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Nel corso dell’ultimo anno il tema delle cooperative di comunità è stato al centro del dibattito per gli addetti ai lavori. Durante il 2017 si sono tenuti numerosi appuntamenti, incontri, iniziative che oggi stanno dando i loro frutti. Per approfondire questa tematica vi proponiamo l’articolo di Paolo Scaramuccia – Responsabile cooperative di comunità di Legacoop – uscito all’interno del numero 2/2018 di Rivista Solidea, realtà che è recentemente entrata a far parte del nostro network.

L’anno trascorso, dalla primavera del 2017 a oggi, è stato un anno particolarmente intenso per le cooperative di comunità, un anno ricco di appuntamenti, incontri, iniziative, ma soprattutto un anno di semina che oggi, nel 2018, sta dando i suoi frutti. Facciamo il punto a distanza di un anno, proprio pochi giorni dopo la partecipazione al Salone Internazionale del libro di Torino.

Nel 2018, così come nella passata edizione, le cooperative di comunità sono state tra le protagoniste della partecipazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, perché rappresentano storie poco conosciute di pezzi del nostro Paese che invece meritano di essere raccontate.

Dal glossario cooperativo di Generazioni Legacoop Lazio

Il 2017 è stato l’anno in cui è stata presentata una proposta di legge nazionale sulle cooperative di comunità. Si tratta di una proposta per una legge quadro volta a dare uniformità alle leggi regionali che si stanno diffondendo e che rischiano, come spesso accade, di andare in direzioni diverse tra loro, facendo perdere il senso di un modello d’impresa che può invece rappresentare un’opportunità, in particolare per quei territori fragili, sia nelle aree interne che in quelle urbane.

La proposta di legge porta con sé alcune interessanti idee e guarda ad alcune soluzioni di successo adottate in altre legislazioni europee, come quella relativa al “blocco del patrimonio”, una destinazione d’uso del patrimonio della cooperativa in caso di scioglimento o liquidazione, che resta sul territorio attraverso la devoluzione appunto del patrimonio ad uno degli enti locali del territorio di riferimento.

La proposta di legge arriva a seguito dello studio di fattibilità del Ministero dello Sviluppo Economico, proprio per la promozione delle cooperative di comunità, atto che ha dato visibilità e ha suscitato interesse dando finalmente “scientificità” all’argomento che rischiava in quella fase di rimanere attaccato esclusivamente alla narrazione di belle storie romantiche.

Il 2017 è stato anche l’anno della riforma dell’impresa sociale, una forma cui le cooperative di comunità guardano con molto interesse e che Legacoop sta approfondendo.

Il bando "Centro Italia Reload"

Nell’autunno, Legacoop ha deciso di provare a dare concretezza alle proprie idee sulle cooperative di comunità attraverso il bando "Centro Italia Reload", il bando per le aree del centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) colpite dal sisma 2016. Legacoop ha infatti deciso che parte delle risorse raccolte dalle cooperative e dai cooperatori a sostegno delle popolazioni colpite da terremoto, dovesse essere destinata a progetti di rilancio economico del territorio.

Questa decisione è stata frutto di riflessioni fatte nel corso degli anni a seguito dei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia Romagna, dove ci siamo resi conto che non è sufficiente intervenire nella fase di emergenza, non è sufficiente ricostruire la parte fisica e infrastrutturale, ma per far rivivere quelle realtà, è necessario intervenire sugli aspetti relazionali, sociali ed economici.

È fondamentale ricreare nel più breve tempo possibile le condizioni economiche per “restare” e non andarsene. Per fare questo Legacoop ha pensato ad un bando per la nascita di nuove imprese con un’attenzione particolare alle imprese di comunità, per dare un’opportunità a tutti quei cittadini che in queste occasioni non accettano di abbandonare il proprio territorio e si uniscono per rilanciarlo. Il bando "Centro Italia Reload" metteva a disposizione 235.000 euro, una cifra che ha consentito la nascita di 10 nuove cooperative e ben 7 cooperative di comunità.

