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L’ultimo Rapporto Bes sul benessere equo e sostenibile, prodotto dall’Istat a dicembre 2019, ha dedicato un approfondimento alle condizioni di benessere dei giovani in Italia secondo un’ottica multidimensionale. In questo approfondimento – pubblicato originariamente nella piattaforma Neodemos.info – Romina Fraboni, Miria Savioli, Elisabetta Segre, Alessandra Tinto e Anna Villa mostrano che quasi due milioni di giovani in Italia risultano particolarmente vulnerabili in quanto deprivati in più dimensioni del benessere. L’articolo è qui riprodotto previo consenso dell’autore.

Il mondo dei giovani è spesso al centro del dibattito pubblico e accademico per la peculiarità di questa fase del ciclo di vita nella quale affiorano opportunità e sfide. Le condizioni, materiali e non, che si sperimentano nel passaggio alla vita adulta possono infatti incidere profondamente sui livelli di benessere, correnti e futuri, degli individui ed è quindi importante osservarne le dinamiche nel tempo.

Negli ultimi decenni, il rinvio delle tappe di transizione alla vita adulta, la precarietà e frammentarietà dei percorsi lavorativi, l’aumento delle diseguaglianze, la scarsa mobilità sociale hanno reso più difficile la piena realizzazione dei giovani e scoraggiato la partecipazione a vari livelli (politica, sociale e culturale).

Un’analisi multidimensionale

I dati dell’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana” sono stati utilizzati per studiare non solo la deprivazione dei giovani, ma anche la compresenza di deprivazione in più dimensioni. L’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana” permette, infatti, di calcolare indicatori individuali per un ampio spettro di dimensioni relative al Bes (Benessere equo e sostenibile) e rende possibile la comparabilità a partire dal 2012.

L’indicatore di benessere multidimensionale dei giovani si basa su 5 dimensioni fondamentali che ricalcano i domini del Bes: Salute; Lavoro, Istruzione e formazione; Benessere soggettivo; Coesione sociale (che include i domini Relazioni Sociali e Politica e istituzioni); Territorio (che raggruppa i domini del Paesaggio, Ambiente e Qualità dei servizi). Per ciascuna dimensione sono stati individuati 3 indicatori, per ognuno dei quali è stata definita una soglia di disagio/svantaggio. Si definiscono deprivati rispetto a una certa dimensione i giovani al di sotto della soglia per almeno due dei tre indicatori utilizzati per rappresentarla.

Le dimensioni del disagio giovanile

Rispetto al 2012, emerge un aumento sensibile nel 2018 della quota di giovani in condizioni di disagio nella dimensione relazioni sociali e partecipazione politica (da 17,6% nel 2012 a 24,9%) e una diminuzione del disagio per la dimensione lavoro e istruzione (Figura 1); su quest’ultima dimensione tuttavia il miglioramento riguarda solo i giovani di 18-24 anni (da 19,1% nel 2012 a 12,8%) mentre la situazione rimane stabile per i giovani di 25-34 anni per i quali circa uno su quattro è deprivato. Il benessere soggettivo – la dimensione che nel 2018 registra la minore quota di giovani deprivati – migliora nel tempo (dall’11,5% del 2012 al 7,6%).

Chi sono i giovani multi-deprivati e quali sono le dimensioni più critiche?

Nel 2018 poco meno della metà dei giovani di 18-34 anni (47,8%) non presenta alcuna forma di disagio, un terzo (33,5%) ne ha solo una, mentre il 18,7% (poco meno di 2 milioni di giovani) risulta multi-deprivato, cioè deprivato su due o più dimensioni del benessere (Figura 2). È questo, dunque, un aggregato particolarmente fragile in termini di benessere complessivo, che risulta in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2012.

La multi-deprivazione è più alta tra i giovani tra i 25 e i 34 anni (20,9% contro 15,2% dei giovani 18-24 anni) che hanno anche sperimentato un aumento più intenso nel periodo esaminato (+2,2 punti percentuali contro la stabilità registrata tra i giovani di 18-24 anni). La multi-deprivazione è inoltre più accentuata nel Mezzogiorno (23,9% contro 14,3% al Nord e 18,0% al Centro), anche se il peggioramento rispetto al 2012 è localizzato nelle regioni del Nord e soprattutto del Centro (rispettivamente +1,6 e +3,6 punti percentuali). Trascurabili invece le differenze di genere.

Le dimensioni che più incidono sulla multi-deprivazione sono quella relativa alle Relazioni Sociali e alla Partecipazione Politica (il 69,5% dei multi-deprivati sono deprivati in questo dominio), la dimensione del Lavoro, Istruzione e formazione (58,1%) e quella che descrive le condizioni del Territorio nel quale vivono i giovani (47,3%).

La più frequente associazione tra dimensioni nella multi-deprivazione si osserva tra la dimensione delle relazioni sociali e quella che esprime la mancata partecipazione al mondo del lavoro e dell’istruzione (due quinti dei casi di multi-deprivazione).

Conclusioni

L’analisi condotta mette in luce la presenza di quasi due milioni giovani più vulnerabili in quanto deprivati in più dimensioni del benessere. Un punto di particolare attenzione riguarda la dimensione del benessere che fa riferimento alle reti sociali e alla partecipazione politica. È infatti questo l’ambito dove è più intenso il disagio dei giovani e per il quale si è registrato un notevole peggioramento rispetto al 2012. La deprivazione negli aspetti della coesione sociale è risultata, inoltre, strettamente associata a quella dell’ambito dell’inclusione attiva (scuola/lavoro), una dimensione più direttamente indirizzabile da specifiche politiche.

Per saperne di più

Istat (2019), Rapporto Bes 2019. Il benessere equo e sostenibile in Italia, Istat. Roma.