Il Terzo Settore rappresenta un importante attore della vita economica e sociale in Italia. Si tratta di un insieme di realtà solidali, plurali e diversificate in termini funzionali, organizzativi e produttivi: un vero ecosistema capace di generare valore sociale ed economico, coesione territoriale e innovazione sociale. La sua forza risiede nella capacità di generare e attivare capitale sociale, trattenere valore nei territori ed eliminare i meccanismi estrattivi tipici delle attività economiche che operano a fini di profitto.

Il Codice del Terzo Settore del 2017 ha riorganizzato il quadro giuridico entro cui operano gli Enti del Terzo Settore (ETS). Tra le innovazioni più rilevanti vi è l’introduzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), un’infrastruttura amministrativa che nasce per qualificare gli enti e favorire la trasparenza rispetto alla governance e alle risorse utilizzate. Ad oggi, il RUNTS rappresenta una sfida non trascurabile per le organizzazioni del settore, chiamate a confrontarsi con nuovi adempimenti amministrativi.

Tuttavia, ciò che nasce come onere amministrativo può essere trasformato in un patrimonio informativo capace di ampliare la conoscenza sul Terzo Settore, coglierne i cambiamenti e supportare decisioni pubbliche più efficaci. È a partire da questo presupposto che lavora l’Osservatorio Statistico sul Terzo Settore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Di seguito vi raccontiamo come e perché.

Valorizzare il dato amministrativo

Il RUNTS rappresenta oggi il presidio informativo più esteso e sistematico sul Terzo Settore, secondo la sua definizione amministrativa. La rilevanza di questo Registro deriva non solo dalla ricchezza e dalla tempestività delle informazioni in esso contenute, raccolte in modo sistematico ed omogeneo dagli enti iscritti, ma anche dalla loro pubblicità, garantita per ragioni di trasparenza dal Codice del Terzo Settore. Questa ampia disponibilità di dati pubblici può essere organizzata, elaborata e trasformata in conoscenza con molteplici finalità e in modo complementare a quella prodotta, ad esempio, da Istat tramite il Censimento Permanente delle Istituzioni Non-Profit.

Una prima finalità di utilizzo riguarda la consapevolezza degli enti. Il RUNTS può diventare uno strumento di autorappresentazione: permette a ciascun ETS di confrontarsi con realtà simili alla propria, rileggere la propria identità organizzativa e migliorare trasparenza e accountability.

Una seconda finalità è quella delle politiche evidence-based. I dati del RUNTS possono guidare decisioni pubbliche e private, consentendo di individuare bisogni emergenti, concentrazioni territoriali, nuove forme di attività e innovazione sociale. Fondazioni, amministrazioni locali e policy maker possono basarsi su evidenze aggiornate per programmare interventi più mirati ed efficaci.

Una terza finalità riguarda la coprogrammazione e coprogettazione previste dall’art. 55 del Codice del Terzo Settore e ribadite dalla Corte Costituzionale nella sentenza 131/2020. La Corte sottolinea che gli enti pubblici hanno il compito di “assicurare […] il coinvolgimento” degli ETS nella programmazione e nell’organizzazione degli interventi nei settori di attività di interesse generale. Senza dati affidabili e tempestivi, questo coinvolgimento rischia di essere solo formale. Il RUNTS offre, invece, la base informativa per individuare gli attori rilevanti sul territorio in modo completo e senza discriminazioni ex ante.

Infine, la valorizzazione del dato amministrativo consente di leggere in modo più nitido la relazione tra welfare pubblico e welfare privato sul territorio. Capire quali organizzazioni operano, con quali risorse, in quali aree e con quali specializzazioni permette di osservare il ruolo del Terzo Settore nello sviluppo locale: dalla cura delle fragilità sociali alla produzione culturale, dalla rigenerazione urbana all’inclusione lavorativa. Il RUNTS, integrato con altre basi dati, può ad esempio supportare la comprensione della trasformazione del sistema di welfare in Italia, un sistema in cui Pubblico e Privato interagiscono per soddisfare i bisogni degli abitanti di territori e comunità.

Il contributo dell’Osservatorio Statistico sul Terzo Settore

Per trasformare il RUNTS in una risorsa conoscitiva serve però un lavoro di preparazione, analisi, interpretazione e restituzione del dato. È proprio in questo spazio che opera l’Osservatorio Statistico sul Terzo Settore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Nato con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio informativo prodotto dal RUNTS e di produrre conoscenza utile a ricercatori, enti, policy maker e attori territoriali, l’Osservatorio raccoglie il dato amministrativo di registro con regolarità e lo elabora in un processo che prevede la validazione e l’arricchimento con dati esterni con ricorso a tecniche di machine learning e intelligenza artificiale generativa.

Il dato risultante da questa procedura copre tutte le caratteristiche degli Enti disponibili nel RUNTS, includendo dimensioni relative all’ente – quali ad esempio localizzazione della sede legale e della sede operativa ove disponibili, attività di interesse generale svolte dall’ETS, numero autodichiarato di dipendenti, volontari e soci, – e alla sua governance – informazioni sulle caratteristiche socio-demografiche dei legali rappresentanti e la presenza e composizione di organi di amministrazione, controllo e revisione. Il dato sperimentale aggiunto dall’Osservatorio, ad oggi, copre invece dimensioni non presenti nel RUNTS come, ad esempio, l’estensione del territorio in cui opera l’ETS e i beneficiari della sua attività; nuove dimensioni sono al momento oggetto di studio.

Un esempio della rilevanza del dato prodotto è fornito dall’indagine “Verso una nuova leadership del Terzo Settore”, promossa da Acri nell’ambito del Premio “GenP – Giovani che partecipano” e realizzata in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare, che si basa proprio su questi dati.

Una base di conoscenza sempre più importante

L’Osservatorio persegue quindi il fondamentale obiettivo di costruire capacità di utilizzo di un dato altrimenti di difficile fruizione da parte di diverse categorie di fruitori. Ad esempio, questo dato può essere utile nel supportare gli enti pubblici locali nei processi di coprogrammazione, può aiutare gli ETS a comprendere meglio il proprio posizionamento nel territorio e costituire nuove collaborazioni e permettere a fondazioni e altri attori privati di sviluppare interventi erogativi mirati.

In altre parole, può contribuire a creare una base di conoscenza che rafforza la capacità del Terzo Settore di essere un motore di sviluppo equo e sostenibile nei territori su cui insiste. Senza dati accessibili e aggiornati, il rischio è che la coprogrammazione rimanga un principio astratto o affidato a relazioni occasionali, invece di diventare un processo strutturato, trasparente e inclusivo.

Valorizzare il RUNTS come fonte informativa significa permettere a questo settore di esprimere pienamente il suo potenziale. Un potenziale che oggi è essenziale per ripensare il welfare italiano e promuovere forme di sviluppo locale più inclusive e partecipate, anche alla luce delle opportunità fornite dal Piano d’Azione Nazionale per l’Economia Sociale, attualmente in via di discussione.

 

 

Foto di copertina: Tima Miroshnichenko, pexels.com