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I passaggi da una condizione ad un’altra e le fasi di ingresso in un nuovo contesto di vita sono particolarmente delicati e necessitano di attenzioni particolari. Una constatazione ovvia ma particolarmente evidente in queste settimane in cui per molte persone iniziano nuovi percorsi educativi.

Nei contesti scolastici, formativi o universitari, quando si avviano le attività didattiche non è infatti infrequente riservare alcuni momenti all’accoglienza e all’ambientamento: welcome week e  welcome day che permettono di dedicare tempo all’accoglienza e all’integrazione degli studenti in ingresso. Nel corso delle settimane iniziali vengono proposti momenti informativi, di socializzazione e culturali sia per favorire le relazioni tra studenti, con il personale docente e di supporto, sia per familiarizzare con il contesto, le strutture, i servizi offerti e le attività didattiche.

In questo articolo esploriamo la rilevanza che processi o momenti di benvenuto come questi hanno sia per le persone che intraprendono un percorso di studi sia per le organizzazioni che le accolgono. I momenti di accoglienza sono infatti importanti occasioni per costruire comunità di apprendimento inclusive e per promuovere partecipazione negli staff di lavoro delle organizzazioni su cui vale la pena riflettere.

Transizioni nei contesti scolastici e accademici

Le welcome week e i welcome day sono strumenti fondamentali per accompagnare studenti nei momenti di passaggio da un ciclo all’altro o da un contesto educativo a uno nuovo. Tali dispositivi possono essere valorizzati attraverso alcune dimensioni chiave.

  • Dispositivi di transizione e orientamento. Sostengono i processi di cambiamento offrendo occasioni per prendere confidenza con spazi, tempi, pratiche e linguaggi nuovi. Diventano strumenti di orientamento concreti: aiutano a decodificare il funzionamento del contesto educativo, a comprendere le aspettative implicite, a costruire prime rappresentazioni del nuovo ambiente di apprendimento (Rhéaume, 2005).
  • Rituali di accoglienza e appartenenza. Assumono il valore di un rito di passaggio: segnano simbolicamente l’ingresso da “fuori” a “dentro” una comunità di apprendimento. Rappresentano momenti in cui si riconosce l’altro come atteso, si esprime il desiderio di accoglierlo e di metterlo in condizione di stare bene. Il rito di passaggio crea senso di appartenenza e contribuisce a fondare un patto educativo condiviso (Verderame, 2014).
  • Contenimento del disorientamento. Le prime settimane in un nuovo contesto possono essere caratterizzate da disorientamento e stress. Le welcome week hanno una funzione di contenimento: chiariscono obiettivi, attese, tempi e modalità organizzative, mettono a disposizione strumenti per accedere ai servizi e comprendere le modalità di studio.
  • Promozione dell’autonomia. Accompagnano gli studenti nel riconoscere le risorse a disposizione e le modalità con cui chiedere aiuto. L’autonomia non è intesa come autosufficienza, ma come capacità di orientarsi valorizzando le opportunità offerte dall’ambiente educativo.
  • Costruzione di relazioni. Agiscono come infrastrutture relazionali, creando spazi dedicati all’incontro tra pari, tra nuovi arrivati e studenti già presenti, tra studenti e docenti. Un clima relazionale positivo può prevenire fenomeni di esclusione e favorire l’instaurarsi di un ambiente stimolante (Saha, 2024).

Ingredienti per accogliere bene

La riuscita di momenti di accoglienza dipende dalla combinazione di tre “ingredienti”, che potremmo definire come attenzioni organizzative.

  • Progettazione partecipata. Le iniziative di accoglienza richiedono una progettazione dedicata che intercetti i punti di vista e le disponibilità dei diversi attori organizzativi (docenti, personale di supporto e amministrativo). La progettazione partecipata porta poi con sé l’esigenza di una valutazione condivisa, una valutazione basata su feedback raccolti per identificare apprendimenti e per migliorare le attività future.
  • Coinvolgimento attivante. Non solo momenti frontali e trasmissione di informazioni, ma anche attività di esplorazione, di conoscenza delle persone e degli ambienti, di interazione fra pari e con il corpo docente. La cura nel proporre attività diverse e coinvolgenti amplifica la portata degli eventi di accoglienza. Tra le forme di attivazione può essere annoverato il coinvolgimento di studenti senior come tutor.
  • Ospitalità valorizzante. Le welcome week esprimono un significato simbolico rilevante: inizia un percorso comune e di conseguenza l’organizzazione si apre, accogliendo nuove persone e mettendo in campo le proprie risorse professionali. In questo senso i momenti di accoglienza sono più efficaci se le diverse professionalità (docenti, personale di supporto e amministrativo) contribuiscono alla loro realizzazione, rendendo intelligibile l’assetto organizzativo.

Effetti dell’accoglienza

La costruzione di welcome week e welcome day comporta un’attivazione dell’organizzazione che identifica il processo di transizione da fuori a dentro come rilevante per gli impatti che intende produrre: di qui la cura per l’accoglienza. Segnaliamo tre effetti che i momenti, le giornate o le attività di benvenuto possono produrre.

  • Effetti sugli studenti. Il modello PECS della Griffith University (Cooper, 2021) identifica quattro effetti potenziali: aiutare gli studenti a identificare gli obiettivi del percorso per ridurre i tassi di abbandono; prefigurare l’impegno di studio richiesto; favorire le interazioni tra studenti per attivare senso di appartenenza; presentare i servizi di supporto disponibili.
  • Effetti organizzativi interni. La progettazione e realizzazione di momenti di accoglienza costituisce un’occasione per mettere di nuovo a fuoco i compiti educativi e il funzionamento dell’organizzazione. Come suggerisce Recalcati (2024), sono occasioni di riflessione sulla missione istituzionale e di rielaborazione delle tensioni e delle ipotesi migliorative.
  • Apertura al contesto locale. Le attività di benvenuto possono realizzarsi anche in contesti extrascolastici per far conoscere le risorse del territorio, collegando l’istituzione con la comunità locale e costruendo sinergie mutualmente vantaggiose (Klinenberg, 2019).

Oltre l’ambito educativo

L’esigenza di curare le transizioni si manifesta nei contesti scolastici e accademici, ma riflettere su come le scuole e università accolgono ci aiuta ad aprire uno sguardo più ampio sulle transizioni in altri contesti: l’ingresso in strutture residenziali, l’accoglienza in comunità educative, l’inserimento di persone migranti, il primo contatto con nuovi servizi.

Valorizzare le pratiche attente ai primi momenti di ingresso può contribuire a rendere più significative le esperienze personali e collettive, rafforzando la qualità del lavoro educativo, sociale e organizzativo.

In breve, dunque, l’idea di un “dispositivo di benvenuto” può essere una parte importante delle infrastrutture culturali, e – sia nei contesti educativi che in altri ambiti – riesce ad accompagnare le transizioni e promuovere l’attenzione alla relazione.

Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus.

Per approfondire

 

Foto di copertina: Anna Tarazevich, Pexels.com