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Governi locali

Fuori dalle grandi città vita e lavoro si riescono a bilanciare meglio? Molto dipende dai servizi, come gli asili nido. Lo Stato infatti fatica a farli arrivare anche nelle aree meno abitate, ma dove partono è spesso merito degli attori del secondo welfare.
Grazie al progetto “Gender Gap reduction in urban projects in Bologna” il capoluogo emiliano ha integrato la prospettiva di genere nelle politiche relative alla progettazione di edifici pubblici, spazi e mobilità sostenibile. Un'azione di grande interesse che però, per diventare sistemica, ha bisogno di un lavoro sui dati per dimostrare il divario esistente.
Le città sono storicamente progettate secondo un immaginario maschile, che spesso ignora i bisogni e le esperienze quotidiane delle donne. L’adozione del “gender mainstreaming” nella pianificazione urbana può permettere di superare alcuni limiti di questo approccio.
Si conclude Welfare Innovation Local Lab, progetto accompagnato da Secondo Welfare che negli ultimi 5 anni ha coinvolto 8 Comuni italiani in percorsi collaborativi volti all’innovazione dei servizi.
La Regione ha prima sperimentato e poi adottato questo modello didattico-organizzativo particolarmente interessante per sviluppare settori strategici riducendo il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Tra di essi c’è anche il welfare.
Sulla rivista dell'ente strumentale della Regione Veneto è stato pubblicato un dialogo con Franca Maino e Valentino Santoni su diversi temi che vanno dal welfare di prossimità alla contrattazione fino ai fringe benefit