Un polo educativo culturale, uno spazio della comunità e per la comunità, un bene comune al servizio dei cittadini e dei giovani del territorio. Un esempio concreto di collaborazione, innovazione e rigenerazione urbana. Tutte queste cose è Terraferma, figlio di una partnership tra attori del privato sociale e del Pubblico che a Bolzano hanno costruito un’alleanza virtuosa per restituire alla città uno spazio rimasto in disuso per oltre vent’anni. In questo articolo vogliamo raccontare come si è arrivati a questo risultato, insieme ad alcune riflessioni sul processo che lo ha reso possibile.

Genesi e sviluppo di Terraferma

Terraferma nasce da un’importante opera di riqualificazione di un’area di circa 1.000 mq, coincidente con l’ex teatro Don Bosco – storico punto di riferimento per l’omonimo quartiere, i cui costi sono sostenuti dalla Parrocchia Don Bosco e cofinanziati dalla Ripartizione Cultura Italiana della Provincia autonoma di Bolzano. Quest’opera di ristrutturazione e di rigenerazione dei locali e degli spazi è stata la leva che ha spinto le due realtà “cardine” presenti nel medesimo stabile a unirsi in un nuovo progetto culturale ed educativo che andasse a dare sostanza al progetto architettonico.

Ci riferiamo al Centro Giovanile Pierino Valer e alla Biblioteca pubblica Sandro Amadori – unica della provincia di Bolzano specializzata in letteratura per bambini e ragazzi – che nel 2024, hanno dato vita al Centro Syn Don Bosco. Questa nuova realtà associativa è diventata l’ente gestore di Terraferma e la nuova anima impegnata a dare valore alle sinergie che le due realtà stanno consolidando e sviluppando insieme per poter animare e gestire il polo educativo culturale, con forme inedite e strumenti integrati.

Una fusione, quella tra Biblioteca e Centro Giovanile, che non sminuisce la portata e la ricchezza delle due realtà ma, anzi, permette un’osmosi e una collaborazione tra ambiti e progettualità così da rafforzare, da un lato, la presenza delle iniziative di promozione e di educazione alla lettura e, dall’altro, l’impegno nell’accompagnare la crescita delle giovani generazioni. Il tutto attraverso un approccio cross-settoriale, trasversale e innovativo. Vediamo come.

Il percorso di accompagnamento

Nel settembre 2024 Pares ha avviato un percorso partecipativo commissionato dal Centro Syn Don Bosco e sostenuto e supervisionato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, accompagnando su vari fronti e sfide il nuovo gruppo di lavoro formato da operatori, professionisti e volontari delle due realtà – l’ex Centro Giovanile Pierino Valer e la Biblioteca Sandro Amadori – insieme ad alcuni volontari della Parrocchia e ad alcune figure operative della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia. Il percorso, intenso e articolato, ha coinvolto prioritariamente questo gruppo ristretto di operatori, ma ha previsto anche delle fasi di ascolto, apertura e incontro con la comunità, attraverso momenti di coinvolgimento di adolescenti, scuole, associazioni, cooperative e cittadini del quartiere.

Nello specifico Pares ha accompagnato e curato:

  • la definizione dell’identità, della vision e della mission del nuovo polo educativo culturale e la scrittura collettiva del suo Manifesto;
  • la messa a punto dell’identità visiva e del brand del nuovo polo, compresa la scelta e la definizione del nome “Terraferma”, attraverso un processo condiviso che ha coinvolto tutto il gruppo di lavoro;
  • la costruzione di una strategia di comunicazione per raccontare il progetto, valorizzarne gli elementi distintivi e facilitare il coinvolgimento progressivo della comunità;
  • la realizzazione di una fase di ascolto della comunità, attraverso due mattinate laboratoriali insieme agli stakeholder del territorio (associazioni, gruppi, enti) interessati a collaborare nella coprogettazione delle attività del futuro polo educativo culturale;
  • l’accompagnamento nell’organizzazione di una giornata emblematica aperta al quartiere, alle famiglie e ai cittadini, di presentazione del nuovo progetto e di sperimentazione di attività e iniziative pensate e proposte sia dal gruppo di lavoro che dalle realtà interessate alla coprogettazione;
  • un percorso di comunità di pratica che si concluderà a fine settembre, pensato per offrire al gruppo di lavoro strumenti anche organizzativi e di gestione della governance, utili al proprio consolidamento e allo sviluppo di Terraferma.

