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Salute mentale: italiani stressati e ansiosi, ma pochi si fanno aiutare

A dirlo è una ricerca di UniSalute e Nomisma. Stress e ansia tra i sintomi più diffusi, soprattutto tra le donne e i giovani, eppure solo una minoranza si è rivolta a uno psicologo o psicoterapeuta. A pesare sono la sottovalutazione dei problemi e i costi economici.
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Una ricerca condotta dall’Osservatorio Sanità di UniSalute insieme a Nomisma fornisce dati interessanti sulla salute mentale e psicologica di chi vive in Italia.

Condotta su un campione di 1.200 persone tra i e i 18-75 anni, l’indagine rivela che nel 2023 il 43% delle persone intervistate dichiara di aver faticato a mantenere il buon umore: 1 su 3 (33%) dice di aver avuto molti alti e bassi, e 1 su 10 (10%) di essere stato prevalentemente giù di morale. Solo 1 su 3 afferma essere stato di buon umore la maggior parte del tempo (30%) o addirittura di umore eccellente (3%). Più nel dettaglio, lo stress sembra essere lo stato d’animo negativo più diffuso, con il 38% che dice di sentirsi stressato spesso (29%) o “regolarmente, quasi ogni giorno(9%). A risultare più colpite sono le donne (43%) ma soprattutto i giovani: quasi 1 under 30 2 (47%) dichiara di accusare stress spesso o regolarmente.

Altri sintomi comuni sono la sensazione di essere nervosi e tesi – percepita dal 32% delle persone, con picchi del 36% e del 40% tra donne e giovani – e uno stato di ansia eccessiva, che colpisce il 27% del campione totale, ma ben il 32% delle donne e il 34% degli under 30.

Dal sondaggio emerge anche quali sono le cause di queste emozioni negative: lo stato di salute personale e dei propri cari risulta essere il principale motivo di preoccupazione (24%), seguito dall’organizzazione familiare (19%), dalla situazione economica (18%) e dai problemi legati al contesto lavorativo (15%).

Per gestire i momenti difficili dal punto di vista emotivo e psicologico, le soluzioni “fai-da-te” (come rimedi naturali o sport) sono le più utilizzate (27%), seguite dai consigli del farmacista (17%) e del medico di base (16%). Solo il 12% ha optato per il supporto di uno psicologo/a o psicoterapeuta, nonostante il 62% degli italiani affermi che si rivolgerebbe a queste figure in caso di necessità, anche attraverso sedute da remoto e video consulti (25% preferirebbe questa modalità).

Tra le ragioni di questo gap da volontà e effettivo ricorso a figure specializzate c’è la scelta di aspettare che il momento difficile passi da solo (38%), oppure la sensazione che il proprio caso non sia abbastanza serio (27%). Pesano però anche considerazioni economiche: il 28% di chi non è ricorso a uno psicologo o psicoterapeuta, pur avendo avuto delle difficoltà, dice di non averlo fatto per i costi troppo onerosi. Eppure gli italiani sembrano comunque consapevoli dell’importanza della salute psicologica: indicano lo stress come il fattore che più di ogni altro – insieme allo stile di vita – ha il maggiore impatto sul loro attuale stato psico-fisico (34%), e quasi due su tre (64%) ritengono che uno stato emotivo e mentale equilibrato sia fondamentale per una buona salute.

Foto di copertina: Creata con DALL·E di OpenAI su prompt di Secondo Welfare