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Lunedì 7 luglio 2014 il Comitato economico e sociale europeo (CESE), in collaborazione con la Federazione Europea dei Banchi Alimentari (FEBA), ha organizzato un convegno dal titolo “Donazione di alimenti. Combattere la povertà alimentare e affrontare lo spreco alimentare”. L’incontro è stato aperto da Henri Malosse, presidente del CESE, con una dichiarazione con la quale ha voluto sottolineare fin da subito il punto centrale della questione e la responsabilità dell’Europa nel contrasto alla povertà alimentare: “una società che spreca un terzo del cibo commestibile mentre tanti esseri umani soffrono la fame non può chiamarsi umana”.

L’Unione europea è contraddistinta dal paradosso della scarsità nell’abbondanza: l’insicurezza alimentare di una parte della popolazione va di pari passo con lo spreco alimentare e con il fenomeno dell’eccedenza alimentare che si crea nel corso del processo produttivo e distributivo della filiera agro-alimentare. Mentre 124,5 milioni di persone vivono a rischio povertà ed esclusione sociale in Europa (dati Eurostat riferiti al 2012), lo spreco alimentare è stimato in 89 milioni di tonnellate all’anno (179 kg pro-capite) e la proiezione per il 2020 – se non si interviene – è di 126 milioni di tonnellate (con un aumento del 40%).

All’interno di questo contesto il CESE si sta interessando al tema della prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari e alla donazione delle eccedenze alimentari come strumento di supporto ai più bisognosi. Infatti, già lo scorso 20 marzo 2013 è stato approvato un parere d’iniziativa sul tema “Il contributo della società civile a una strategia di prevenzione e riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari”, relatore Yves Somville. Il parere mirava a sviluppare una strategia coordinata a livello europeo per migliorare l’efficienza della fornitura e del consumo di alimenti al fine di affrontare con urgenza il problema dello spreco alimentare. Quello che è emerso dal parere è che a livello europeo non esiste una politica comune in materia di donazioni di prodotti alimentari e che quindi le legislazioni variano a livello di singoli Stati membri, permettendo una maggiore o minore donazione di alimenti.

A seguito di questo parere, il CESE ha commissionato a Bio by Deloitte uno studio sugli ostacoli e sulle buone prassi in materia di donazioni di alimenti (“Comparative Study on EU Member States’ Legislations and Practices on Food Donations”) che è stato presentato proprio nel corso del convengo del 7 luglio. Questo studio presenta una panoramica comparativa della legislazione e delle prassi vigenti in materia di donazione di alimenti negli Stati membri dell’UE, mappando gli ostacoli principali, individuando le best practice nel settore e, infine, sviluppando raccomandazioni legislative per i policy-maker su come facilitare la donazione di alimenti nell’UE. Lo studio ha indagato i cinque principali settori legislativi che hanno un impatto sulla donazione di alimenti (la responsabilità da prodotto, l’igiene e la sicurezza alimentare, la data di scadenza degli alimenti, la legislazione fiscale e la gerarchia dei rifiuti alimentari) in 12 Stati membri (Regno Unito, Francia, Belgio, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Polonia, Ungheria, Danimarca e Svezia) che sono stati selezionati tenendo in considerazione anche l’equilibrio geografico.

Anche se molte aziende e privati sarebbero pronti a donare le eccedenze alimentari, ostacoli legislativi e pratici – che variano tra gli Stati membri – in realtà impediscono loro di farlo. Tuttavia, ci sono già buoni esempi di legislazione e di pratiche in Europa che hanno semplicemente bisogno di essere supportate dalle autorità europee e nazionali, diffuse e implementate in altri Stati.

Durante il convegno la Fondazione Banco Alimentare Onlus ha presentato il caso italiano come buona pratica che potrebbe essere replicata a livello europeo. Innanzitutto, il quadro normativo italiano con il Decreto Legislativo n. 460/1997 riconosce una categoria specifica di organizzazioni caritative non-profit: le ONLUS (Organizzazioni non Lucrative di Utilità Sociale), organizzazioni non-profit che svolgono la loro attività ai fini di solidarietà sociale. Secondo il quadro normativo italiano, le ONLUS, comprese quelle che recuperano eccedenze alimentari e le distribuiscono gratuitamente agli indigenti, beneficiano di uno “status speciale” se confrontate a tutte le altre organizzazioni non-profit.

Tale status è evidente sia in termini di incentivi fiscali sia in termini di responsabilità civile e sicurezza alimentare in merito alle donazioni di alimenti. Emblematica è la Legge n. 155/2003, la cosiddetta Legge del Buon Samaritano, sulla scia dell’esempio fornito dal Good Samaritan Act degli Stati Uniti (1996). Ai sensi di questa legge, unica a livello europeo, le ONLUS sono equiparate al “consumatore finale” in riferimento alla responsabilità civile derivante da norme di sicurezza alimentare. La legge promuove la donazione di alimenti, in quanto i donatori sono responsabili solo nei confronti delle ONLUS a cui vengono donati gli alimenti. Nella sua presentazione la Fondazione Banco Alimentare Onlus ha dimostrato come il quadro normativo italiano abbia dato prova di essere efficace nel promuovere la donazione di alimenti, garantendo allo stesso tempo la sicurezza alimentare (food safety).

Lo studio presentato da Bio by Deloitte rappresenta un punto di partenza per le future azioni politiche a livello europeo. Come ha detto Gérard Alix, project manager della FEBA, “lo studio mostra chiaramente che è assolutamente necessario un quadro legislativo europeo più armonizzato in materia di donazione di alimenti così da facilitare l’accesso degli indigenti alle risorse alimentari”. Inoltre, come ha dichiarato Yves Somville, relatore del parere d’iniziativa del CESE, “lo studio rappresenta una valida base per i prossimi passi, cruciale nel rendere le donazioni più semplici garantendo la sicurezza alimentare. Ora dobbiamo agire a livello europeo”.


Riferimenti

Comunicato stampa “Food donations – help the poor and avoid food waste”

Food donation: Fighting food poverty and addressing food waste

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema “Il contributo della società civile a una strategia di prevenzione e riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari" (parere d’iniziativa)

Position statement della Fondazione Banco Alimentare Onlus