulla base delle disponibilità di bilancio, possano determinare misure differenti con il rischio di sperequazione tra persone afferenti ad una medesima tipologia.

Inoltre, nel corso dell’incontro, è stata presentata ed illustrata una proposta di delega al Governo finalizzata ad assicurare benefici ai caregiver familiari riconosciuti, sia sotto il profilo previdenziale, con il beneficio di un quinto del periodo di attività riconosciuto come caregiver ai fini dell’anticipo all’accesso alla pensione al pari di quanto già riconosciuto per altre categorie di lavoratori, sia dal punto di vista dei benefici occupazionali (per l’occupazione o la rioccupazione al termine dell’attività di cura), nonché benefici per la piena fruibilità del telelavoro e per i lavoratori autonomi riconosciuti come caregiver, con la possibilità di esercizio della clausola di opting out per la quota di rivalsa contributiva da versare a forme di previdenza complementare o forme assicurative di long term care.

Altri emendamenti, che dovrebbero contribuire a portare ad un testo "desiderato", sono stati proposti per l’istituzione di un "Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare", per l’ otto per mille (con l’obiettivo di garantire al caregiver familiare una piena conciliazione dei tempi di vita e di lavoro), per prevenire rischi di malattie da stress fisico-psichico del prestatore di cura familiare.

Infine, è stata avanzata la proposta, da sottoporre al Ministro dell’Istruzione, di rendere facoltativo, con proprio decreto, l’obbligo alternanza scuola-lavoro (legge 13 luglio 2015, n. 107) agli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie superiori che svolgono l’attività di caregiver familiare, o sono figli di caregiver familiare e che svolgono, o contribuiscono, al lavoro di assistenza e cura.

Bignami: presto caregiver da Mattarella 

"I caregiver familiari meritano rispetto, svolgono un ruolo sociale importante e con il loro lavoro, non retribuito e non volontario ma frutto di una scelta d’amore, permettono tra l’altro allo Stato di risparmiare sulla spesa sanitaria pubblica", ha affermato Laura Bignami illustrando i vari emendamenti. "E’ per questo che siamo qui oggi", ha aggiunto, prima di concludere rivolgendo un appello al Presidente della Repubblica "spero di ricevere presto una chiamata del Presidente Mattarella che sono certa non rifiuterà di indire un’udienza generale con tutti i caregiver italiani per ascoltare le loro ragioni".