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I provider di welfare aziendale sono società private che si occupano di sostenere le imprese nelle varie fasi di ideazione, implementazione e monitoraggio di interventi o piani di welfare. Attualmente esistono varie realtà inseribili all’interno del mercato dei provider di welfare: le società di servizi, le software-house e le piattaforme on-site, le società di brokeraggio assicurativo e alcune società definibili spurie.

Percorsi di secondo welfare ha deciso di dedicarsi a questo tema realizzando una ricerca – i cui dati saranno pubblicati all’interno del Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia – e degli approfondimenti sulle realtà italiane più rilevanti. Lo scopo della ricerca, che si è svolta tra dicembre 2016 e febbraio 2017, è stato quello di indagare e analizzare i cambiamenti avvenuti all’interno del mondo dei fornitori di servizi di welfare dopo l’introduzione delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016.

In questo approfondimento (che segue quelli su Edenred, Easy Welfare, Eudaimon, Willis, Day, DoubleYou e Welfare Company) andremo a conoscere Happily Welfare attraverso l’intervista con Selene Marone, co-founder e responsabile dello sviluppo di Happily.


Quali sono le misure e i servizi di welfare che mettete a disposizione alle aziende? In che modo vengono erogati?

Happily ha una propria piattaforma che è il punto principale della sua offerta. Questo portale permettere alle aziende di gestire tutti i servizi che possono essere compresi all’interno di un piano di welfare aziendale: al suo interno sono presenti tutti i servizi definiti negli articoli 51 e 100 del TUIR.

Per quanto riguarda i servizi, l’offerta presente nel portale comprende: i rimborsi per le spese di istruzione, per le baby-sitter e per le badanti, che coinvolgono tutta la sfera della non-autosufficienza; nel campo della tutela alla salute mettiamo a disposizione un sistema di convenzionamento ad hoc e una carta per accedere ad un network di strutture convenzionate. In questo campo abbiamo, inoltre, anche la possibilità di aderire a enti o casse sanitarie. Il cliente può contare poi sulla previdenza integrativa, per la quale si può operare anche attraverso il rimborso.

Infine rimane l’area della formazione, che comprende anche servizi di coaching, e l’area ricreativa e del tempo libero. In quest’ultima parte rientrano: viaggi, gift card, buoni o voucher per l’abbonamento della palestra; e anche i biglietti per cinema, teatro e spettacoli.

Relativamente alla vostra società e al vostro ruolo di provider, avete introdotto delle modifiche alla luce della Legge di Stabilità 2016?

Abbiamo apportato delle modifiche rispetto alle prestazioni erogabili in voucher. La nuova normativa prevede che molti dei servizi, se non superano i 258 euro, possono essere oggi erogati tramite questo strumento. Di conseguenza, abbiamo cercato di garantire questa possibilità per tutte le offerte presenti nel nostro portale.

Inoltre, abbiamo ritenuto importante realizzare una convenzione con un’agenzia di viaggi. Questo tema sarà, secondo noi, molto richiesto nei prossimi mesi e anni. Abbiamo quindi preferito realizzare una convezione con una società già esperta, in modo da garantire un servizio di qualità

Quali sono le prestazioni più richieste dalle imprese sulla base della vostra esperienza?

Secondo la nostra esperienza, gli interventi più richiesti riguardano le spese scolastiche dei figli. I dipendenti che non hanno figli, e non hanno questo genere di oneri economici, scelgono molto spesso le gift card e i viaggi. La maggior parte delle richieste si divide in questo genere di spese. Successivamente ci sono le richieste per la sanità e la previdenza.

Devo dire che le richieste per le gift card sono, ad ogni modo, molto elevate. Questi strumenti sono delle carte attraverso cui è possibile acquistare una moltitudine di beni e servizi. Possono riguardare ad esempio: i buoni benzina, acquisti nella grande distribuzione organizzata e nell’elettronica, articoli sportivi, grandi magazzini, viaggi, articoli per l’infanzia, libri, ottica, profumerie.


Alla luce delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016 ritiene che sia cresciuto l’interesse delle aziende verso l’implementazione di piani di welfare nell’ultimo anno?

Sicuramente sì. C’è un interesse maggiore. Noi, che lavoriamo soprattutto con PMI, abbiamo notato che le richieste da parte delle aziende sono molto aumentate. Questo è dipeso, a mio avviso, dalle agevolazioni e dai vantaggi fiscali.

In particolare, sono molte le imprese che si sono informate e che hanno voluto avere maggiori informazioni sul welfare. Bisogna però dire che, ancora oggi, c’è molto da lavorare sul piano culturale: soprattutto dal punto di vista dei sindacati e dei lavoratori.