La FAO, insieme a IFAD, UNICEF, WFP e OMS, ha presentato l’edizione 2025 del rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World – Addressing high food price inflation for food security and nutrition”, il documento di riferimento globale sullo stato della fame e della malnutrizione.
Secondo le nuove stime, nel 2024 l’8,2% della popolazione mondiale ha sofferto la fame (circa 673 milioni di persone), in calo rispetto all’8,5% del 2023 e all’8,7% del 2022. I progressi sono trainati da Asia sudorientale, Asia meridionale e America meridionale, mentre in gran parte dell’Africa e in Asia occidentale la fame continua a crescere.
L’insicurezza alimentare resta diffusa: circa 2,3 miliardi di persone hanno sperimentato livelli moderati o gravi di insicurezza alimentare nel 2024. Oltre 2,6 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana, con una situazione particolarmente critica nei Paesi a basso reddito, dove il problema riguarda il 72% della popolazione.
Il rapporto analizza l’ondata di inflazione alimentare tra il 2021 e il 2023, che ha raggiunto picchi del 13,6% a livello globale e fino al 30% nei Paesi a basso reddito. L’aumento dei prezzi ha superato la crescita dei redditi, aggravando le difficoltà soprattutto per famiglie rurali, piccoli produttori, donne e bambini.
In particolare, un incremento del 10% nei prezzi del cibo è associato a:
- un aumento del 3,5% dell’insicurezza alimentare moderata o grave;
- un aumento fino al 6% della malnutrizione acuta grave nei bambini sotto i cinque anni.
Gli autori del rapporto invitano governi e comunità internazionale a:
- proteggere le fasce vulnerabili con misure fiscali mirate e temporanee;
- rafforzare la protezione sociale, calibrando sussidi e trasferimenti per contrastare l’erosione del potere d’acquisto;
- migliorare la trasparenza dei mercati agricoli per prevenire speculazioni e shock di prezzo;
- investire in infrastrutture, ricerca e innovazione per aumentare produttività e ridurre perdite e sprechi;
- coordinare politiche fiscali e monetarie per stabilizzare i mercati e contenere l’inflazione.
Secondo il Report, se le tendenze attuali continueranno, oltre 500 milioni di persone soffriranno ancora la fame entro il 2030, di cui quasi il 60% in Africa. Per rispettare l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 2 “Fame Zero”, occorrono azioni urgenti, coordinate e inclusive.