Le cooperative si sono costituite da poche settimane, alcune sono già attive, altre inizieranno a lavorare a breve, ma questo processo ha coinvolto centinaia di cittadini offrirà opportunità di lavoro a decine di famiglie in molte piccole realtà dell’Appennino. L’impegno di Legacoop ovviamente non finisce qui, ma il nostro obiettivo è quello di avviare percorsi di collaborazione tra queste cooperative di comunità, nella promozione comune del territorio, perché solo così si riuscirà a rilanciare questa area del Paese duramente colpita.

Il manifesto della cooperazione, Cambiare l’Italia Cooperando

Con l’inverno e l’avvio della campagna elettorale, l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha deciso di presentarsi all’impegno elettorale con un “proprio” programma per il Paese, un programma fatto di valori e principi cooperativi, ma soprattutto con una serie di progetti da sottoporre a tutte le forze politiche. Diversi di questi progetti riguardano proprio la promozione di cooperative di comunità e sono consultabili su questo sito.

Adesione a "M’Illumino di meno"

Nel 2017, Legacoop ha avviato un lavoro importante sui temi della sostenibilità e sugli obiettivi dell’Agenda 2030, facendo anche parte dell’Asvis. Proprio in questa logica abbiamo promosso l’adesione di Legacoop e delle cooperative di comunità all’ormai storica campagna "M’illumino di meno" di Radio 2 Rai. Alla campagna hanno aderito alcune cooperative di comunità con iniziative dedicate all’evento, dalla ciaspolata illuminata dalle sole torce e racconti intorno al fuoco, dalla passeggiata nel bosco al chiaro di luna per scoprire rumori e luci diverse, alla pattinata sul ghiaccio illuminata dalle torce fino alla cena in contemporanea in decine di case solo a lume di candela o all’aperitivo al buio.

Le collaborazioni

La fine del 2017 e l’inizio del 2018 hanno caratterizzato il lavoro di Legacoop per l’allargamento delle collaborazioni sul tema delle cooperative di comunità con soggetti diversi che condividono con Legacoop la stessa visione di sviluppo locale sostenibile, la promozione di imprese cooperative come modello di impresa attenta alle comunità e allo sviluppo territoriale. Per questo, dopo la stesura del protocollo con Slow Food Italia, nel corso dell’estate 2017 sono state numerose le iniziative congiunte, dalla partecipazione al Cheese di Bra agli Stati Generali dell’Appennino, ma anche iniziative comuni proprio nelle aree del sisma per promuovere il modello cooperativa di comunità per il rilancio dell’Appennino e delle aree interne.

Sempre su questo tema Legacoop ha sottoscritto una lettera d’intenti con Assoprovider per promuovere cooperative di utenza di comunità nelle aree interne, le cosiddette aree “a fallimento di mercato”, dove le cooperative di comunità realizzerebbero l’ultimo miglio della fibra ottica e sarebbero proprietarie della propria rete e possibili provider di servizi digitali per la comunità e il territorio.

Ma nel corso del 2018 si è anche avviata la collaborazione con Luiss LabGov, il Laboratorio per la Governance dei Beni Comuni, che sta lavorando alla gestione di un bene comune da parte dei cittadini di un parco pubblico nella periferia romana, provando a rigenerarlo e a creare opportunità di lavoro attraverso la cultura, l’economia circolare grazie anche alla collaborazione di LabGov con Enea.

Si sta lavorando alla costituzione di una cooperativa di comunità, la prima a Roma e in ambito urbano, legata ad un processo generativo dedicato e partecipato.

Alle molte iniziative e attività intraprese in questo ultimo anno, alle quali si affiancano le attività tradizionali di accompagnamento alle costituende cooperative di comunità in giro per l’Italia, si è da poco costituita a Montemitro, nel molisano, una cooperativa di comunità che unisce commercianti e cittadini consumatori, utilizzando uno spazio rigenerato del Comune. Ma ancora molte le realtà che prenderanno la luce nel corso del 2018.