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Salute mentale e giovani: l’indagine di Telefono Azzurro

Secondo l'ultima indagine di Telefono Azzurro, nonostante si sia rotto il tabù per parlare di salute mentale dopo la pandemia, c'è ancora molto da fare.
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Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro, nonostante l’aumento dell’importanza del benessere mentale durante la pandemia, solo il 39% dei giovani ne parla regolarmente. Come raccontavamo qui, il contesto di crisi sanitaria ha confermato come la salute mentale sia sottovalutata e sottostimata, rendendo evidente l’impreparazione generale del Paese a riguardo.

I dati, presentati in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottolineano che nei momenti più impegnativi la famiglia rappresenta il principale sostegno emotivo (74%), seguita dagli amici (38%), dallo psicologo (26%) e dalla scuola (11%). Chiedere aiuto a una figura esperta rimane ancora un motivo di vergogna per il 33% dei ragazzi. Questo è legato alla percezione di una società che spesso mostra indifferenza, discriminazione e esclusione sociale verso chi ha problemi mentali.

L’indagine evidenzia, inoltre, la crescente solitudine di giovani ragazze e ragazzi. In larga parte viene percepito il rischio di dipendenza dai social media, usati , per almeno 3 ore al giorno. A tal riguardo emerge che il 58% li usa per rilassarsi, il 54% per rimanere in contatto, il 31% contro la solitudine e il 23% per nuove amicizie. Senza social, il 22% si sentirebbe ansioso, l’11% solo e il 23% perso. Emerge la necessità di un ruolo più significativo da parte della scuola nell’educare all’uso responsabile dei social.

Telefono Azzurro con la pubblicazione di questi dati ha sottolineato quanto sia prioritario collaborare per promuovere il benessere mentale dei giovani, considerandolo fondamentale nei mondi digitali e social.

 

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