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La sostenibilità dei sistemi di welfare è una sfida crescente in Europa, che riguarda anche la società civile. In molti Paesi – fra cui l’Italia – si stanno sperimentando sempre più iniziative di innovazione sociale: nuove idee al servizio dei bisogni dei cittadini, realizzate attraverso strumenti originali e capaci di creare relazioni e reti fra diversi soggetti. Non ci sono molti dati, ma in tutti i Paesi esistono riconoscimenti e premi che danno visibilità a quelle più interessanti. In Italia, c’è ad esempio il premio Angelo Ferro, promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dalla Fondazione Emanuela Zancan, con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

La sesta edizione, celebrata il 14 giugno all’Università di Padova, è stata vinta dalla Cooperativa La Paranza di Napoli, per il lavoro straordinario nell’ambito dell’inclusione sociale e lavorativa in uno dei quartieri più problematici della città, il Rione Sanità (Secondo Welfare ne parlò qui qualche anno fa, ndr). La Cooperativa coinvolge i giovani in progetti di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Un esempio riuscito di ricostruzione del tessuto urbano, capace di creare posti di lavoro e di attrarre decine di migliaia di visitatori ogni anno.

Il premio Angelo Ferro svolge un utile ruolo di segnalazione anche a livello internazionale. Alcune delle associazioni premiate nel passato sono riuscite a consolidarsi e ingrandirsi, nonché ad ottenere finanziamenti e ulteriori riconoscimenti esterni. Ad esempio il progetto Quid (un’impresa sociale che opera nella moda e dà lavoro a molte lavoratrici fragili), vincitore nel 2017, ha successivamente ottenuto finanziamenti da parte della Banca Europea degli Investimetni ed è stato premiato dall’ONU come esempio virtuoso di imprenditoria femminile.

Nel contesto europeo l’Italia è uno dei Paesi più attivi nell’innovazione sociale. L’esperienza della cooperativa La Paranza indica che l’attivismo riguarda anche il Sud. Un’ottima notizia: c’è un terreno potenzialmente fertile, che le risorse del PNRR dovrebbero affrettarsi a coltivare.


Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera del 15 giugno 2022 ed è qui riprodotto previo consenso dell’autore.