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Comunemente si ritiene che le prestazioni e i servizi di welfare occupazionale siano destinati esclusivamente ai lavoratori dipendenti. Ciò è vero quando si fa riferimento al welfare aziendale “in senso stretto”, cioè a quelle misure previste dal datore di lavoro verso i suoi dipendenti; in alcuni casi però anche i lavoratori autonomi hanno la possibilità di accedere a forme di welfare di natura integrativa.

Le misure previste dal “Job Act Autonomi”

Come vi abbiamo spiegato in questo nostro articolo, attraverso il cosiddetto “Job Act Autonomi” negli utlimi anni sono state predisposte interessanti novità per le Partite Iva in materia di welfare. Il Governo Renzi ha infatti introdotto una nuova regolamentazione dei congedi e delle assenze legate alla maternità, alla paternità o a malattie e infortuni; inoltre, la Legge 81 del 2017 ha previsto la possibilità per le casse o gli enti rivolti ai lavoratori indipendenti di attivare prestazioni di natura socio-sanitaria e sociale (articolo 6), di dedurre spese formative (articolo 8) e di usufruire di strumenti di sostegno economico.

Queste opportunità – che, stando ai dati Istat 2019, avrebbero dovuto riguardare circa 1.431.000 liberi professionisti (come avvocati, giornalisti, commercialisti, medici) e 3.031.000 lavoratori autonomi (come meccanici, elettricisti, commercianti) – sono rimaste però solo “su carta”. Come evidenzia il Sole24Ore, lo Statuto del lavoro autonomo è infatti operativo solo a metà. Di fatto, da oltre un anno sono scadute le deleghe contenute nel provvedimento: ciò significa che buona parte delle disposizioni previste – tra cui quelle che riguardano i temi del welfare – non sono applicabili per l’assenza dei decreti attuativi. 


“BeProf”, una app per il welfare nella libera professione

È proprio nel tentativo di trovare una soluzione a queste carenze normative che Confprofessioni, una tra le maggiori organizzazioni di rappresentanza dei liberi professionisti, ha dato vita a una proposta dai tratti innovativi. La confederazione – con il supporto del Gruppo Zucchetti, Il Sole 24 Ore, Deliveroo, SìSalute, Unicredit, Unisalute – ha infatti ideato una app che permette di accedere a un’ampia gamma di prestazioni e servizi, anche di natura sociale, a prezzi agevolati.

L’idea di questa piattaforma – chiamata “BeProf” – nasce dalla volontà di integrare e combinare le tutele di welfare previste dal Contratto Collettivo degli studi professionali (il quale prevede interventi in materia di sanità integrativa) con le altre possibili soluzioni offerte da Enti e Casse specializzate, allo scopo di renderle disponibili a un numero sempre maggiore di professionisti e lavoratori autonomi.

Il target di “BeProf” non si limita quindi solamente ai circa 80mila titolari di studi professionali che – in base a quanto prevede il CCNL del settore – devono prevedere una copertura di assistenza sanitaria ai loro collaboratori, ma anche a tutti coloro che hanno una Partita Iva. Come già accennato, inoltre, “il lancio di BeProf arriva in un momento molto particolare per i professionisti e per i lavoratori autonomi”, afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “Migliaia di professionisti, infatti, non potranno più accedere alle forme di tutela previste dalle deleghe contenute nel cosiddetto Jobs act del lavoro autonomo che sono scadute. In questo senso l’idea di estendere le garanzie di welfare contrattuale a tutti i professionisti non è più un’opportunità, ma per noi diventa quasi un obbligo morale”.

Come funziona la piattaforma

Attraverso l’app si potrà in primo luogo accedere a polizze sanitarie integrative a condizioni vantaggiose, grazie alle quali si avrà diritto a prestazioni specialistiche presso strutture convenzionate, accertamenti diagnostici, check-up, spese mediche sostenute in gravidanza, coperture nel caso di infortuni e altro ancora.

Inoltre saranno a disposizione anche una serie di misure che puntano a semplificare l’attività quotidiana del professionista e, al tempo stesso, a sostenerne lo sviluppo. In questa direzione vi è l’opportunità di richiedere finanziamenti a condizioni agevolate per l’acquisto di beni e servizi legati all’attività professionale; si possono scaricare, a tariffe riservate, informazioni contenute nelle banche dati delle Camere di Commercio, visure catastali, relazioni e visure immobiliari, contratti collettivi nazionali; è possibile produrre fatture elettroniche; si possono pianificare i viaggi di lavoro a prezzi ridotti grazie a un sistema di convenzionamento.

Questo “marketplace”, sottolinea Confprofessioni, è ancora in fase di sviluppo. Nei prossimi mesi sarà quindi possibile per gli utenti scegliere tra un bacino di servizi ancora più ampio. In questo senso, alla luce dei bisogni sociali più rilevanti, è di certo auspicabile la creazione di partnership con realtà – magari del Terzo Settore e pubbliche – che si occupano di interventi di natura sociale, come il sostegno alla genitorialità (asili nido, dopo-scuola, ludoteche, baby-sitting) o la cura di familiari anziani non autosufficienti. Solo così sarà possibile per i lavoratori autonomi trovare risposte in grado di incidere concretamente sui loro bisogni sociali e, quindi, puntare allo sviluppo di un welfare occupazionale a 360 gradi.