Di seguito proponiamo alcune riflessioni e apprendimenti emersi accompagnando la nascita di Terraferma, approfondendo in particolare alcuni aspetti che riguardano la costruzione del suo nuovo gruppo di lavoro, la scrittura condivisa del manifesto del nuovo polo educativo-culturale, lo sviluppo della sua strategia di comunicazione, la ricerca e la definizione di identità visiva e brand, e il coinvolgimento della comunità nel quartiere Don Bosco.

Costruire un nuovo gruppo di lavoro non è solo una questione organizzativa

Sostenere la nascita di un nuovo gruppo di lavoro significa accompagnare un insieme di persone – con storie, approcci e competenze diverse – nella costruzione di un’identità collettiva. Nel percorso di Terraferma, ciò ha significato prendersi il tempo per confrontarsi apertamente su aspettative, ruoli e visioni, riconoscere differenze e affinità, e individuare valori comuni.

Abbiamo lavorato su nuove vision e mission condivise come strumento operativo: qualcosa che aiutasse il gruppo a strutturarsi, orientarsi, prendere decisioni coerenti e a costruire relazioni credibili con l’esterno.

Il lavoro di definizione della cornice valoriale, dei significati, ruoli e funzioni di Terraferma è stato così un mezzo molto efficace per allenare il confronto e l’ascolto reciproco dentro al gruppo, imparando a fare spazio a visioni e sguardi differenti. Le tecniche di facilitazione utilizzate, hanno favorito la costruzione di un setting accogliente dove tutti potessero esprimersi, vedere valorizzato il proprio contributo, ma anche accorgersi di potersi affidare ad un’idea o ad un’intuizione altrui, scoprendo strade nuove e approcci inediti. Non è stato immediato: la definizione del nuovo gruppo di lavoro ha avuto un crescendo man mano che si costruivano insieme i pezzi di significato condivisi e ci si accorgeva che la contaminazione delle diverse professionalità, competenze e storie offriva energia a tutte e a tutti, andando a mettere le basi per la costruzione di una nuova comunità professionale con un nuovo progetto da realizzare insieme.

Scrivere insieme apre conversazioni ed è un grande esercizio di posizionamento

Nel lavoro con Terraferma, abbiamo accompagnato le operatrici e gli operatori della nuova realtà nella scrittura condivisa di un manifesto in cui riportare valori, ideali e obiettivi del nuovo spazio così da orientare le azioni future.

Scrivere insieme il manifesto ha permesso al gruppo di esplicitare divergenze, riconoscere affinità e iniziare a nominarle. Il documento finale, scaricabile qui e che è a tutti gli effetti un manifesto da appendere e leggere con curiosità e spirito di scoperta, contiene in sé un grande valore. Il manifesto infatti è stato il primo prodotto costruito e scritto insieme dal nuovo gruppo di lavoro e pertanto ne riflette lo spirito ma anche il pensiero e la cornice a cui tutti sentono di appartenere e di potersi riconoscere. Al contempo il manifesto è servito per creare un primo dialogo con le comunità del quartiere e della città, proponendosi come una sorta di “biglietto da visita” ricco e profondo, che non solo presenta Terraferma ma anche invita a farne parte e a farsi coinvolgere.

