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Su proposta dell’assessore alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa Augusto Ferrari, il 27 luglio 2017, dopo 16 anni di attesa da quando il Governo chiese alle Regioni di intervenire sul tema, in Piemonte è stato approvato il disegno di legge regionale (di cui avevamo parlato qui) che ha la finalità di riordinare le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB). Il provvedimento prevede la loro trasformazione in aziende pubbliche di servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato.

I principi generali del provvedimento

La legge è stata concepita per consentire il passaggio del maggior numero possibile di istituzioni attualmente esistenti alla forma giuridica dell’azienda pubblica di servizi alla persona. Come affermato dall’assessore Ferrari, si stima che il provvedimento trasformerà 17 IPAB in aziende pubbliche, 64 diverranno soggetto privato secondo le modalità concesse, mentre le altre 25 avranno la possibilità di scegliere. La legge intende fornire un quadro normativo certo, demandando a successivi provvedimenti della Giunta regionale l’individuazione dei criteri e parametri di dettaglio necessari a dare concreta attuazione al processo.

Secondo il testo del provvedimento, le istituzioni che risultano inattive da almeno due anni o per le quali risultano esaurite o non più conseguibili le finalità preposte, sono estinte con deliberazione della Giunta regionale, anche previa nomina di un commissario, se necessario. Mentre quelle che si trovano in condizioni economiche di grave dissesto sono messe in liquidazione su richiesta delle medesime o d’ufficio, nominando contestualmente un commissario liquidatore.


L’opzione della fusione

È stato inoltre inserito nel testo un articolo, il 6, che individua nella fusione tra istituzioni lo strumento opportuno per rendere possibile al maggior numero di IPAB esistenti in primo luogo il raggiungimento delle dimensioni ottimali per l’erogazione delle prestazioni e dei servizi alla persona; e in secondo luogo il raggiungimento dei valori di produzione previsti dal presente provvedimento per la trasformazione in azienda pubblica.

Con un emendamento condiviso da tutta la maggioranza si è inoltre intervenuto per dare la massima garanzia possibile ai lavoratori, a tal riguardo sarà aperto un tavolo di confronto con le OOSS e altri soggetti per gestire il cambiamento.

Le IPAB impronteranno così la propria attività rispetto alle
esigenze emergenti del territorio, come da finalità originariamente previste dallo statuto, al fine di garantire pluralità di offerta e differenziazione degli interventi e dei servizi. Dal perseguimento degli obiettivi previsti dal provvedimento trarranno beneficio sia le istituzioni, che sono chiamate al tavolo delle decisioni, sia l’intero sistema assistenziale, grazie all’ottimizzazione delle risorse disponibili.

La possibile fusione di più IPAB consentirà infatti alle aziende e agli enti privati sorti in seguito a tale processo di raggiungere le dimensioni più idonee a perseguire, nel tempo, le loro finalità istituzionali e l’erogazione di servizi maggiormente qualificati e competitivi, in una logica di sviluppo delle proprie capacità gestionali e organizzative. Il processo di fusione potrà inoltre favorire tali enti nel conseguimento di economie di scala sia mediante una razionalizzazione ed una maggiore economicità nella politica degli acquisti di beni e servizi sia mediante un utilizzo più razionale delle risorse umane disponibili.


Nuove possibilità per affrontare le sfide di un welfare che cambia

Nel testo di legge si evidenzia inoltre che le IPAB trasformate in aziende pubbliche di servizi alla persona, considerate le loro dimensioni e la loro capacità economica, potranno assumere caratteristiche manageriali, con un aumento dell’efficienza e, quindi, della qualità delle prestazioni e dei servizi resi, che produrranno un incremento della redditività e della resa economica annua.

Per quanto riguarda invece le istituzioni trasformate in persone giuridiche private, esse avranno la possibilità di operare secondo procedure più snelle e semplificate, in quanto non soggette – o soggette in misura ridotta – alle sempre più numerose e complesse normative pubblicistiche che disciplinano i diversi settori. Ciò potrà determinare anche minori aggravi dal punto di vista economico: si tratta di un aspetto nell’insieme particolarmente importante soprattutto per le istituzioni di più piccole dimensioni che, a seguito della fase di riordino, confluiranno nella tipologia degli enti privatizzati.

Domenico Ravetti, presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, ha dichiarato che “le Ipab potranno disporre di un testo di legge nuovo, moderno e giusto che permetterà a quelle strutture, di cui alcune sono nate oltre 150 anni fa, di affrontare il futuro in maniera più serena con una programmazione concreta. Si tratta di una legge di sistema che non prevede costi aggiuntivi per la Regione ma è innovativa e ci auguriamo possa contribuire al miglioramento del sistema sociosanitario nel suo complesso”.