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L’Assessorato delle Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano sta realizzando numerose iniziative e progetti per affrontare le sfide connesse al processo di urbanizzazione che interessa la città e, in particolare, per ridurre le diseguaglianze e favorire l’innovazione sociale. Abbiamo chiesto all’Assessore Cristina Tajani di raccontarci quello che è stato fatto finora e, soprattuto, quello che ancora ha intenzione di fare.


Dottoressa Tajani, quali sono le questioni emergenti della città che il suo Assessorato sta rilevando? Cosa è cambiato in meglio o in peggio rispetto a 5 anni fa?

Le questioni emergenti che stiamo rilevando sono inquadrabili nel processo di urbanizzazione che interessa tutte le città a livello globale, con le sfide cui le città sono chiamate a far fronte.

Tra le sfide ineludibili di oggi vi è quella della riduzione delle diseguaglianze e del miglioramento della qualità dell’ambiente di vita e delle relazioni sociali. Dobbiamo ripensare il rapporto tra benessere e sviluppo, tra generazione di valore sociale e produzione di ricchezza economica, mettendo al centro le persone e la loro capacità di migliorare la propria condizione. Se vogliamo ripensare il nostro modello di sviluppo, abbiamo bisogno di soluzioni per tenere insieme, virtuosamente, inclusione e innovazione.

Milano è apparsa in questi ultimi cinque anni una città che ha saputo sperimentare al meglio soluzioni a favore dell’innovazione sociale; ha visto crescere sia la qualità della vita che gli spazi condivisi e le opportunità di avviare nuovi percorsi di autoimprenditorialità. La città non si è lasciata sopraffare dalla crisi, arrestandosi o arretrando, ma è stata in grado nel complesso di individuare una strada coerente con le proprie vocazioni e in linea con i percorsi di crescita delle economie avanzate.

Le esperienze sostenute e finanziate in questi cinque anni, hanno contribuito non solo a generare occupazione per i più giovani grazie alle centinaia di start up create, ma anche a restituire alla città migliaia di metri quadri di spazi in disuso, oltre a creare animazione economica e sociale nei quartieri e a “fare comunità” attraverso piattaforme di economia collaborativa a sostegno di servizi socialmente innovativi e sostenibili, basati su business model che valorizzano sinergie e reciprocità.

Quali invece le priorità che si è data per questo secondo mandato?

I buoni risultati di questi anni, ci dicono che l’azione del Comune di Milano deve andare nella direzione di sostenere e portare a ulteriore maturazione l’ecosistema locale per l’innovazione con strumenti di diverso tipo che si integrino in una visione di medio periodo trasparente e condivisa con la città e con i principali stakeholder.

L’innovazione è inclusiva se è in grado di produrre valore sociale assieme al profitto individuale; quando consente di aprire porte per accedere in nuovi spazi in cui altri entreranno per aprire altre porte; quando stimola la circolazione della conoscenza, rafforza la collaborazione e l’intelligenza collettiva e riconosce nello stare e fare bene assieme la base caratterizzante del suo ecosistema. Inclusione e innovazione non sono universi separati. Le nuove idee nascono e si sviluppano nei contesti più aperti ed accoglienti. A certe condizioni, spazi, strumenti e investimenti in conoscenza e innovazione possono diventare dei fattori chiave per cambiare il destino di un quartiere, di una comunità, di una città.

Oggi la principale sfida è quella di creare un’alleanza sociale e politica che vada oltre la divisione tra società civile e decision making e crei un nuovo spazio di collaborazione e co-progettazione. Degli strumenti concreti sono rappresentati dalla partecipazione a progetti europei che richiede solitamente un partenariato misto tra stakeholder pubblici e privati; l’adozione di un approccio condiviso nella progettazione delle politiche con momenti di ascolto pubblici; il supporto a processi di rigenerazione urbana.

Come si declina il concetto di innovazione sociale nelle scelte strategiche del suo Assessorato? Può farci anche qualche esempio di iniziative e progetti innovativi che avete avviato o promosso in questi mesi?

Innovare per Includere” è il motto alla base di una visione della città che ispira quotidianamente il mio lavoro e quello del mio Assessorato, ovvero un disegno politico che metta al centro un’innovazione capace di produrre inclusione, che guardi alle nuove configurazioni produttive e non alle rendite vecchie e nuove, che sia capace di intercettare la città che sale invece che contendere il solo consenso della città che è già salita. Ma soprattutto un disegno politico che deve essere al tempo stesso un disegno sociale, ovvero non può perdere di vista il destinatario e l’interprete sociale di un desiderabile progetto di città. In questo senso l’innovazione sociale rappresenta uno degli aspetti fondanti dell’idea stessa di smart city e in cui essa si declina, come riportato nella pubblicazione delle linee guida di Milano Smart City (di cui Percorsi di secondo welfare ha parlato qui).

