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È stata pubblicata la quinta edizione di “Welfare for People”, il Rapporto annuale di ADAPT e Intesa Sanpaolo sul welfare occupazionale e aziendale in Italia. Il documento curato, da Michele Tiraboschi, analizza il fenomeno in termini di nuove relazioni industriali e nuovi modelli produttivi e di impresa attraverso analisi settoriali, territoriali e tematiche.

L’obiettivo non è, quindi, quello di leggere il welfare aziendale come risposta estemporanea all’arretramento del welfare pubblico – che è considerata solo una conseguenza della grande trasformazione in atto nella economia e nella società -, ma in un’ottica sistemica che abbraccia vari aspetti della vita delle imprese.

Vengono quindi approfondite le chiavi interpretative e le analisi avviate con le precedenti edizioni, così da inquadrare i percorsi di welfare aziendale nel contesto delle recenti e complesse trasformazioni del lavoro e della impresa. Per fare questo vengono presentate l’analisi della contrattazione collettiva nel macrosettore terziario, distribuzione e servizi, un approfondimento sul welfare aziendale nella provincia di Verona e l’analisi dei fondi contrattuali di assistenza sanitaria integrativa. Di seguito riportiamo i principali contenuti. A fondo articolo è scaricabile il testo completo della quinta edizione di “Welfare for People”.

Il welfare aziendale nel settore terziario

Dopo che nelle precedenti edizioni sono stati analizzati i settori metalmeccanico, chimico-farmaceutico e dell’industria alimentare, l’approfondimento settoriale del Rapporto quest’anno si concentra sul settore terziario, distribuzione e servizi. Viene proposta l’analisi di 9 Contratti collettivi nazionali (CCNL) sottoscritti nell’ambito del sistema di relazioni industriali facente capo a Confcommercio e di 46 contratti e accordi aziendali sottoscritti da imprese che applicano il CCNL Confcommercio e il CCNL Fipe.

Secondo il Rapporto, proprio i CCNL di settore sono la prima fonte delle diverse prestazioni di welfare, in particolare attraverso l’ampio sistema di organismi bilaterali relativi alla previdenza complementare, all’assistenza sanitaria integrativa e alla formazione, unitamente a misure di welfare organizzativo (ad esempio, la flessibilità oraria).

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Nella cornice definita dal livello nazionale, sottolinea “Welfare for People”, le parti sociali hanno sviluppato interventi di welfare attraverso gli enti bilaterali territoriali. Il settore terziario è infatti uno dei macrosettori in cui il tessuto produttivo è maggiormente polverizzato e ciò rende difficile la contrattazione aziendale. Per questo motivo, il ruolo degli enti bilaterali sia a livello nazionale che, soprattutto, a livello territoriale è determinante per riconoscere misure di welfare ulteriori rispetto a quelle riconosciute dal CCNL a un numero sempre maggiore di dipendenti.

Dal monitoraggio dei contratti aziendali sottoscritti tra il 2015 e il 2021, nel documento emerge che in ambito di welfare aziendale la contrattazione collettiva regolamenta prevalentemente soluzioni di flessibilità organizzativa e di conciliazione vita-lavoro.

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Nella parte di approfondimento tematico, la pubblicazione approfondisce lo stato dell’arte del sistema dei fondi di assistenza sanitaria integrativa, istituiti e regolamentati dalla contrattazione collettiva nei diversi settori, prendendo in considerazione 58 Contratti Collettivi Nazionali di settore.

La maggior parte dei CCNL analizzati (44 su 58, pari al 76% del totale) prevede l’iscrizione obbligatoria e automatica dei lavoratori impiegati nelle aziende che applicano il contratto ai fondi negoziali di settore. Non mancano tuttavia sistemi contrattuali (ad esempio nell’ambito del macro-settore dei chimici e nel campo delle aziende di servizi) in cui le parti hanno optato per l’introduzione di meccanismi di adesione volontaria. Casi virtuosi si registrano in particolare nei settori chimico-farmaceutico ed energia e petrolio, in cui i processi di adesione ai fondi sono stati favoriti da un’incisiva azione della contrattazione aziendale sulla materia.

Guardando alle prestazioni garantite dai fondi, “Welfare for People” riporta una sempre più ampia capacità di copertura sia degli oneri a carico dell’utente per le prestazioni sanitarie del Sistema Sanitario Nazionale sia di prestazioni integrative rispetto ai livelli essenziali di assistenza (LEA) che il SSN fornisce ai cittadini.

Il Rapporto propone poi due focus specifici. Il primo, sulla copertura del rischio di non autosufficienza, indica la prevalenza di erogazione diretta di prestazioni socio-sanitarie attraverso strutture convenzionate o di rimborsi per le spese sostenute per sé o, in alcuni casi, anche per i propri famigliari, al fine di usufruire di misure che vanno dai servizi fisioterapici all’assistenza domiciliare attraverso figure quali colf e badanti. Frequente è anche la previsione di rendite da corrispondersi agli iscritti entro determinati limiti di tempo.

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Il secondo focus è invece dedicato al ruolo dei fondi sanitari contrattuali nel corso dell’emergenza pandemica, che evidenzia la rapida capacità di risposta a fronte di circostanze inedite e non programmabili, che ha contribuito a supportare imprese e lavoratori nella fase più complessa dell’emergenza Covid-19.

Il welfare aziendale sul territorio di Verona

L’approfondimento territoriale di “Welfare for People” è dedicato alla diffusione del welfare aziendale e occupazionale nel territorio di Verona con particolare riferimento al settore del commercio e del turismo. L’analisi si sviluppa nel solco delle ricerche condotte nelle precedenti edizioni, che hanno avuto come oggetto i territori di Bergamo, Brescia, Cuneo, Modena, Reggio Emilia e Parma. L’analisi si è svolta prendendo in considerazione 3 accordi territoriali del settore commercio, 6 contratti aziendali afferenti ai settori del commercio e del turismo e le prestazioni erogate dall’Ente bilaterale del commercio e dei servizi e dall’Ente bilaterale del turismo veronese.

Per i settori del commercio e del turismo, spiega il report, l’ambito territoriale veronese è risultato essere la dimensione privilegiata per lo sviluppo di azioni di welfare da parte della contrattazione. Le misure di welfare ai lavoratori sono infatti erogate prevalentemente grazie alla contrattazione collettiva territoriale e agli enti bilaterali territoriali.

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Nel 2021, la maggior parte delle erogazioni dell’ente bilaterale del commercio si è concentrata nell’area di sostegno alla genitorialità e quelle dell’ente bilaterale del turismo, per l’80% sono stati rappresentati da contributi di sostegno al reddito per dipendenti che usufruivano di ammortizzatori sociali. La contrattazione aziendale risulta essere invece meno diffusa come conseguenza delle dimensioni ridotte delle aziende e dell’elevata stagionalità di alcune attività. In generale si rileva una diffusione dei piani di flexible benefit in conversione dei premi di risultato, in cui si evidenzia anche una disposizione a incentivare la destinazione di risorse all’ambito della previdenza complementare.

Secondo i ricercatori, lo sforzo da fare su questo territorio è quello di rafforzare la connessione con lo sviluppo di piani di welfare di natura aziendale in modo che si possano integrare e promuovere diversi strumenti a disposizione della contrattazione di settore.

 

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Foto di copertina: Copertina del Rapporto "Welfare for People" 2022