Rassegna Stampa
Primo Welfare / inclusione sociale

Sport e sostenibilità: dalle olimpiadi ai campetti di provincia

La sostenibilità è ormai un tema pervasivo ed è sbarcato anche nello sport. Gli esempi virtuosi non mancano, ma occorre operare a partire dai grandi eventi e dai massimi campionati fino a curare l'impatto sociale delle attività di base. Ne parla Paolo Riva per Fondazione Lottomatica.
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Può lo sport essere un punto di partenza per dei cambiamenti significativi sulle nostre società? Sicuramente ci si sta provando, iniziando dai grandi eventi. Come i giochi olimpici estivi di Tokyo 2021, durante i quali, per citare solo un esempio, le medaglie distribuite sono state realizzate con i minerali estratti da decine di migliaia di tonnellate di rifiuti elettronici.

Il ruolo cruciale dello sport è stato riconosciuto anche dalle Nazioni Unite e da numerose altre organizzazioni; ruolo poco efficace qualora non si affrontino le problematiche con i giusti approcci. In Italia, ad esempio, delle circa centomila strutture adibite a discipline sportive, oltre il 60% è antecedente al 1980, e ciò comporta un surplus di emissioni inquinanti, oltre che di dispendio economico.

La sostenibilità, però, non è solo economica o ambientale, ma anche sociale. Nell’ambito sportivo, un posto di rilievo lo occupano le realtà no profit, che coadiuvano le attività di migliaia di associazioni e società, favorendo attraverso l’attività sportiva l’inclusione sociale, il contrasto all’illegalità e alla xenofobia.

Il tema è approfondito da Paolo Riva sul sito di Fondazione Lottomatica, nell’ambito di una partnership in cui approfondiamo i temi della sostenibilità sociale e d’impresa con attività di ricerca, definizione di agenda programmatica e di comunicazione.

Sport e sostenibilità: dalle olimpiadi ai campetti di provincia
Paolo Riva, Fondazione Lottomatica