Il progetto, nato nell’ambito di Equilibri, ha ottenuto il riconoscimento per la sua capacità di impattare sul Torinese promuovendo l’occupazione femminile e rafforzando le opportunità educative per i bambini.
Come evidenziano Pogliotti e Tucci sul Sole 24 Ore, oltre 1,4 milioni di giovani e 7,8 milioni di donne restano fuori dal mercato del lavoro, frenando crescita ed equilibrio demografico.
Bolzano e Palermo sono le due province in cui si fanno più figli. Perché due territori così diversi hanno dati simili? Per aiutarci a rispondere vanno letti correttamente i dati su fecondità, occupazione femminile e servizi per l’infanzia.
I nuovi bandi Onlife+ e Futura+ puntano a ridurre il divario digitale in questi due segmenti e a garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro.
Nel suo ultimo studio l’economista Premio Nobel Claudia Goldin dimostra che per fare più figli le donne devono poter contare su un chiaro impegno di mariti e padri nelle attività di cura.
Nascere a Milano o a Palermo, in una famiglia colta o con basso reddito, maschio o femmina: il destino socioeconomico di una persona in Italia nel 2025 è ancora fortemente condizionato da questi fattori di partenza. Dalla mobilità intergenerazionale bloccata ai divari territoriali e di genere nel lavoro, nel nostro Paese la mappa delle opportunità tutt’altro che uniforme.
In provincia di Varese, un incontro promosso nell’ambito del progetto europeo CHECk ha riunito imprese, istituzioni e associazioni di categoria per discutere di parità di genere, conciliazione vita-lavoro e strategie di inclusione nelle piccole e medie imprese.
Giulia Cannizzaro su Il Sole 24 Ore analizza la crescita delle famiglie monogenitoriali e l’aumento del rischio di povertà per le madri sole in Italia.
Il rapporto 2025 di Save the Children sulla maternità in Italia propone un focus sulle madri sole e le disparità regionali, proponendo soluzioni per un sistema più inclusivo ed equo.
Uno strumento pratico per promuovere un cambiamento strutturale nelle organizzazioni e nella società, mettendo la parità di genere al centro delle strategie di sviluppo sostenibile e del benessere collettivo.
Il rapporto che analizza il rispetto dei diritti di donne, bambine, bambini e giovani nel nostro Paese riporta una situazione appena sufficiente, determinata anche dalle forti disparità territoriali
Per promuovere davvero la parità bisogna andare oltre i vantaggi economici e puntare sui servizi e il riequilibrio dei ruoli familiari, ha spiegato il ricercatore di Percorsi di secondo welfare
Al via l'iniziativa finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma CERV per migliorare le politiche di conciliazione vita-lavoro, contrastare gli stereotipi di genere e promuovere buone pratiche tra imprese e istituzioni in Italia, Lituania e Spagna. Percorsi di secondo welfare è partner scientifico del progetto.
A due anni dalla pubblicazione della prassi di riferimento sulla parità di genere quante aziende hanno implementato questa normativa? Che ruolo hanno avuto gli incentivi statali nella sua diffusione? E quale potrebbe essere il futuro di questa prassi nei prossimi anni?
Maria Carla De Cesari su Il Sole 24 Ore racconta i risultati di un’indagine di Confprofessioni, da cui emerge che la genitorialità incide quasi il doppio sulle carriere femminili rispetto a quelle maschili.
Chi è titolare di partita Iva può organizzare il proprio lavoro con maggiore flessibilità rispetto a chi ha un rapporto da dipendente, soprattutto a causa delle minori tutele. Eppure, tra enti previdenziali e fondi europei, qualcosa si muove.
Claudio Tucci su Il Sole 24 Ore analizza le misure introdotte per sostenere la natalità, riorganizzare le detrazioni fiscali e combattere la povertà alimentare nelle scuole.
Grazie a un lavoro di analisi svolto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore è possibile fare alcune valutazioni sull’applicazione della Prassi di riferimento 125:2022 nelle aziende che la adottano.
Al suo interno un capitolo di Franca Maino, Chiara Lodi Rizzini e Marco Betti sul ruolo delle donne in sanità, tra pari opportunità, conciliazione vita-lavoro e disparità nelle posizioni apicali.
Per chi è occupato nelle PMI le difficoltà nel trovare un equilibrio tra vita e lavoro sono molto forti, ma anche nelle grandi imprese la situazione non è rosea. Come si può intervenire?
Bilanciare vita e lavoro è un bisogno sempre più avvertito ma ancora molto difficile da soddisfare adeguatamente in Italia. A tratti sembra qualcosa di raro ed eccezionale, soprattutto per alcune categorie.
Con l’attribuzione del lavoro produttivo agli uomini e di quello riproduttivo alle donne, la società ha “risolto” il problema della cura scaricandolo quasi completamente sulle donne, ingabbiate in un ruolo che sin da piccole le mortifica e le opprime. Ma cambiare si può e dipende molto anche dagli uomini, oltre che dalle leggi.
Una ricerca del Collegio Carlo Alberto, in collaborazione con la Fondazione Ufficio Pio e la città di Torino, mette in luce come la scarsa informazione, la cultura familiare e le difficoltà economiche influiscano sulla bassa frequenza nei servizi per la prima infanzia nel nostro Paese.
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