Il lavoro sull’identità visiva e sul brand non è un dettaglio estetico

Il nome “Terraferma” è stato scelto insieme a tutte le persone coinvolte, cercando coerenza tra significato, grafica e contenuto del progetto. Evoca un luogo in cui approdare con fiducia e da cui ripartire per nuovi viaggi, un contesto che offre stabilità senza chiudere possibilità, uno spazio vivo e animato da chi vuole farne parte, una casa in cui sostare per crescere e formarsi, scoprire passioni e talenti, conoscere storie e scriverne di nuove, un laboratorio in cui esercitare cittadinanza attiva, stringere relazioni e realizzare progetti insieme ad altri. Il logo, i colori e gli elementi grafici esprimono dinamismo e solidità.

Il lavoro condiviso sul brand di Terraferma ha aiutato a consolidare il senso del progetto, anche tra chi ne era inizialmente più distante. Ogni scelta, dal nome, ai colori del logo, agli elementi grafici, è stata infatti la traduzione grafica del lavoro precedente di definizione della cornice comune intorno ai valori, la mission, le funzioni, lo stile e quindi l’identità del nuovo polo educativo culturale. Il processo è stato lento, ponderato, graduale, aderente alla cornice anche affettiva a cui il gruppo stava dando forma.

Comunicare è un lavoro dentro al lavoro

Il percorso per la costruzione di una strategia di comunicazione, a cui ha partecipato tutto il gruppo di lavoro, è stato un’opportunità preziosa per acquisire nuove competenze per tutti gli operatori, mettendo a sistema una rinnovata consapevolezza intorno al valore e al potere della comunicazione per dire “chi siamo”, “cosa facciamo” e “cosa desideriamo”.

Insieme abbiamo perciò costruito una strategia di comunicazione sostenibile per chi lavora quotidianamente a Terraferma. Gli operatori coinvolti si occupano soprattutto di progettazione, di organizzazione delle attività educative e di animazione dello spazio: comunicare non è il loro lavoro specifico, ma è una parte essenziale del modo in cui il loro lavoro prende forma pubblicamente.
L’esito di questo percorso è stata una strategia essenziale ma praticabile, con un linguaggio comune e uno stile coerente. L’obiettivo era duplice: da un lato raccontare bene gli eventi e le proposte in arrivo, dall’altro aprire uno spazio di racconto sul lavoro “dietro le quinte”: non per autocelebrarsi, ma per offrire spunti, strumenti, idee e riflessioni utili a chi frequenta o segue Terraferma e per ingaggiare nuovi volontari, professionisti e alleati, andando ad allargare il cerchio dei protagonisti e dei co-progettisti del nuovo polo.

Coinvolgere significa creare spazi per immaginare insieme

Nel percorso di costruzione di Terraferma, il coinvolgimento della comunità non è stato un passaggio formale ma un’azione intenzionale per creare le condizioni in cui idee nuove potessero emergere, contaminarsi, prendere forma.

Oltre 50 tra associazioni, enti, scuole, gruppi, e altri stakeholder che operano nel quartiere o che realizzano attività simili in città hanno partecipato alle due giornate laboratoriali portando spunti, sguardi, sollecitazioni e bisogni. Questa fase di ascolto ha portato ulteriore linfa al gruppo di lavoro attivando l’immaginazione di ciascuno: insieme abbiamo prefigurato attività, partnership, progettualità ed eventi da realizzare insieme nel futuro polo educativo culturale non appena gli spazi saranno pronti per essere abitati e animati.

Il percorso ha avuto il suo momento emblematico in una giornata pubblica, in cui oltre 500 persone del quartiere, della città e dei dintorni hanno potuto sperimentare idee, attività e visioni nate dal confronto e dalla progettazione collettiva.

Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus.

Per approfondire

Il manifesto di Terraferma

Crippa F. (2025), Bolzano, quando la co-progettazione crea una Terraferma per i giovani, Vita.it, 6 giugno 2025

Il servizio di TV33 su Terraferma

 

 

 

Foto di copertina: Terraferma