Welfare comunitario, sharing economy, innovazione sociale, apertura internazionale, smart city, start up, fablab, spazi di coworking, smart working e nuove forme di mutualismo hanno trovato terreno fertile perché coerenti con questa idea di sviluppo.

Gli ultimi progetti e iniziative di cui siamo particolarmente orgogliosi si sviluppano nei seguenti ambiti:

  • manifattura, tradizionale e digitale, per sostenere la competitività delle aziende e come strumento per rigenerare i quartieri con “Manifattura 4.0”, ovvero la definizione delle linee d’indirizzo per lo sviluppo dei processi di innovazione verso una nuova manifattura cittadina, che si tradurrà nel sostegno concreto a imprese di nuova manifattura, maker e start-up (attraverso l’assegnazione di spazi e il supporto agli investimenti delle imprese);
  • promozione di reti di incubatori, tra cui gli ultimi che possiamo citare sono BASE (spazio per lo sviluppo di iniziative culturali e creative) e “Milano Luiss Hub for makers and students” (centro di prossima apertura, vocato a servizi di sviluppo e apprendimento tra comunità anche internazionali di sviluppatori);
  • innovazione tecnologica ed economia collaborativa per la creazione di reti comunitarie con progetti quali Sharing Cities, finalizzato alla realizzazione di un quartiere “smart” a emissioni "quasi" zero, per rispondere alle principali sfide ambientali delle città e migliorare la vita quotidiana dei suoi abitanti, attivando anche percorsi di co-design; Opencare, dedicato alla sperimentazione di innovazioni tecnologiche come soluzioni di cura, attraverso percorsi partecipati; OpenAgri, che realizzerà in un’area periferica della città, un centro di eccellenza per la produzione agricola sostenibile in collaborazione con attori locali;
  • promozione del commercio di vicinato come strumento di riqualificazione territoriale e promozione delle relazioni attraverso interventi di rinnovamento di 23 mercati comunali.

Start-up, incubatori, spazi di coworking. Milano sta puntando molto su modelli di lavoro innovativi e al passo con i paesi più avanzati. Tuttavia, l’impostazione del nostro sistema di protezione sociale, che resta fortemente legato a schemi/carriere lavorative tradizionali, rischia di penalizzare questi lavoratori. State pensando, come Comune, a qualche forma di integrazione/compensazione (ad esempio: agevolazioni per p.iva nell’accesso ai servizi, a mutue territoriali, ecc.)?

La realtà milanese è caratterizzata da un’elevata presenza di liberi professionisti e siamo consapevoli della necessità di attenzione per questa fascia di popolazione in considerazione della loro connotazione lavorativa. In questa prospettiva stiamo lavorando a modelli di welfare territoriale e di conciliazione che li veda ricompresi. Proprio per fine maggio, è prevista l’approvazione definitiva di un’idea progettuale dal titolo “Smart-Lab. Milano Concilia 4.0” che stiamo sviluppando all’interno del Bando Conciliazione Famiglia-Lavoro di Regione Lombardia.

Le attività del suo Assessorato si intrecciano sempre più con quelle dell’Assessorato alle politiche sociali, salute e diritti. Come avviene il coordinamento tra i vostri Assessorati (e tra i vari Assessorati più in generale)? Come si sta muovendo il Comune nel campo dell’integrazione tra aree di policy?

L’approccio integrato tra Assessorati è il metodo di lavoro che caratterizza questa amministrazione e l’unica via per affrontare le grandi sfide che interessano la città attraverso importanti interventi, quali ad esempio, il Piano Periferie.

Nello specifico, il rapporto con l’Assessorato alle politiche sociali, salute e diritti, è caratterizzato da una stretta e proficua collaborazione, proprio perché l’amministrazione ha scelto di promuovere l’innovazione sociale come uno degli aspetti della Smart City: una città intelligente infatti, non è solamente una città che sa essere al passo con le nuove tecnologie, ma una città che sa sfruttare l’innovazione per lo sviluppo di nuovi metodi di risoluzione di problemi socialmente rilevanti.

Numerosi sono gli ambiti e i progetti che ci vedono in tandem: dalla condivisione di alcune attività legate agli inserimenti lavorativi e supporto all’attività delle cooperative sociali di tipo B, alla collaborazione per l’utilizzo dei servizi di conciliazione offerti dalla piattaforma WEMI, dalla positiva esperienza del Crowdfunding civico, con cui sono stati finanziati progetti ad impatto sociale proposti da organizzazioni profit e no profit, all’adesione a programmi di finanziamento europei che utilizzano l’innovazione tecnologica per finalità sociali di accessibilità e cura come Opencare (Horizon2020) o che promuovono lo scambio di buone pratiche sull’Innovazione Sociale come Boosting Social Innovation, o che sono volti all’inclusione sociale attraverso l’integrazione lavorativa, come la recente candidatura a un bando EASI con un progetto rivolto a migranti e richiedenti asilo.