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Creare occasioni di incontro e conoscenza attraverso momenti di aggregazione, abbattere i muri della solitudine, ricostruire reti sociali e rapporti di prossimità della vita quotidiana, in modo naturale e condividendo un pasto. Questo è l’obiettivo del progetto “Tavole Allegre”, iniziativa realizzata in alcuni quartieri di Torino dalla Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’Ufficio Pio e Slow Food Italia, che in 9 mesi ha permesso, con il coinvolgimento gratuito di oltre 50 cuochi e 15 volontari, di organizzare 80 pranzi, per un totale di 1450 pasti serviti a oltre 250 persone anziane e sole.

Questi risultati e soprattutto le tante storie nate dal progetto sono stati raccontati lo scorso 11 dicembre nel corso della festa organizzata a Cascina Fossata per tutti coloro che si sono impegnati in questa iniziativa, alla presenza di Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, Carlo Petrini, presidente di Slow Food e Nanni Tosco, presidente dell’Ufficio Pio.

Pranzi di vicinato e di comunità per riscoprire la socialità

In particolare, Tavole Allegre ha proposto due formule molto particolari: i pranzi di vicinato e quelli di comunità. I primi sono momenti conviviali organizzati direttamente nelle case delle persone che vivono in condizione di isolamento e fragilità, già coinvolte nei progetti dell’Ufficio Pio. Intorno al tavolo si riuniscono le persone ospitanti, giovani, migranti, volontari, persone del vicinato che hanno condiviso i piatti preparati dai 37 ristoratori che hanno accettato l’invito di Slow Food Torino a prendere parte all’iniziativa. I pranzi di comunità si sono invece svolti come delle vere e proprie feste di quartiere, volte a coinvolgere tutti gli abitanti del territorio.

Tavole Allegre è l’evoluzione dei Barachìn (simbolo del cibo operario, popolare e casalingo) promossi da Slow Food durante “Terra Madre – Salone del Gusto 2018”, che hanno raggiunto nelle proprie case 5000 persone che vivono situazioni di difficoltà nelle 120 Città di Terra Madre. L’iniziativa è stata poi sposata da Compagnia di San Paolo che, con la collaborazione dell’Ufficio Pio, per tutto il 2019 ha portato avanti il progetto Tavole Allegre, individuando il pranzo come strumento di festa e condivisione, di relazione e di recupero di una dimensione della socialità.

“Questa per noi – racconta Nanni Tosco, presidente dell’Ufficio Pio – rappresenta un’esperienza pilota nell’ambito degli interventi a favore delle famiglie povere con adulti fragili e anziani. Il recente intervento pubblico nel sostegno al reddito delle persone povere ci ha permesso di lavorare con più enfasi sull’inclusione sociale con progetti finalizzati al miglioramento della dimensione relazionale. Le persone a tavola hanno mostrato inattesi talenti artistici e culinari e li hanno usati come strumenti per aprirsi agli altri. Non solo, nei contesti più conflittuali come i condomini ATC, la reciproca conoscenza ha aiutato a ridurre la diffidenza nell’altro sostituendola con il desiderio di nuovi incontri”.

Grazie alla sua buona riuscita, Tavole Allegre proseguirà nel 2020. “Nel corso del 2019 abbiamo sperimentato la ricetta e compreso che la convivialità può essere un utile strumento per arricchire il capitale sociale delle persone attraverso la bellezza dell’incontro tra mondi a volte lontanissimi – afferma Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo – durante il 2020 perfezioneremo ancora la nostra ricetta attraverso il recupero di spazi di comunità, la creazione di ulteriori reti nell’ambito del proprio vicinato perché le persone siano sempre meno sole e affinché questa esperienza possa consolidarsi divenendo un dispositivo utile anche ad altri soggetti e contesti”.