work-life balance

La Regione Lombardia ha approvato le linee guida per la definizione dei Piani Territoriali di Conciliazione 2020-2023. Il D.G.R. 2398/2019 prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro nel corso del prossimo triennio per il finanziamento di progetti e politiche volte a promuovere interventi di welfare aziendale e di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, avviati da alleanze territoriali multi-attore.
Quella demografica è oggi tra le questioni più cruciali per l'Italia ma il nostro Paese finora non sembra essere stato capace di sviluppare politiche pubbliche e interventi collettivi all'altezza di questa sfida. Per far luce su tale problematica nasce l'Alleanza per l'infanzia, un network di associazioni, esponenti della società civile e studiosi che condivide l'urgenza di sensibilizzare e fare pressione sull'opinione pubblica e sulla politica.
A Salerno si è svolto il primo seminario di "La Città in Crescita", progetto promosso da diversi stakeholder nazionali e locali per attivare e mantenere reti che possano divenire “Comunità Educanti” nell'ambito del Sistema Integrato zero-sei anni. Questo primo appuntamento, dedicato al tema "Tuscan Approach e poli educativi 0-6" è stato curato da Arianna Pucci, Pedagogista dell'Istituto degli Innocenti. L'abbiamo intervistata.
È partito il progetto "Welfare aziendale e territoriale a misura di artigiani, micro e piccole imprese" di CNA Piemonte per realizzare interventi volti a sensibilizzare le piccole realtà imprenditoriali sull'importanza del welfare occupazionale e territoriale. L'iniziativa, in cui sarà convolto anche il nostro Laboratorio attraverso la predisposizione di incontri, seminari e materiali informativi, scaturisce dal bando sul welfare aziendale previsto dalla strategia regionale WeCaRe.
Unioncamere Piemonte e Anci Piemonte, in collaborazione con le Camere di commercio e gli enti locali del territorio piemontese, hanno deciso di promuovere un ciclo di seminari gratuiti rivolti alle imprese. L'obiettivo è quello di approfondire il tema del welfare aziendale, il suo grado di sviluppo in Piemonte e, infine, presentare le modalità di partecipazione al bando legato alla strategia WeCaRe che finanzierà progetti di aziende e reti di imprese che decidono di implementare servizi e piani di welfare aziendale per i propri dipendenti.
Mediamente in Europa un uomo lavora 40 ore settimanali. La donna si ferma a 34, ma a differenza dell'uomo impegna una enorme quantità del suo tempo per attività di cura e gestione delle necessità familiari. Qual è oggi la situazione del work-life balance nel Vecchio Continente? in questo articolo vi proponiamo alcuni dati interessanti sul tema pubblicati da Eurofound, Eurostat e dall'International Labour Organization.
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo cercato di alimentare il dibattito riguardante il possibile ruolo degli assistenti sociali nel campo del welfare aziendale. Questo approfondimento, ripercorrendo l’esperienza dell'Alleanza Territoriale per le Famiglie realizzata nel territorio vicentino, si concentra sulle opportunità che il coinvolgimento degli assistenti sociali può avere nel processo di integrazione e co-progettazione dei servizi di welfare.
Da tempo la Pubblica Amministrazione sta cercando di adeguarsi per permettere la sperimentazione e la successiva messa a regime di percorsi di lavoro agile per i propri dipendenti. In questa direzione è andato il Progetto VeLa che, grazie a un lavoro di 14 mesi e al coinvolgimento di 9 enti partner, ha prodotto un "kit di riuso" da rendere disponibile ad Amministrazioni interessate a introdurre lo smart working. Ecco di cosa si tratta.
Secondo il politologo statunitense Thomas Dye, le politiche pubbliche sono tutto quello che le amministrazioni decidono di fare o di non fare. Pensando alle politiche italiane per la famiglia e per la conciliazione vita-lavoro, il pensiero corre al poco che le amministrazioni fanno e al molto che invece non fanno. Qui il commento di Federico Razetti all'inchiesta sulla conciliazione che abbiamo realizzato per Corriere Buone Notizie.
Un equilibrio instabile. I ricercatori di Percorsi di secondo welfare hanno scelto questa immagine per intitolare una recente ricerca sulla conciliazione famiglia-lavoro realizzata per la Confcommercio di Varese. Il tema è anche al centro dell'inchiesta per Corriere Buone Notizie, dove si spiega che i problemi in questo ambito sono legati a servizi pubblici inadeguati, legami familiari sempre più deboli, imprese poco propense a investire e, sullo sfondo, ancora, un grosso problema culturale.
