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Il Coronavirus Covid-19 sta determinando effetti serissimi, ancora difficili da stimare, sul sistema sanitario ed economico nazionale. Ma accanto ad essi c’è una ulteriore minaccia che fino a questo momento è stata poco considerata: quella di aumentare a dismisura il livello di esclusione sociale di bambini e ragazzi che, privati della possibilità di andare a scuola e di svolgere attività formative e sportive, non hanno così accesso alle più basiche opportunità di inclusione sociale.

A porre la questione sul tavolo sono Investing In Children e Alleanza per l’Infanzia, reti  nazionali costituite da enti e associazioni impegnate nella tutela dei diritti dell’infanzia, che chiedono alle istituzioni preposte di considerare rapidamente anche questo aspetto.

“Quello che non abbiamo ancora messo a fuoco sono gli effetti sociali che derivano da tutte le misure atte ad arginare il propagarsi del virus oltre le soglie della gestibilità. Stiamo parlando degli effetti sulla vita sociale in tema di diritti e di opportunità delle misure che portano a sospendere a tempo indeterminabile il funzionamento delle istituzioni educative e formative”. A dirlo in un comunicato sono Gianluca Budano e Ivano Abbruzzi, portavoce di Investing In Children, insieme a Chiara Saraceno, Alessandro Rosina ed Emanuele Pavolini, che rappresentano invece l’Alleanza per l’Infanzia.

Gli effetti sui bambini in povertà

Secondo i portavoce dei due network, a pagare davvero il conto di questa nuova crisi sociale del nostro Paese sono e saranno i soggetti socialmente più vulnerabili, e in particolare i bambini e ragazzi in povertà. Si tratta innanzitutto di quelli già colpiti duramente dalla povertà e che si trovano già in maniera cronica alle soglie dell’esclusione sociale. Ricordiamo che negli ultimi dieci anni i minori in povertà assoluta sono triplicati, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e hanno raggiunto quota 1.260.000 (ve lo raccontavamo qui). 

Le loro famiglie, che nella maggior parte dei casi sono senza lavoro o con occupazioni precarie, non potranno in larga parte godere delle misure di supporto alle aziende ai lavoratori che sono allo studio da parte del Governo. Pertanto la loro condizione di indigenza è condannata a peggiorare. Sono bambini che, per rendere l’idea del livello di esclusione in cui si trovano, spesso a scuola fruiscono dell’unico pasto quotidiano. Bambini che a scuola faticano ad andare già in condizioni ordinarie, e che vivono in molte aree del nostro Paese – nel Sud in particolare – ma anche in tante zone periferiche di città economicamente avanzate nel Nord-est – dove l’accesso all’istruzione rimane l’unica alternativa alla strada. La difficoltà educativa e le fragilità che spesso accompagnano la condizione di povertà, inoltre, renderanno estremamente complesso per molti nuclei gestire i bambini durante l’inattività delle strutture scolastiche e sostenerli nello studio domestico.

Questi bambini non potranno neppure contare sul sostegno di tutte le attività educative e ricreative messe in atto da cooperative, associazioni, parrocchie proprio a favore dei più svantaggiati. I bambini e i ragazzi con famiglie a basso reddito, oltre a non avere sempre in famiglia persone che possono aiutarli a seguire le istruzioni che vengono mandate dagli insegnanti, saranno inoltre i più penalizzati per la mancanza di accesso alla didattica digitale, che molti istituti si stanno attrezzando a realizzare per andare avanti nel programma scolastico. Il diritto all’istruzione messo in discussione non riguarda dunque solo la scuola, ma tutte le attività educative per la prima infanzia, cruciali per lo sviluppo dei potenziali dei bambini e soprattutto quelli maggiormente colpiti dalla povertà educativa, e quelle di formazione professionale offrono opportunità importantissime nelle traiettorie di inserimento lavorativo dei giovani.


Un appello al Governo per tutelare il diritto all’istruzione

Secondo Investing in Children e l’Alleanza per l’Infanzia, non dare il giusto peso a queste conseguenze sociali della crisi sanitaria ed economica che sta investendo il nostro Paese rappresenta un rischio enorme. "Sarebbe come ripercorre la strada dei Governi che si sono succeduti dal 2008, anno di inizio della crisi economica, che non hanno saputo dar corpo ad una strategia adeguata a prevenire e affrontare il tema della povertà minorile generando diseguaglianze e grandi carenze che impattano sui bambini oggi e su tutti noi negli anni a venire".

Per evitare che questo accada, "la misura della chiusura delle scuole deve essere accompagnata da azioni volte a sostenere le famiglie con problemi economici o che vivono in quei quartieri dove già la dispersione scolastica è a livelli altissimi". Secondo i due network è fondamentale che le scuole e gli insegnanti facciano sistema con il terzo settore che opera da sempre all’interno del sistema scolastico e nei più disparati contesti di educazione informale per assicurare continuità didattica e diritto allo studio ai bambini più vulnerabili, tra cui vi sono anche molti stranieri, che spesso aggiungono alle difficoltà economiche quelle dovute alla non perfetta comprensione della lingua da parte dei loro genitori e della non integrazione nelle reti informali di scambio informazioni e aiuto.

Secondo  Investing in Children e l’Alleanza per l’Infanzia in questa situazione il Governo, di concerto con gli Enti Locali e le istituzioni scolastiche, dovrebbe subito garantire:

  • che ogni bambino abbia a disposizioni strumenti elettronici per la didattica digitale e connessione internet, a titolo personale o facendo ricorso a servizi che li rendano fruibili;
  • la disponibilità di ambienti solitamente adibiti ad attività educative all’interno dei quali micro-gruppi di bambini possano assistere alle lezioni online e studiare affiancati da insegnanti e personale educativo;
  • la disponibilità di insegnanti ed educatori professionali a sostegno dello svolgimento delle attività didattiche e lo studio nei suddetti ambienti e, laddove questo sia impossibile, anche a livello domiciliare;
  • pasti a mezzogiorno per i bambini più indigenti con modalità alternative alla mensa scolastica;
  • una copertura economica per le azioni didattiche ed educative con finanziamenti straordinari.

L’auspicio dei promotori di questo appello è che "una nuova consapevolezza del peso sociale sui bambini delle problematiche che viviamo e che vivremo e di tutte le misure che saranno disposte possa tradursi presto in decisioni e stanziamenti. Che sapremo utilizzare un momento di difficoltà per sperimentare e mettere a sistema nuovi e più efficaci strumenti per il contrasto alla povertà e l’esclusione sociale dei bambini, vero tesoro di noi tutti".