La rivista “Biblioteca della libertà”, edita dal Centro Einaudi, ha pubblicato il primo volume della special issue1 “Povertà alimentare e diritto al cibo: sfide, politiche e pratiche”, a cura di Chiara Lodi Rizzini, Ilaria Madama e Franca Maino, ricercatrici di Percorsi di secondo welfare incardinate presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano.
Articolata in due volumi, la special issue intende confrontarsi con lo stato dell’arte della letteratura e le potenziali evoluzioni delle politiche per l’accesso al cibo, valorizzando una pluralità di prospettive analitiche. In particolare, l’attenzione si concentra sull’esplorazione delle dinamiche socio-culturali e delle politiche pubbliche che influenzano l’accesso al cibo, cercando di evidenziare come interventi integrati e mirati possano affrontare in maniera più efficace le complesse e interconnesse problematiche relative alla povertà, alla disuguaglianza e alla (in)sicurezza alimentare.
Un’attenzione particolare viene inoltre riservata a modelli alternativi di accesso al cibo, come le iniziative comunitarie e quelle basate sulla solidarietà, che stanno guadagnando crescente attenzione in molte realtà locali, costituendo risposte innovative alle lacune del sistema di welfare, e mostrando come soluzioni di tipo collaborativo possano migliorare l’accesso a cibo sano e sufficiente anche in contesti di difficoltà economica.
Un fenomeno multidimensionale che richiede nuovi approcci
Il primo dei due volumi, disponibile online qui, affronta il tema della povertà alimentare da prospettive diverse ma complementari. A partire dal riconoscimento della multidimensionalità del fenomeno, espressione di vulnerabilità sociali e diseguaglianze strutturali, i contributi indagano l’evoluzione nella governance internazionale, le sfide legate alla misurazione e le implicazioni nei contesti nazionali e locali.
Nel primo articolo Claudia Severi, che apre il numero, analizza il nesso tra insicurezza alimentare e cambiamento climatico, sottolineando come eventi estremi, conflitti e disuguaglianze economiche stiano erodendo le basi della sicurezza alimentare globale. Nel secondo contributo, Francesca Cerutti approfondisce l’evoluzione istituzionale della governance globale della sicurezza alimentare, con un’attenzione particolare al ruolo della FAO, riflettendo sul funzionamento della governance multilivello e sulle opportunità e i limiti delle organizzazioni internazionali in contesti di crescente interdipendenza tematica e istituzionale.
Nel terzo articolo, Bernaschi, Cafiero, Marino e Felici propongono un’analisi empirica dell’insicurezza alimentare nel contesto della città metropolitana di Roma, utilizzando la Food Insecurity Experience Scale (FIES) della FAO come strumento di rilevazione a livello locale, contribuendo a ridefinire la questione della sicurezza alimentare come problema di giustizia sociale e diritto alla cittadinanza. Infine, il contributo di Ciancimino e Sensi propone un approccio innovativo alla misurazione della deprivazione alimentare, sviluppando un indice composito che integra la dimensione materiale (possibilità economica di accedere a pasti adeguati) con quella sociale (capacità di partecipare ad attività conviviali legate al cibo).
Azioni concrete e strategie che nascono dal basso
Il secondo volume, che sarà disponibile in forma completa dal mese di ottobre, descrive invece alcune azioni che enti locali e società civile hanno attivato per colmare la mancanza di una strategia nazionale e, di fatto, del riconoscimento del diritto al cibo.
Nel primo contributo, Lizzi e Righettini discutono del processo di policy reframing innescato dall’emergere di nuove dimensioni della povertà alimentare (sostenibilità, salute, qualità) e della mancanza del diretto riconoscimento del diritto al cibo. Nel secondo, Allegretti e Toldo, a partire dalla mappatura delle iniziative di contrasto alla povertà alimentare della città di Torino, propongono una categorizzazione dei modelli di welfare alimentare basata su due dimensioni: la natura emergenziale o meno dell’intervento e il grado di formalità organizzativa dei programmi e dei servizi in termini di struttura interna e relazioni con l’esterno.
Il terzo contributo, di Megni, Danesi, David, Drera e Moraschi, racconta della Rete Cibo Brescia, un’esperienza concreta che aiuta a riflettere sulla necessità di modelli di intervento più strutturati e sul ruolo degli enti locali. La rete è oggetto del quarto contributo, dedicato all’esperienza della Rete degli empori solidali dell’Emilia-Romagna. Oltre ad esaminare l’evoluzione degli empori solidali in relazione alla costruzione di reti strutturate di collaborazione, De Benedictis, Scarafoni e Sforzi provano a identificare le dinamiche organizzative della Rete e il valore aggiunto derivante dall’azione collettiva, con particolare attenzione al miglioramento della qualità dei servizi erogati e al rafforzamento della capacità di advocacy nei confronti delle istituzioni pubbliche e degli attori privati.
Infine, D’Ascenzio racconta dei destinatari finali degli interventi attraverso l’osservazione delle mense di Avellino, Cava de’ Tirreni e Salerno. L’autrice racconta di un uso della mensa che è anche un mezzo attraverso cui attuare il “diritto a togliersi la fame” e che può essere declinato come una semplice azione di sostentamento economico, ma anche come una strategia di risparmio, reintegrazione sociale e rinegoziazione identitaria.
Gli articoli sia del primo che del secondo volume sono disponibili singolarmente sul sito Rivista nella sezione Online first.
Note
- Una special issue è un’edizione speciale di una rivista scientifica interamente dedicata a un tema specifico, curata da uno o più guest editors e composta da contributi originali che ne approfondiscono diversi aspetti.