Secondo l'Istat, nel nostro Paese ci sono 212 asili nido aziendali capaci di accogliere circa 7.000 bambini. Al momento, tuttavia, sembra che solo le grandi imprese siano in grado di realizzare e mantenere queste strutture. Per provare ad affrontare questa situazione, offrendo anche alle piccole imprese la possibilità di implementare questo servizio, è nata la startup Needo. Ve ne parliamo in questo approfondimento.
La genitorialità può diventare un valore aggiunto anche sul lavoro? Questa esperienza privata così coinvolgente può divenire un'occasione di rinnovamento del processo organizzativo aziendale? E, di conseguenza, può essere un bene per la società nel suo complesso? Sono alcune delle domande che vengono messe a tema nel volume "Genitori al lavoro. Il lavoro dei genitori", scritto da Elena Barazzetta, ricercatrice di Percorsi di secondo welfare, e pubblicato da Edizioni Este.
Che cosa pensano i bambini quando si sentono dire "La mamma e il papà sono al lavoro"? Bimbi in Ufficio è una iniziativa che nasce proprio con l'obiettivo di far scoprire il luogo di lavoro ai figli dei dipendenti, che per un giorno possono recarsi in ufficio con i propri genitori e comprendere meglio quello che fanno. Nata più di vent'anni fa da RCS Corriere della Sera, quest'anno si svolgerà la venticinquesima edizione dell'iniziativa.
La Regione Piemonte ha pubblicato il sesto e ultimo bando di WeCaRe, la strategia regionale per l'innovazione sociale. Il bando promuoverà la progettazione e l'attivazione di interventi di welfare aziendale con particolare riguardo verso iniziative inter-aziendali e di apertura verso i territori. Elisabetta Cibinel ci racconta gli elementi principali del bando, che resterà aperto fino al 13 settembre.
Lo scorso 4 aprile, dopo un lungo iter iniziato nel 2017, il Parlamento europeo ha approvato con ampia maggioranza la nuova direttiva sul work-life balance. Se nel corso dei negoziati la proposta originale avanzata dalla Commissione Europea si è in alcuni aspetti affievolita, ci sono comunque diverse novità significative rispetto alla normativa vigente in tema di congedi e flessibilità lavorativa. Ce le racconta Elena Barazzetta in questo articolo.
Nell'ambito del progetto E-Net: Equilibrio vita-lavoro in RETE, iniziativa parte del Piano territoriale di ATS Milano, è stato firmato un accordo interaziendale tra sei aziende agricole del territorio. L'intesa è finalizzata a promuovere interventi di welfare aziendale allo scopo di sostenere i dipendenti delle realtà coinvolte e le loro famiglie. Si tratta di un protocollo interessante perché tenta di promuovere un network tra realtà produttive di un settore molto complesso: quello agricolo.
Il Gruppo Assimoco ha vinto due prestigiosi riconoscimenti nell'ambito dei Financial Innovation Italian Award per l'innovazione. Le due soluzioni premiate sono MammaMia, che ha ottenuto il primo posto nella categoria "Nuovi servizi retail", e SogniSicuri che si è aggiudicato il secondo posto nella categoria "Prodotti assicurativi vita". Entrambi i servizi sono rivolti al sostegno della famiglia e alla conciliazione vita-lavoro.
Nei giorni scorsi il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ha convocato a Roma un tavolo di confronto sulla conciliazione famiglia-lavoro a cui hanno partecipato alcune imprese interessate ad adottare soluzioni positive a favore della famiglia e della natalità. In tale sede è stato annunciato lo stanziamento di risorse ''tra i 50 e gli 80 milioni di euro'' per attività legate alla conciliazione, ma non è chiaro quale potrà essere il loro utilizzo.
Da diverso tempo stiamo assistendo ad un calo demografico apparentemente inarrestabile. Le cause di questa tendenza sono molteplici, ma tra queste non si può che riconoscere una stretta correlazione tra l'avvento della maternità e il rischio di disoccupazione femminile. L'evidenza di questo nesso porta spesso alla scelta di rinunciare ad avere uno o più figli, per timore di cadere in situazioni di precarietà se non addirittura di povertà. Da dove ripartire?